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Totem, vernice e fuffa. Benvenuti nel mondo incantato di “Ivrea Easy”

Massimiliano De Stefano (Azione - Italia Viva) attacca: “Soldi del PNRR sprecati per percorsi tra uffici pubblici. Ma chi li ha chiesti?”

Totem, vernice e fuffa. Benvenuti nel mondo incantato di “Ivrea Easy”

Massimiliano De Stefano, consigliere comunale di Azione - Italia Viva

A Ivrea, si sa, ci si muove tra un ufficio e l’altro come in una caccia al tesoro. L’unica differenza è che adesso ci sono i totem. No, non quelli magici degli indiani d’America, ma cartelloni piazzati un po’ a caso, circondati da buche, asfalto disconnesso  e ostacoli vari, a indicare – con grande solennità – che là in fondo c’è l’Agenzia delle Entrate. E poco più in là l’Inps. Un po’ più su il Comune. Un tour burocratico urbano, insomma, non certo  le indicazioni per la Cappella Sistina.

Benvenuti in “Ivrea Easy”, l’ultima genialata targata amministrazione comunale, realizzata – udite udite – con i fondi del PNRR. E chi osa criticare, non capisce l’innovazione. Fortunatamente, qualcuno con i piedi per terra c’è ancora. Tra gli altri quelli di Azione - Italia Viva (Massimiliano De Stefano e Paolo Bertolino) che han preso carta e penna per smontare l’ennesima operazione di “facciata” – letteralmente – di Palazzo civico.

"Discutibile sotto ogni punto di vista", attaccano De Stefano e Bertolino. Economicamente poco sensato, praticamente inutile, urbanisticamente tragicomico. Perché – domanda legittima – chi ha mai sentito il bisogno di percorsi segnalati tra uffici pubblici? Davvero esiste qualcuno che, uscito dall’INAIL, si chiede con aria smarrita: “E adesso come raggiungo l’Agenzia delle Entrate?”.

E come ogni grande trovata, anche questa ha il suo effetto speciale: la vernice a terra. Simboli colorati disegnati sulle vie per guidare il passante verso l’ufficio successivo. Peccato che già dopo pochi giorni la pioggia e il calpestio abbiano iniziato a cancellarli. Un’opera destinata all’effimero. Perfetta, quindi, per l’era del finto fare: si dipinge qualcosa, si scatta una foto, si scrive un post. Poi sbiadisce tutto.

Ma il meglio – si fa per dire – arriva coi famosi totem informativi. Non interattivi, mica sia mai che uno ci clicchi qualcosa. Posizionati in punti strategicamente inaccessibili. 

"E invece di pensare all’abbattimento delle barriere architettoniche, si è preferito giocare alla settimana enigmistica urbana", ironizza De Stefano. Che poi rilancia: “Non si poteva almeno installare totem multimediali, accessibili, parlanti, magari con indicazioni chiare?” Ma no, troppo utile. Meglio l’effetto scenico.

Quello che Azione – Italia Viva contesta non è solo la scelta infelice del progetto, ma il principio stesso dell’operazione: "spendere fondi del PNRR per qualcosa che nessuno ha chiesto", mentre in città ci sono ancora marciapiedi impraticabili per carrozzine, ascensori fantasma e fermate dei bus che paiono uscite da un film del neorealismo.

"Questa non è accessibilità, è teatro. Un tentativo goffo di dimostrare che si sta facendo qualcosa, anche se il qualcosa è inutile, inservibile e – peggio ancora – pagato con risorse pubbliche che potevano davvero cambiare il volto della città per chi ne ha più bisogno".

Totem, vernice, simboli. Ma anche vuoto, retorica e passerelle. Ivrea Easy è facile solo per chi pensa che la città sia un plastico da esibire, non un luogo da vivere. E intanto, chi non può salire una rampa continua a restare a terra. Ma ehi, ora sappiamo come andare dal Comune all’INPS.

Che occasione sprecata. 

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