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Addio alla cittadinanza onoraria a Mussolini in Canavese

Il Consiglio comunale chiamato a votare lunedì 28 aprile la revoca del titolo concesso nel 1924. Il sindaco Giuseppe Damini convoca la seduta alle 21

Pertusio

Pertusio pronto a dire addio alla cittadinanza onoraria a Mussolini: una scelta di memoria e democrazia

Lunedì sera, a Pertusio, si consumerà un gesto simbolico ma denso di significato. Il Consiglio comunale voterà la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, conferita il 18 maggio del 1924, in piena epoca fascista. La delibera, se approvata, cancellerà formalmente un atto figlio di un tempo in cui le libertà democratiche erano già in declino e il culto della personalità del Duce si stava radicando in ogni angolo d’Italia, anche nei più piccoli comuni.

La seduta, convocata dal sindaco Giuseppe Damini per le ore 21, si inserisce nel solco di una riflessione nazionale che negli ultimi anni ha spinto decine di amministrazioni a ripudiare gli onori conferiti al capo del regime fascista. Una tendenza che si sta consolidando, non per revisionismo, ma per affermare un principio: il rispetto della democrazia passa anche dalla cura della memoria storica. Revocare oggi un’onorificenza concessa un secolo fa significa chiarire, senza ambiguità, che certi simboli non possono più avere legittimità.

Il caso di Pertusio, piccolo centro del Canavese, non è isolato. Da nord a sud, molte giunte hanno scelto di affrontare l’imbarazzante eredità di quelle deliberazioni che, negli anni Venti e Trenta, inneggiavano a Mussolini in un contesto segnato da propaganda, censura e repressione. Allora, togliere la cittadinanza onoraria al Duce era impensabile. Oggi è diventato un atto civile.

Una simile iniziativa non riscrive la storia, ma dà voce a una coscienza collettiva sempre più attenta alla verità e ai valori della Costituzione del 1948. In un tempo in cui i populismi avanzano e le derive autoritarie tornano ad affacciarsi sul panorama europeo, dire no – anche solo simbolicamente – al lascito ideologico del fascismo diventa una scelta politica di segno opposto: un’adesione chiara e netta alla cultura democratica.

Non si tratta solo di una formalità amministrativa. È una presa di posizione pubblica. Un messaggio che da un piccolo municipio può farsi esempio. Perché ogni comunità, anche la più piccola, ha il dovere di coltivare la memoria con rigore, e di trasmettere alle nuove generazioni una lettura consapevole del passato. Pertusio, lunedì prossimo, sarà chiamato a farlo.

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