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Il 25 aprile sfida i divieti: piazze piene, cori per la Palestina e omaggi a Papa Francesco

A Milano oltre 90 mila in corteo tra Bella ciao, Brigata ebraica e applausi per Mattarella. Tensioni a Roma, Trieste e Bergamo. L'Anpi: "La libertà è stata conquistata con il sangue dei partigiani, non la negherete con i divieti"

Le piazze del 25 aprile sfidano l'invito alla sobrietà e celebrano gli ottant'anni della Liberazione cantando Bella ciao, nonostante il divieto di alcuni comuni, e portando in corteo l'immagine di Francesco. "Non è affatto strano ricordare il 25 aprile un Papa che si era definito partigiano", ha ricordato Giuseppe Sala, sindaco di una Milano che ha visto sfilare oltre 90 mila persone senza incidenti, nonostante i timori della vigilia fra Brigata ebraica e manifestanti proPal. "È stata una manifestazione unitaria, partecipata, pacifica e antifascista", ha sottolineato il presidente milanese dell'Anpi, Primo Minelli.

Dopo quelle di ieri sera a Torino, tensioni si sono registrate a Roma, Trieste e Bergamo. L'attenzione a Milano era tutta per la Brigata ebraica: scortata da un cordone di City Angels e dalle forze dell'ordine, è stata accompagnata lungo il percorso da insulti e grida, come "fuori i sionisti dal corteo", ma è arrivata senza particolari contestazioni davanti a piazza Duomo, sciogliendosi prima di arrivare nel punto in cui l'anno scorso uno dei suoi membri fu ferito lievemente da un gruppo di ragazzini di origine araba usciti da un fast food.

Tensioni si sono invece registrate a Roma fra i due spezzoni del corteo: quello dei proPal e dei comitati studenteschi, che a un certo punto si è staccato dirigendosi a Porta San Paolo, e quello dell'Anpi che ha proseguito verso il parco Schuster, con qualche spintone, insulto e bandiera della Nato bruciata. Scontri anche a Trieste tra antagonisti e forze dell'ordine, e a Bergamo, dove sette agenti sono rimasti contusi negli scontri per evitare contatti fra proPal e Brigata ebraica, mentre un attivista è stato denunciato.

Due i temi che hanno unito la maggior parte delle manifestazioni di oggi: la situazione palestinese e la morte di Papa Francesco, con adesioni alla sobrietà ma senza diktat. Come a Romano di Lombardia, nella Bergamasca, dove, nonostante il divieto, i manifestanti hanno comunque intonato Bella ciao, definito "un canto d'amore" dal presidente locale dell'Anpi Walter Torioni.

Papa Francesco

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"Papa Francesco a cattolici e laici diceva cose largamente condivisibili", ha sottolineato il presidente nazionale dell'Anpi Gianfranco Pagliarulo dal palco di piazza Duomo a Milano. "Il Papa si è definito partigiano alla sua prima uscita, a Lampedusa", ha ribadito Giuseppe Sala, che dal palco ha esortato ad essere "cittadini e partigiani per l'Europa" e per i suoi valori, ed è stato accontentato dalla piazza con un applauso per il presidente Mattarella.

È stato uno dei pochi momenti di applauso collettivo, perché a più riprese, durante gli interventi, si sono levati cori lontani che scandivano "Palestina libera" e "vergogna". "Il Papa ci ha detto di far rumore e combattere le disuguaglianze", ha aggiunto il segretario della Cgil Maurizio Landini, che non ha rinunciato a un'ironica risposta alla richiesta di sobrietà: "Se vogliono, glielo diciamo anche con la sobrietà necessaria: la democrazia e la libertà esistono in questo Paese grazie agli antifascisti che hanno dato la libertà".

"Se sento parlare di fascismo, vi garantisco che tremo. Vorrei veramente non sentirla più quella parola. Ora e sempre resistenza", ha detto la più applaudita: la partigiana Sandra Gilardelli, prossima ai cento anni.

Di una "partecipazione straordinaria" ha parlato la segretaria del Pd Elly Schlein, che era in corteo così come il segretario di SI Nicola Fratoianni, quello dei Verdi Angelo Bonelli, di +Europa Riccardo Magi, e anche Ghali, che ha partecipato con i proPal.

Dal palco, Pagliarulo ha parlato dei "popoli martoriati dalla guerra di Ucraina e Palestina", dei "massacri dei civili" a Gaza, e ha citato il poeta palestinese Mahmud Darwish. Ma il presidente dell'Anpi ha anche affondato contro il governo: "Ministro, le manifestazioni del 25 aprile non sono consentite, sono state conquistate con il sangue dei partigiani e delle partigiane". E ha aggiunto, con un'affilata frecciata: "Siamo sobri perché noi non siamo il Papeete".

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