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23 Aprile 2025 - 12:14
Attacco di orche nello stretto di Gibilterra: l'architetto torinese è salvo per miracolo
Doveva essere una traversata in solitaria, di quelle che profumano di libertà, silenzi marini e rotte tracciate con la bussola del cuore. E invece, per Alessandro Tosetti, architetto torinese di 65 anni e veterano del mare, l’impresa è diventata un confronto diretto con la natura più selvaggia. Sabato 19 aprile 2025, mentre navigava a bordo della sua barca Aspra nello Stretto di Gibilterra, è stato attaccato da un gruppo di orche, in un episodio che ha del cinematografico.
“Mi ero preparato alla tempesta, ma non a questo”, scrive Tosetti in un post condiviso su Facebook, che ha rapidamente fatto il giro della rete. Le orche – animali intelligenti e possenti, capaci di superare i cinque metri di lunghezza – hanno colpito all’improvviso, in gruppo, con una strategia sorprendentemente coordinata. Il bersaglio? Il timone dell’imbarcazione, punto nevralgico per la manovrabilità.
L’attacco è avvenuto mentre Tosetti si trovava in un corridoio navigabile a sud, lontano dalle rotte principali, nella speranza di riposare per qualche ora. Ma la quiete si è spezzata in un crescendo di colpi sordi e vibrazioni violente. Nonostante l’immediata applicazione delle procedure d’emergenza – disattivazione del pilota automatico, spegnimento del sonar, chiusura delle vele – la situazione è rapidamente degenerata. La parte idraulica del pilota automatico è esplosa, lasciando la barca alla deriva, con il timone bloccato e il rischio concreto di essere travolti da una delle numerose navi cargo che attraversano quotidianamente lo stretto.
In quel momento, Tosetti ha dovuto fare affidamento su anni di esperienza, nervi saldi e una straordinaria lucidità. Ha contattato il centro di coordinamento marittimo di Tarifa, chiedendo soccorso. Mentre aspettava, si è ingegnato: ha liberato il timone, installato una barra d’emergenza, verificato i danni. Quando ha scoperto di poter ancora governare manualmente, ha acceso il motore e, con la barra fra le mani e il mare contro, ha navigato per 12 miglia fino al porto turistico di Tarifa, scortato da un rimorchiatore, sotto un cielo scuro e pioggia battente.
All’arrivo, il danno era evidente: la pala del timone risultava gravemente compromessa, segno dell’aggressività e della forza dell’attacco. Ma Tosetti era sano e salvo. E dopo 30 ore di veglia, ha potuto finalmente fermarsi, riposare e riflettere sul da farsi. Il rientro a Sanremo, sua base nautica e porto del cuore, è ora incerto: “Se ho fatto 12 miglia forse ne posso fare 800”, scrive con un misto di realismo e speranza.
Il suo racconto, ricco di dettagli tecnici ma anche di emozioni vissute sulla pelle, ha commosso e impressionato molti. Tosetti, navigatore esperto e membro dello Yacht Club di Sanremo, ha affrontato uno degli episodi più temuti da chi solca il mare in solitaria: l’imprevedibilità della natura quando prende la forma di un attacco animale.
Non si tratta di un caso isolato: negli ultimi anni sono aumentati i report di interazioni aggressive tra orche e imbarcazioni nello stretto di Gibilterra, un fenomeno ancora oggetto di studio. Ma l’episodio di Aspra dimostra che la differenza tra tragedia e salvezza può stare in pochi istanti di freddezza, qualche manovra ben riuscita e la tenacia di chi non si arrende al primo cedimento.
Giovedì 17 aprile, una frana ha tagliato in due la collina. Una famiglia è stata portata via con l’elicottero. Gli animali, invece, sono rimasti. Da sei giorni i padroni li raggiungono a piedi, attraverso il bosco, rischiando la vita. Ombretta Perucca: “Abbiamo bisogno di un sentiero, non possiamo più continuare così”.
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