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22 Aprile 2025 - 16:40
Che fine ha fatto il progetto del bacino azzurro a Montanaro?
Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo sulla questione del “bacinetto”. In questi giorni l’ex sindaco Giovanni Ponchia, ora all’opposizione, scrive che i membri della maggioranza consiliare contrari al “bacinetto” dovrebbero dimettersi. Ponchia osserva che la maggioranza di Careri, essendo spaccata, tarda a sottoporre in Regione il progetto emendato. Noi abbiamo osservato che, a maggior ragione dovrebbe dimettersi l’ingegner Ponchia, da consigliere ovviamente. A maggior ragione perché, ammesso e non concesso che Careri stia tardando da qualche mese, Ponchia ha atteso dieci anni a presentare in Regione il citato progetto. Dopo quasi dieci anni da sindaco, Ponchia aveva infatti mandato in Regione il progetto solo nell’aprile 2024, a due mesi dalla scadenza del suo mandato. Oltretutto la Regione in giugno (era già stato eletto Careri) rimandò al Comune il progetto sottolineando 21 criticità alle quali occorreva o rispondere e / o provvedere ad eliminare. Così i tempi si sono allungati ulteriormente.
Su Facebook, in questa circostanza diventata per fortuna una agorà, simile alla piazza di un paese, dove se c’è la volontà di farlo si discute seriamente, si è appunto accesa un serio dibattito sul bacinetto. Alla discussione ha partecipato anche il Comitato pro Alluvionati: sono andati sott’acqua nelle precedenti alluvioni e comprensibilmente premono perché si provveda celermente a mettere in sicurezza il territorio.
Ora però torniamo al decennio 2014-2024 di amministrazione Ponchia. In quel decennio comparvero almeno tre progetti o abbozzi di progetto tesi a ridurre il rischio idraulico del paese.
Il primo era il quarto lotto dello scolmatore. Ponchia era contrario ma lo ereditò quando divenne sindaco. Lo ereditava dalle precedenti amministrazioni. Per esempio in Regione nel giugno 2012, sindaco Marco Frola, si era svolta una conferenza dei servizi proprio su quel progetto. Il quarto lotto dello scolmatore avrebbe convogliato le acque in piena del rio Fossasso nell’Orco. Il progetto era già almeno in parte finanziato. Non ho ancora tutta la documentazione e al momento non so perché non fu realizzato: certo non convinceva Ponchia, e vedremo subito il perché.
Giovanni Ponchia ex sindaco di Montanaro
Il secondo progetto, o meglio “idea progettuale” del “Bacino azzurro”, fu presentato ai cittadini di Montanaro nel luglio 2013 dall’ingegner Ponchia non ancora sindaco (lo sarebbe diventato l’anno dopo). Era stato elaborato da Ponchia stesso con l’aiuto di tre professionisti. I quattro esperti giudicavano negativamente il progetto del quarto lotto dello scolmatore: avrebbe convogliato le acque del Fossasso nell’Orco, che quando piove molto è già fin troppo pieno e potrebbe non farcela ad accogliere altre acque. In tali circostanze di emergenza, oltretutto, il progetto prevedeva che lo scolmatore rilasciasse parte delle acque nella gora Baina, che a sua volta scarica nella roggia San Marco che arriva a Chivasso e lo attraversa in pieno centro.
Gli scolmatori erano, per i quattro progettisti, già allora un rimedio superato: oggi si privilegiano i bacini di laminazione. Un esempio. A Chivasso l’assessore Debernardi ha pubblicato una fotografia che mostra l’area, più bassa del piano campagna, fra Stradale Torino, zona della rotonda, e la circonvallazione: il 17 aprile l’area si è riempita di acqua impedendole di fare danno agli edifici e strade circostanti. Dunque un terreno “depresso” che svolge funzione di bacino di laminazione.
Così, al posto del quarto lotto, nel luglio 2013 Ponchia presentò ai cittadini, con molto successo, la sua idea progettuale del “Bacino Azzurro”, che era appunto un bacino di laminazione. Un rimedio alle alluvioni più ambientalmente sostenibile del quarto lotto. Tanto che aveva – allora – il sostegno dei comitati Restiamo Sani e Difesa Ambientale. C’ero: Ponchia fu bravissimo, tecnico ma comprensibile, e convincente. Penso che l’anno successivo la popolarità del “Bacino azzurro” lo aiutò a vincere le elezioni.
Il “Bacino azzurro” prevedeva di utilizzare le cave Ronchi di COGEFA come bacino di laminazione delle acque del rio Fossasso in piena. Ma occorreva superare un ostacolo: il Fossasso si trova a Ovest della ferrovia e della strada, mentre le cave Ronchi sono a Est della ferrovia. Come collegare il rio Fossasso alle cave Ronchi? Ponchia proponeva una soluzione: la costruzione di un tubo scatolare di 200 metri di lunghezza che sarebbe passato sotto la ferrovia e la strada.
Questa idea progettuale non fu mai mandata alla Regione come vero e proprio progetto del Comune, nemmeno quando Ponchia divenne sindaco. Fu però inviata alla Regione in forma di “osservazione” al quarto lotto. La Regione prese seriamente in considerazione il “Bacino azzurro”. Non so che fine fece il progetto del quarto lotto dello scolmatore. Non ho ancora tutta la documentazione.
Il “Bacino azzurro” incontrava però una difficoltà: le cave Ronchi non erano del Comune, sono proprietà privata di COGEFA. Quindi, Ponchia presentò l’idea progettuale su un terreno che non era nella disponibilità del Comune. Possiamo dire che vendette (ai cittadini) la pelle dell’orso prima di avere preso l’orso? Come intendeva procurarsi le cave?
Intervenendo su Facebook, un consigliere e collaboratore dell’ingegnere, scrive che Ponchia, diventato sindaco, cercò di comprare le cave da COGEFA. La trattativa fallì: COGEFA voleva X soldi e il Comune non li aveva né sapeva dove andarli a trovare. Quindi, fine del sogno del “Bacino azzurro”, mentre i sostenitori del quarto lotto si lamentavano: si fosse fatto almeno quel quarto lotto…
Tramontato il Bacino azzurro, Ponchia ha elaborato l’attuale progetto del bacinetto, cioè del “Bacino di laminazione del rio Fossasso”. È il terzo progetto circolato durante i suoi dieci anni di mandato. Però Ponchia lo ha inviato in Regione solo nell’aprile 2024, dieci anni dopo la sua prima elezione a sindaco: cosa ha fatto in tutti questi anni? È ragionevole supporre che la trattativa con COGEFA per acquisire le cave le abbia condotte subito dopo essere diventato sindaco nel 2014. Non avrebbe avuto alcun senso tardare. Quindi, quel fallimento delle trattative probabilmente risale a parecchi anni fa. Insomma, che cosa ha fatto Ponchia in tutti questi anni? Lo chiediamo di nuovo perché è per questo che abbiamo scritto un po’ provocatoriamente: “Ponchia dimettiti!”.
Se Ponchia sollecita così vigorosamente la giunta Careri, vuol dire che considera urgente la costruzione del bacinetto. Ma allora perché è stato apparentemente inerte per anni? Se creare il bacinetto è urgente, perché Allara, che è ufficialmente partner del Comune, l’anno scorso ha spedito alla Regione un progetto così fragile da meritare ben 21 punti segnati con la matita blu? Il sindaco Ponchia, che è un tecnico delle acque, non lo ha controllato scrupolosamente prima di spedirlo in Regione? Se Ponchia considera comprensibile la fretta degli alluvionati, perché non li ha accontentati prima? Lunedì 28 aprile c’è consiglio comunale: Ponchia si dimetterà?
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