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Marocco torna in pista: dopo l'incarico in SETA, un'altra nomina

E' stato eletto all’unanimità coordinatore del Gruppo Territoriale del Movimento 5 Stelle

Marco Marocco

Marco Marocco

La settimana scorsa abbiamo posto a Sarah Disabato, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle e coordinatrice regionale del Movimento, alcune domande circa il caso Marocco / SETA. Disabato ha risposto gentilmente a tutte le domande.

Mi soffermo solo su una delle risposte. Le avevamo chiesto: perché all’inizio dell’anno Marco Marocco è entrato nel consiglio di amministrazione di SETA? È entrato come “premio” per avere sostenuto il candidato Castello nelle elezioni del 2022? In proposito, c’era stata una trattativa fra il Movimento 5 Stelle chivassese e la coalizione (PD più AVS più altri) che aveva candidato Castello?

Disabato non ha negato né ammesso che vi siano state delle trattative. Ha invece sottolineato che l’assegnazione del posto in SETA a Marocco è “un riconoscimento delle competenze acquisite da Marocco in questi anni, prima con l’esperienza in Consiglio comunale a Chivasso e poi con quella da vice sindaco di Città Metropolitana… l’ingresso all’interno del CdA di Seta di un componente del Movimento risponde all’esigenza di contribuire al miglioramento di un servizio essenziale per i territori”.

Però il “vecchio” Movimento 5 Stelle avrebbe pubblicato un comunicato già a gennaio per annunciare ai cittadini che un suo attivista era entrato nel CdA di SETA per migliorarne il servizio: in omaggio alla massima trasparenza. Senza attendere che la notizia comparisse sui giornali…
Se Marocco contribuirà al miglioramento del servizio di SETA lo capiremo prossimamente. È in SETA solo da tre mesi e vedremo come andrà il servizio in futuro. Scrivo che vedremo cosa Marocco saprà fare non certo per sfiducia nelle sue capacità, ma perché in SETA dovrà fare i conti con gli altri 4 membri del consiglio, e soprattutto con i soggetti, IREN e Comuni, che li hanno espressi. Entrare in SETA non è come entrare in un bar, prendere un caffè e uscire. Un posto nel CdA di SETA è il frutto di complesse trattative. SETA è proprietà per il 49% di IREN, e per il 51% dei Comuni serviti e del Consorzio di Bacino 16. In questa distribuzione dei poteri, Marocco è espressione del cosiddetto “pubblico” cioè “dei Comuni”.

Ma di quali Comuni? È facile rispondere che è principalmente espressione del Comune di Chivasso, a cui viene tradizionalmente assegnato un posto in CdA.

Però Marocco è espressione solo di Chivasso? I Comuni comproprietari di SETA sono una ventina e devono spartirsi solo 3 o 4 posti (uno o due sono di IREN): sul nome di Marocco deve essere confluito un buon numero di sindaci di Comuni importanti, altrimenti non sarebbe entrato nel CdA. Il suo posto è dunque il frutto di una trattativa che è arrivata ai piani alti del PD e dei 5 Stelle. Aggiungiamo che il 49% è di IREN: la multiservizi non dovrebbe mettere becco nelle scelte dei Comuni, ma non siamo tanto sicuri che la potente IREN aspetti, tranquilla e silenziosa in un angolo, che i sindaci finiscano di decidere. IREN è una potenza della quale è azionista il Comune di Torino con il suo potente sindaco. Avviluppato in questa ragnatela, ce la farà Marocco ad aprire SETA come “una scatola di tonno”?

Il posto in SETA è importante, ma altrettanto importante è comprendere come si “posizionerà” Marocco a Chivasso, dove si vota nel 2027. Ma perché farci questa domanda? In fondo Marocco non è politicamente attivo in città almeno da tre anni. Nelle elezioni comunali e nazionali del 2022 il Movimento 5 Stelle ha preso una manciata di voti. Conta ancora il M5S a Chivasso?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo forse risalire a qualche settimana fa, quando Maria Paola Cena ha annunciato di avere costituito un gruppo 5Stelle a Chivasso. La signora Cena è la storica collaboratrice culturale dell’assessore Gianluca Vitale. Perché mai dovrebbe traslocare dal gruppo Vitale al Movimento 5 Stelle?

E infatti è stata subito smentita da un comunicato del Movimento 5 Stelle firmato dalla coordinatrice regionale Sarah Disabato e da Marco Marocco e Fabio Cipolla: entrino pure nuovi iscritti, ma un gruppo 5Stelle a Chivasso c’è già, ci sono Marocco e Cipolla, che lavorano nell’ambito del “Gruppo Territoriale Torino Provincia Nord-Est”, il quale comprende Settimo, Chivasso, Montanaro, Brandizzo, Caluso e altri Comuni.

Dunque cosa ha combinato Maria Paola Cena? In una intervista a questo giornale Renato Cambursano, che ne sa mille volte più di me, lo ha giudicato un tentativo maldestro, e fallito, di Vitale e Cena di occupare il M5S chivassese. Però, senza volerlo, la mossa di Cena ha conseguito un risultato: ha “stanato” Marco Marocco e il Movimento 5 Stelle chivassese. O meglio, ha costretto un po’ tutti a ricordarci di Marocco e di chiederci se e cosa sta combinando. Dopo la fine del suo mandato da vicesindaco di Città Metropolitana, e dopo la terribile disgrazia che l’ha colpito, sembrava scomparso dalla scena politica.

Invece no. Scopriamo che in gennaio è entrato nel CdA di SETA. Leggiamo che il Movimento, dal livello regionale, lo sostiene contro il blitz di Maria Paola Cena. E adesso, notizia di pochi giorni fa, è stato eletto all’unanimità coordinatore del Gruppo Territoriale citato.

Marocco is back. Cosa farà a Chivasso? Marocco non è l’ultimo arrivato. È stato 5 anni “presidente” della ex Provincia di Torino, che conta 312 Comuni, ha fatto una grande esperienza di amministratore, ha tessuto la sua tela presso molti sindaci, è competente e carismatico, in città ha un seguito che per lui si butterebbe nel fuoco. Potrebbe cominciare domani a far campagna elettorale. Un osso duro per tutti gli altri partiti.

Nelle elezioni comunali del 2027 con chi si schiererà? La risposta dovrebbe essere facile: sarà nel “campo progressista”, con il PD, Alleanza Verdi Sinistra, e altri. Risposta facile – ha già trattato col centrosinistra per il posto in SETA – ma non scontata. Non scontata perché Marocco è un negoziatore che si farà pagare salato l’appoggio del Movimento. Almeno un assessorato, se il centrosinistra vincerà, a meno che Marocco punti più in alto. Un assessorato ai 5Stelle vuol dire un posto in giunta in meno per gli altri partiti, che normalmente già faticano ad accontentare tutte le ambizioni.

Fermiamoci qui con la fantapolitica. Però non prima di una piccola osservazione su una questione che non dovrebbe riguardare la politica e l’amministrazione locali, ma che potrebbe toccarla: la situazione internazionale (anche qui mi rimetto a Cambursano, per il quale i conflitti internazionali potrebbero produrre uno sconvolgimento del sistema partitico italiano). Oggi il Movimento 5 Stelle rappresenta, insieme alla Lega Salvini, il partito russo d’Italia. Magari anche trumpista, se conviene. E anche cinese, sempre se tira voti. E pure anti Europa, sempre se conviene.

Ma se resta fedele a Putin, il Movimento 5 Stelle qualche problema potrebbe crearlo alla parte del PD non schierata con il “pacifismo” di Elly Schlein e a eventuali liste “centriste”. Pure a Chivasso.

A noi cittadini che viviamo alle prese con affitto, bollette, lavoro, figli, sanità, la guerra sembra lontana. Ma arriverà. Prima o poi arriverà. E, come al solito, ci sorprenderà. Magari non arriverà con le cannonate, ma con l’influenza politica ed economica di altri paesi, un’influenza che toccherà tutti noi.

All’improvviso la guerra entrerà nelle nostre vite, nelle nostre conversazioni, nelle nostre tasche, nelle nostre pagine Facebook, e infine nei nostri voti. A quel punto un Marocco candidato o amministratore potrebbe andarsene in giro per la città a raccogliere voti predicando la “pace” e il “no alle armi”.

Non avrebbe bisogno di fare bellicosi comizi “per la pace” in piazza. Gli basterebbe lasciare cadere qualche parola pacifista qua e là, senza parere, passeggiando in centro. Raccoglierebbe tanti voti, portandone via un po’ anche al PD, col quale sarebbe “formalmente” alleato in giunta

Anche solo avvicinandosi, temo che la guerra spaccherà pure le giunte di coalizione più solide, sulle linee di frattura indicate da Cambursano.

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