SETA: LA STAFFETTA DALLE CRODE - MAROCCO
Che ci fa Marocco in SETA? Altra sorpresa: fino alla fine del 2024 quel posto era occupato da Silvia Dalle Crode, anch’essa attivista chivassese del Movimento 5 Stelle. Una sorta di “staffetta”? L’attuale Consiglio di Amministrazione di SETA è stato infatti eletto a metà del 2023 per tre anni: per un anno e mezzo il posto è stato di Dalle Crode, e per il successivo anno e mezzo sarà di Marocco. Quanto ai compensi, leggiamo: “Con decorrenza dalla delibera di Assemblea del 6/10/2023 il compenso della Consigliera Dalle Crode è stato pari ad euro 7.500 lordi”. Per quanto riguarda Marocco, per ora, a pochi mesi dalla nomina, il sito recita laconicamente: “€ 7.500”. Immaginiamo che la cifra non tenga ancora conto degli eventuali gettoni di presenza: né potrebbe tenerne conto, essendo Marocco all’inizio del mandato.
Ma, ce lo chiediamo di nuovo, che ci faceva Dalle Crode e che ci fa oggi Marocco in SETA? Il Cda di SETA è composto da cinque membri: il presidente, 75.000 euro l’anno, l’amministratore delegato, 10.000 euro l’anno, entrambi espressione di IREN, che ha il 49% delle quote della società, e tre membri espressione dei Comuni del Bacino serviti da SETA (che hanno complessivamente il 51%).
Il vero motore di SETA è costituito dal presidente e dall’amministratore delegato, che quotidianamente mandano avanti la macchina di duecento e oltre dipendenti. Non vogliamo dire che gli altri tre membri facciano solo numero. Ma non possono avere un grande peso. I tre vanno a Settimo, nella sede di SETA, un certo numero di volte all’anno, si siedono e ascoltano il presidente e l’amministratore delegato. Sono questi due dirigenti che hanno il comando, hanno il polso della situazione, girano per gli uffici, hanno i conti sott’occhio ogni giorno. Gli altri tre membri, quelli dei Comuni, fra i quali Dalle Crode e Marocco, che ruolo svolgono? I più volenterosi porranno delle domande, chiederanno ulteriori informazioni e precisazioni, avanzeranno proposte per il Comune di provenienza, approfitteranno dell’occasione per imparare. Ma non sono loro a decidere. A decidere sono IREN e l’assemblea dei Comuni.
I tre membri sono generalmente frutto di una spartizione di posti in base agli schieramenti politici (uno a te, uno a me, ecc.) e al peso relativo dei vari Comuni. Tradizionalmente un posto spetta a Chivasso. Perciò possiamo ipotizzare che Marocco rappresenti in qualche modo l’amministrazione di centrosinistra di Chivasso: ma di ciò più avanti.
Aggiungiamo solo che lo Statuto di SETA prevede che la società possa venire diretta o da un “Amministratore unico” o da un organo collegiale composto da tre a cinque membri. Il “vecchio” Movimento 5 Stelle, quello delle origini, avrebbe chiesto di ridurre da cinque a tre il numero dei membri del CdA, inveendo contro la casta, gli sprechi, le poltrone di sottogoverno, ecc. Per la verità, sarebbe un risultato difficile da raggiungere: se il CdA avesse tre soli membri, ai tanti Comuni, con il loro 51% di quote, resterebbe un solo misero posto. Però i vecchi Cinque Stelle il problema lo avrebbero almeno posto, non fosse altro che per rimarcare la loro purezza e il loro rigore anti casta.

Claudio Castello sindaco di Chivasso
L’INFORTUNIO DI CASTELLO: LO SVENTURATO RISPOSE AL TELEFONO…
Da dove nasce la presenza dei 5 Stelle in SETA? Qui entriamo nel campo delle ipotesi: la risposta certa speriamo di ottenerla fra qualche giorno dalla dirigenza regionale del Movimento.
Nelle elezioni comunali del 2022, concluso il primo, il sindaco Claudio Castello si candida per un secondo mandato. La formazione della coalizione a suo sostegno è complicata dall’“incidente” dell’anno prima: il sindaco era stato intercettato mentre parlava al telefono con un (presunto) mafioso. Il chiamante era il presunto mafioso. Castello, lo precisiamo, non è stato indagato.
In seguito a questo “incidente”, Liberamente (Claudia Buo, ex assessore al bilancio col sindaco Lino Ciuffreda) toglie l’appoggio a Castello ed esce dalla maggioranza. E in questa tornata del 2022 Liberamente non si presenta più con il centrosinistra, ma candida a sindaco Claudia Buo. Per così dire una “terza forza” fra centrodestra e centrosinistra: un centro che guarda a sinistra, ma che non vuole più saperne di Castello.
LE ELEZIONI DEL 2022: MAROCCO IN SOCCORSO DI CASTELLO
Per fortuna che in soccorso di Castello arriva il Movimento 5 Stelle… Ma anche qui la questione è complicata e attendiamo lumi dal regionale del Movimento. Dopo incontri con i vari schieramenti in campo, Marocco e i suoi attivisti decidono appunto di presentare una lista del M5S a sostegno di Castello. Ma da Torino arriva lo stop: caro Marocco, ti vietiamo di usare il simbolo del Movimento. Perché? Forse a causa dell’incidente suddetto occorso a Castello.
Marocco però disobbedisce: forma lo stesso una lista civica con un simbolo proprio, distinto da quello ufficiale del Movimento: la lista “Chivasso in movimento”. Alle elezioni la lista va male. Non entra nemmeno in consiglio comunale. Ma qualche voto a Castello l’ha pur portato, e merita di venire ricompensata. Non con un assessorato: sarebbe troppo a fronte dei pochi voti raccolti. Tuttavia un posto di secondo livello, un posto di “sottogoverno” come si sarebbe detto una volta, glielo possono dare. E questo posto può essere proprio – è sempre e solo una nostra ipotesi – quello di una piccola poltrona in SETA. Così a metà del 2023 nel CdA di SETA entra Silvia Dalle Crode, la giovane promessa dei 5 Stelle chivassesi.
SETA: LA STAFFETTA DALLE CRODE - MAROCCO
Silvia Dalle Crode però alla fine del 2024 esce dal CdA di SETA e al suo posto entra Marocco. Perché? Ammettiamo che è una domanda poco importante: dal punto della spartizione dei posti importa che il posto in CdA sia andato al Movimento 5 Stelle. Tuttavia la domanda ce la facciamo lo stesso. Dalle Crode si è dimessa? E perché? La risposta, per lo meno quella ufficiale, immaginiamo che Dalle Crode l’abbia esposta in una lettera di dimissioni, che sarebbe di interesse pubblico poter leggere.
Ma non è finita qui: il posto in SETA a quale Movimento 5 Stelle è andato? A quello ufficiale, o allo strano 5 Stelle non ufficiale e disobbediente, cioè la lista civica “Chivasso in movimento”, che capeggiata da Marocco ha sostenuto Castello nelle elezioni comunali del 2022?
In quel 2022, come abbiamo ricordato, il M5Stelle di Chivasso era stato disconosciuto dal M5Stelle regionale: no a una lista 5 Stelle a supporto di Castello. Marocco aveva “disobbedito” e aveva creato la lista civica “Chivasso in Movimento” che poi appoggerà Castello. Si direbbe una disobbedienza grave, considerata l’ansia di purezza dei 5 Stelle e il loro giustizialismo, che non poteva tollerare una alleanza con il Castello “telefonatore”. In quella circostanza Marocco e suoi attivisti sono stati sanzionati? Espulsi, sospesi, colpiti da qualche provvedimento? Non lo sappiamo ancora: oggi gli attivisti chivassesi del Movimento, gli stessi che avevano “disobbedito” mettendosi in contrasto col Movimento ufficiale, nei loro profili Facebook tifano tranquillamente 5 Stelle, come se nulla fosse accaduto in quel 2022. E la dirigenza regionale si è schierata dalla loro parte nella recente polemica con Maria Paola Cena: per la consigliera regionale Sarah Disabato il vero Movimento 5 Stelle chivassese è quello di Marocco.
SCURDAMMOCE ‘O PASSATO…?
Viene un sospetto: il divieto di usare il simbolo ufficiale è stato solo una “finta”? Un espediente concordato fra i 5 Stelle di Chivasso e quelli di Torino? Che ha permesso al Movimento 5 Stelle ufficiale di Torino di salvare l’immagine di purezza e restare ugualmente, di fatto, nell’ambito del centrosinistra chivassese per Castello? Oppure il divieto fu un vero divieto, ci fu un vero scontro, e poi Marocco è stato “perdonato”? Oppure semplicemente il tempo è passato e anche per il duro e puro Movimento 5 Stelle vale il detto: “Chi ha avuto, ha avuto / Chi ha dato, ha dato / Scurdammoce ‘o passato…”?