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13 Aprile 2025 - 16:27
Iren all'assalto di Seta?
Qualche giorno fa abbiamo scritto del Consiglio di Amministrazione di SETA, e in particolare della staffetta Dalle Crode – Marocco. In proposito, correggiamo un nostro errore: il presidente di SETA non è espressione di IREN, che possiede il 49% della società, ma dei Comuni del Bacino 16 (che ne posseggono il 51%). È stato eletto, come gli altri membri, dall’assemblea dei sindaci, presumibilmente su “indicazione” informale del Comune di Settimo.
Ma su SETA, e su di noi cittadini dei Comuni nei quali opera la società, potrebbe incombere qualcosa di più importante di una staffetta nel CdA. Nel 2027-2028 scade infatti il contratto di affidamento a SETA della raccolta rifiuti: SETA aveva vinto nel 2012-2013 la gara per una durata di quindici anni.
Cosa accadrà nel 2027-2028? Verrà fatta una nuova gara? Forse sì. Ma gira una voce, tutta da verificare, secondo la quale IREN starebbe cercando di salire al 51% di SETA: in tal caso IREN potrebbe forse evitare la gara e decidere in proprio.
Da quali Comuni IREN comprerebbe le quote necessarie per arrivare dal 49 al 51%? Gli addetti ai lavori puntano il dito su tre Comuni: Settimo, Borgaro e Caselle. I loro sindaci sono legati politicamente al sindaco di Torino Stefano Lorusso. Il Comune di Torino già oggi fa la parte del leone in IREN, e il sindaco Lorusso punterebbe a espanderne il potere e gli utili, conquistando fra l’altro anche la maggioranza di SETA.
Il Comune di Torino è il secondo azionista di IREN con il suo 13,803% di azioni. Il primo azionista resta Genova con il 18,851%. Seguono a distanza Reggio Emilia (6,42), Parma (3,163), Compagnia San Paolo (3,848), Metro Holding Torino srl (5,371).
I tre Comuni presunti “venditori” – Settimo, Borgaro, Caselle – hanno una consistente quota di SETA. Ce l’hanno indirettamente, in quanto fanno parte del Consorzio di Bacino 16, che, come abbiamo scritto, possiede oggi il 51% di SETA. Nel Consorzio i Comuni più forti sono i più popolosi: Settimo ha il 19,14 delle quote del Bacino, Chivasso l’11,62, Leinì il 7,12, Volpiano il 6,72, Caselle il 5,98, Borgaro il 4,94, e così via scendendo. Settimo, Borgaro, Caselle – sempre secondo i si dice – potrebbero vendere parte delle loro quote a IREN consentendo alla grande società multiservizi di raggiungere il 51% in SETA.
Comunque sia, nel 2027-2028 il contratto con SETA scade. Cosa accadrà? Non lo possiamo sapere, ma sappiamo che, qualunque cosa accada, questa “cosa” viene lavorata in anticipo. I soggetti si muovono per tempo, e probabilmente si stanno già muovendo. A Chivasso il sindaco Castello e l’assessore Debernardi, di ritorno da Sabaudia, sono sul pezzo?
Più in generale, IREN si sta “allargando” da tempo. Ne ha scritto qualche tempo fa Sergio Bisacca nell’edizione settimese del giornale. L’autore cita i progetti di ampliamento dell’inceneritore del Gerbido: la proprietà dell’inceneritore è di TRM, ma IREN possiede l’80% di TRM.
Sergio Bisacca di Settimo Torinese
Scrive Bisacca: “L’inceneritore del Gerbido è ormai il simbolo della centralizzazione del sistema di gestione dei rifiuti in Piemonte. Nato per servire esclusivamente la provincia di Torino, l’impianto sta per essere ampliato, portando la sua capacità a 143.512 tonnellate annue”. Una scelta che va “in direzione diametralmente opposta agli obiettivi del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani, che mira al 70% di riciclo entro il 2026, riducendo il rifiuto indifferenziato”. Ma che va a vantaggio di IREN e quindi del Comune di Torino: “nel 2022 TRM ha bruciato 604.532 tonnellate di rifiuti, registrando un utile netto di 94 milioni di euro, grazie all’aumento dei rifiuti trattati e all’incremento delle tariffe di cessione dell’energia. Nel 2023, nonostante una lieve riduzione dei rifiuti trattati a 599.000 tonnellate, i profitti sono rimasti esorbitanti, con un utile di circa 39 milioni di euro”.
Sono soldi che finiscono in parte a Torino, che il tal modo trae vantaggio economico dall’ampliamento, mentre “i comuni limitrofi devono subire impatti ambientali senza alcuna alternativa valida per lo smaltimento”.
Aggiunge Bisacca: “Il progetto di ampliamento [dell’inceneritore del Gerbido] rientra in un quadro di crescente concentrazione nella gestione dei rifiuti. Se l'impianto dovesse espandersi, i Comuni piemontesi sarebbero costretti a conferire i loro rifiuti a un'unica struttura, dando un potere contrattuale ancora maggiore a Iren”.
E l’“imperialismo” di IREN potrebbe toccare anche Chivasso e i Comuni vicini: “Il monopolio di Iren, che già gestisce la raccolta rifiuti in zona tramite Seta, si sta rafforzando sempre di più”. Il contratto che affida a SETA la raccolta dei rifiuti scade nel 2027-2028. Un primo maldestro tentativo di consegnare a IREN il controllo maggioritario di SETA – conclude Bisacca – è stato “fortunatamente scongiurato”. Ma fino a quando l’assalto di IREN verrà respinto?
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