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10 Aprile 2025 - 21:18
La vecchia monorotaia di Italia 61
Mitologica, inafferrabile ed eterna. No, non stiamo parlando di Atlantide o di Narnia; nessuna saga fantasy. Si tratta solo della linea 2 della metropolitana di Torino, un progetto tanto decantato dalle varie amministrazioni del capoluogo piemontese negli ultimi anni, ma che viene puntualmente tagliato, ridimensionato, mutilato.
Il motivo? Costa troppo. Un progetto da circa quattro miliardi di euro, una cifra che – complici l’inflazione, la pandemia, il rincaro dell’energia e dei materiali per via della guerra in Ucraina e altre motivazioni (pretestuose?) – è progressivamente lievitata. Oltre al danno, anche la beffa: i cantieri della “chimerica” linea 2 dovevano iniziare nel 2025, ma sono stati posticipati al 2026. E ora, quale sarà il prossimo passo? Il 2036? O il “duemilamai”?
Intanto, il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, durante la sua recente visita a Torino, ha confermato il finanziamento per prolungare la linea 1 della metro, inaugurata nel lontano 2006, verso Cascine Vica, e ha “promesso” di trovare i fondi per aprire finalmente i cantieri della linea 2, confermandone il tracciato verso Orbassano. Almeno a parole, visto che i nostri lettori si ricorderanno delle rassicurazioni sul completamento della A33 Asti-Cuneo entro fine 2024, poi diventata fine 2025.
Nessuna parola però sul possibile prolungamento della “2” verso San Mauro e Pescarito. Pescarito? «Pescarito cosa?», aveva risposto il ministro delle infrastrutture a proposito dello “sfiocco” di San Mauro. Se già il destino della metro 2 in città sarà molto arduo, sembra che per la periferia nord-est sia arrivata la pietra tombale. Almeno per i prossimi decenni.
Elena Piastra, sindaca di Settimo Torinese, aveva reagito duramente alle parole di Salvini, proponendo però una soluzione «di superficie» per collegare meglio la zona al centro, forse qualcosa di simile ai disastrosi jumbo tram dell’amministrazione Diego Novelli a Torino (correvano gli anni ’80), che si sono rivelati col passare del tempo costosissimi, inadeguati e soprattutto un “pannicello caldo” contro l’iniziale decisione di non costruire alcuna linea di metro a Torino. Il sindaco Lo Russo non ha fatto invece menzione di una soluzione del genere.
Tuttavia, a causa della maggior consapevolezza sul clima, sulle emissioni e sulla necessità di una mobilità più sostenibile, oggi Torino chiede fortemente di avere dei trasporti pubblici degni di una grande città.
Oppure si vuole continuare a dare la colpa ai cittadini “brutti e cattivi” che prendono la macchina e “inquinano” perché non sono disposti ad aspettare un pullman per 30 minuti (a fronte di 2 euro di biglietto), mettendoci poi più di un’ora ad arrivare a destinazione dall’altra parte della città?
Le parole di Matteo Salvini hanno sicuramente smorzato gli entusiasmi a San Mauro Torinese, Comune che secondo il progetto avrebbe ospitato almeno due fermate della metro (Pragranda e Pescarito). Ne abbiamo parlato con la sindaca Giulia Guazzora.
Giulia Guazzora, sindaca di San Mauro Torinese
Sindaca Guazzora, come avete accolto in città le parole di Salvini? È la conferma che la metro 2 non arriverà a San Mauro almeno per i prossimi decenni?
San Mauro e il territorio circostante – visto che l’opera avrebbe avuto in zona il suo epicentro a Pescarito, ma avrebbe riguardato tutto il Comune e la periferia nord-est – continueranno a fare pressione. È un’infrastruttura che riguarda tutto il territorio, anche alla luce del rilancio della zona industriale Pescarito, visto che ci sono aziende, in primis Argotec, che stanno investendo su quell’area. Ancora una volta, però, il nostro territorio non viene considerato dalla politica e dagli investimenti pubblici. Almeno lo “sfiocco” di San Mauro è stato mantenuto nel progetto.
Certo, è rimasto sulla carta. Il problema è che, a oggi, non è stato finanziato.
Sì, la situazione è questa. Di sicuro però non accetteremo in modo passivo questa decisione. Sappiamo che queste infrastrutture hanno tempi lunghissimi e costi molto importanti, e che le condizioni economiche sono cambiate negli ultimi anni, così come sappiamo che il progetto, quando è stato tracciato sulla carta, non era ancora stato finanziato. Quello che però possiamo provare a fare, e uso il plurale perché il discorso non riguarda solo San Mauro, è continuare a insistere per mantenere lo “sfiocco” della metro 2, ma dobbiamo pensare anche a delle soluzioni alternative meno costose, almeno in attesa della metro, e più vicine nel tempo.
Elena Piastra parlava di “soluzioni alternative di superficie”, ma di cosa si tratta? Non c’è il rischio che siano come i jumbo tram di Novelli?
L’importante per noi è collegare meglio la zona di Pescarito e tutta la zona nord-est con Torino. Sapendo che i tempi, in ogni caso, sarebbero lunghi (e lo sappiamo bene), si possono immaginare delle alternative, tenendo conto delle valutazioni economiche. Se è vero che la metro non arriva nell’immediato, magari arriverà nel futuro. Intanto possiamo pensare a soluzioni più nel breve e medio termine: è la nostra posizione così come di altri Comuni nella zona.
Certo è, però, che una metropolitana leggera di superficie va fatta passare sottraendo spazio alle strade e alla città.
Sì, ma all’estero ci sono anche metropolitane leggere sospese, se guardiamo alla Corea del Sud e al Giappone.
Quindi pensate anche a una monorotaia, ad esempio?
Sì, anche. Gli esempi sono molti all’estero di mobilità più rapida rispetto ai tradizionali pullman e tram. Le possibilità vanno esplorate con coraggio e con una visione. Non ci si può fossilizzare solo sulla metro sotterranea. Sicuramente ci vogliono studi e approfondimenti, ma la soluzione per noi non è rimanere immobili e dire: “Ah sì, pazienza”. Ci vorrebbe uno studio che indichi tre o quattro possibili alternative, considerando anche la riqualificazione della ex-Manifattura Tabacchi.
Però non c’è il rischio che anche la monorotaia venga bollata da Torino come un’opera “faraonica” e costosissima?
Secondo me, fermo restando che la metro 2 rimane la priorità, non possiamo restare con le mani in mano, ma pensare a delle soluzioni un po’ più fattibili e snelle a livello economico. Vediamo che cosa uscirà nei prossimi mesi. Noi come amministrazione, insieme a Settimo, continuiamo a chiedere che ci sia un’attenzione su quest’area. Purtroppo, non c’è una disponibilità attuale del Governo a finanziare la linea 2 della metro verso nord-est.
Ecco, qualcuno potrebbe insinuare che Salvini abbia favorito il finanziamento verso Orbassano perché la sindaca Cinzia Bosso è di centro-destra, al contrario di S. Mauro e Settimo. Cosa ne pensa?
Io penso che, quando si fanno ragionamenti a lungo termine come quelli sulla metro, non si guardino queste cose: come ha detto anche il ministro in conferenza stampa, Torino (a guida PD, ndr), altri territori e il Governo hanno lavorato assieme. È vero: adesso Orbassano è guidata dal centro-destra, ma questi sono lavori che vanno ben oltre i cinque anni di mandato. Altrimenti ci vorrebbero dei mandati ventennali, ma lo stesso riguarda anche San Mauro: oggi è guidata dal centro-sinistra, ma un domani chissà. Le amministrazioni si possono alternare. Non penso che sia stato fatto questo tipo di preferenza, ma bisognerebbe chiederlo al ministro.
Restano quindi molte ombre sulla metro 2 di Torino, così come tante sono le sfide che la città e l'hinterland sono chiamate ad affrontare nei prossimi decenni, pena il fatto di rimanere una metropoli d'altri tempi, ancorata al passato e vittima di mille compromessi economici.
La mappa ufficiale della metro 2 e dei relativi prolungamenti. Quello verso San Mauro rimane solo sulla carta
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