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09 Aprile 2025 - 11:31
Jovanotti a Torino, sei notti da tutto esaurito: musica, fiori e visioni al Palajova
Quando Jovanotti sceglie Torino come tappa del suo tour, non si tratta solo di musica: è una vera festa collettiva, un’esplosione di suoni, immagini e affetti che coinvolge tutta la città. A partire da questa settimana, l’Inalpi Arena si prepara ad accogliere sei serate evento con oltre 70 mila biglietti già venduti e una macchina scenica che promette di lasciare il segno. Dopo mesi di silenzio forzato a causa del grave incidente in bici che l’aveva colpito a Santo Domingo, Lorenzo Cherubini torna sul palco più vivo che mai, forte di un nuovo album – Il corpo umano vol. 1 – e di un’urgenza artistica che si fa spettacolo.
150 minuti di show che non sono solo concerti, ma viaggi sensoriali, con una scaletta che abbraccia trent’anni di carriera: da “L’ombelico del mondo” a “Serenata rap”, fino alle recenti “Montecristo” e “Un mondo a parte”. Il tutto cucito da una regia visiva che fonde fiori rotanti, maxischermi, pod in movimento e luci narrative. Il Palajova – come è stato ribattezzato il palco – è un organismo vivo, un’estensione del pensiero di Jovanotti, “un lavoro fatto per arrivare dritto al punto, come la primavera”, spiega l’artista.
Il tour di Jovanotti sbarca a Torino
Torino, intanto, lo accoglie a braccia aperte. Non è solo una delle città del tour, ma un luogo del cuore: lo scorso settembre Jovanotti ha celebrato i 30 anni della Scuola Holden accanto ad Alessandro Baricco, e ora torna a respirarne l’energia dalle vetrate dell’Hotel Principi di Piemonte, dove si allena e si prepara, seguito da un team di fisioterapisti e coach.
Sul palco, con lui, la J Street Band, 13 musicisti guidati dallo storico bassista Saturnino, compagno inseparabile da 35 anni. Ma non mancano le sorprese: tra gli ospiti speciali ci saranno Willie Peyote, Samuel Romano (Subsonica, Motel Connection), il regista Marco Ponti, e due giovani promesse che apriranno le serate: il rapper senegalese Axell e la cantautrice Nicol.
E poi c’è il pubblico, sempre al centro. “Quando guardo le persone davanti a me vedo un mondo che mi piace”, dice Jovanotti, e questo mondo variegato lo segue, lo canta, lo balla. Perché un concerto di Jovanotti non è mai solo intrattenimento: è una dichiarazione d’amore al presente, una danza collettiva che trasforma ogni brano in rito laico e pop.
Chi non c’era, ha ancora tempo. Chi c’è stato, difficilmente dimenticherà. Torino e Jovanotti: un legame che suona forte.
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