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Cronaca

In Piemonte, c'è la lista d'attesa anche per morire...

Tre pazienti piemontesi deceduti mentre attendevano l'autorizzazione per il suicidio assistito

In lista d'attesa

In Piemonte, c'è la lista d'attesa anche per morire...

In Italia, il diritto al suicidio assistito è stato riconosciuto dalla Corte Costituzionale con la sentenza 242/2019, che ha stabilito la non punibilità dell'aiuto al suicidio in presenza di specifiche condizioni: il paziente deve essere capace di prendere decisioni libere e consapevoli, affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili, e dipendente da trattamenti di sostegno vitale. Tuttavia, l'assenza di una legge nazionale che definisca tempi e procedure per l'accesso a questa pratica ha portato a situazioni drammatiche.

Secondo un'indagine dell'Associazione Luca Coscioni, dal 2020 sono state presentate 51 richieste di suicidio assistito alle aziende sanitarie italiane; di queste, tre provenivano dal Piemonte e riguardavano pazienti deceduti durante l'iter di verifica delle condizioni. L'associazione critica la mancata emanazione di una legge sul fine vita e sollecita il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, a riaprire il confronto per garantire risposte tempestive a chi chiede libertà e rispetto nel momento più difficile della propria vita .​

La Toscana ha recentemente approvato una legge che stabilisce tempi certi per l'iter di valutazione delle richieste di suicidio assistito: 30 giorni per la risposta e, in caso di esito positivo, l'assistenza deve essere erogata entro ulteriori 7 giorni. Questo esempio dimostra che è possibile regolamentare la materia a livello regionale, garantendo tempi certi e rispetto per le scelte dei cittadini.

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