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Il Canavesano imbruttito

800 miliardi, bugie e “esperti”: l’Europa ci prende per il sedere

Dalla guerra venduta come pace al riarmo spacciato per difesa comune: Ursula, Draghi e Benigni recitano lo stesso copione. Mentre la gente fatica, Bruxelles si aumenta lo stipendio per la settima volta in tre anni. E il conto, ovviamente, lo paghiamo noi

800 miliardi, bugie e “esperti”: l’Europa ci prende per il sedere

Scholz e Zelenzky

Ancora una volta a farla da padrone sono state ipocrisia e viltà, cose che spesso vengono sapientemente nascoste dietro le parole. 

“REARM EUROPE” era sembrato un po’ troppo diretto. Era piaciuto a Macron, che voci di corridoio vogliono da tempo impegnato a farsi ritrarre in servizi fotografici, indossando abiti in stile impero e l’immancabile bicorno da generale, bordato di un gallone d’oro, coccarda e piume tricolori, un tempo, esibito dal solo Napoleone Bonaparte. Era piaciuto al Cancelliere austriaco Karl Nehammer, anche lui, da spifferi incontrollati, impegnato in audizioni a giovani compositori con lo scopo di trovare quello giusto a cui commissionare una marcia che non sia seconda a quella del Generale Josef Radetzky. Era piaciuto anche in Germania dove, dai salotti ovattati di “BlackRock”, si apprende che il successore di Olaf Scholz alla fine sarà il multimilionario Friedrich Merz, uno che ama definirsi come “un membro della classe media superiore”.

Insomma, “REARM EUROPE” era piaciuto un pò a tutti, anche agli inglesi, che dall’Unione Europea si sono sfilati ormai da anni, ma ai governi di Spagna e Italia, soprattutto a spagnoli e italiani, non era andato giù. Per carità, “fedeli al non capisco, ma mi adeguo”, anche da loro, era stato ampiamente votato in sede di Parlamento Europeo, ma poi, pare che Pedro Sanchez e Giorgia Meloni siano incappati in difficoltà inaspettate nel cercare di tradurne il significato alla loro gente. Così la brava Ursula, già Ministro Federale tedesco della Difesa dal 2013 al 2019, perfetto prototipo della donna partorita dalla Repubblica di Weimar, ha sbianchettato tutto e, fedele al “vi piace essere presi per il culo?”, ha regalato a tutta Europa, soprattutto a spagnoli e italiani, il più digeribile e incomprensibile “Readiness 2030”.

Macron e Ursula Von der Lyen

Il presidente francese Macron e la presidente dela commissione europea Ursula Von der Lyen

Non cambia niente, se non in peggio, ma almeno, soprattutto in Spagna e in Italia, tutti potranno dire la loro, blaterare, sproloquiare, parlarsi addosso, sicuri, ma felici di non non averci capito un cazzo. Gli 800 miliardi andranno comunque trovati e, che piaccia o no, vedremo quanto direttamente, verranno trovati nei conti correnti dei risparmiatori. L’importante, però, è che la gente sia contenta. La propaganda politica serve a questo e l’attenta Ursula, specialista nell’aggirare condanne e insabbiare inchieste, pare che, da grande ammiratrice di Magda Goebbels e Reni Riefenstahl, voglia conferire alla propaganda contro il pericolo dell’invasione russa, così come fece contro il “pericoloso” covid-19, il necessario tono messianico, ponendosi esplicitamente a capo della crociata del bene contro il male.

Intanto, una domandina per i tanti a cui sembra si sia inceppato il cervello: “Ma se Putin volesse davvero invaderci, perché mai dovrebbe concedere al “Feldmaresciallo Generale”, Ursula von per Lyen, il tempo necessario al riarmo dell’Europa?”

E non venga qualcuno a rispolverare la tesi di un esercito russo allo stremo, che ha bisogno di tempo, costretto a smontare, come pubblicava “Il Messaggero” in data 01 novembre 2022, i microchip indispensabili alla produzione militare da lavatrici e frigoriferi; non ci vengano a dire, come pubblicato da “La Repubblica” in data 06 marzo 2023, che i russi non hanno più munizioni e che sono costretti a combattere con le pale; non ci vengano a raccontare, come hanno fatto un po’ tutti, da “La Repubblica” a “Il Messaggero”, da “Il Mattino” a “Open”, da “Tgcom24” a “La Stampa” e tantissimi altri, che Putin ha il cancro, che è stato operato, che è impazzito, che ha avuto un arresto cardiaco, che forse è morto, che è malato grave, che ha il morbo di Parkinson, che ha l’ansia da covid e chi più ne ha, più ne metta, perché le sorti di una guerra non si decidono sulle pagine dei giornali e nemmeno nei talk show televisivi, soprattutto, non si decidono raccontando cose non vere. In ogni caso c’è chi considera legittimo dire e scrivere di tutto e di più, ma “correttamente” con la fonte sempre indicata. Nessuna fantasia strampalata, nessuna bugia, nessuna invenzione e nessun inganno, semplicemente, titoloni, articoli e informazioni televisive frutto di “fughe di notizie”; di “riservatissimi” rapporti di “intelligence”; di assicurazioni ricevute da ex deputati, come la britannica Louise Mensch (citata da “Panorama”), di spie come Kyrlo Budanov (citato da “today.it” e da “Il Messaggero) o di confidenze, addirittura, provenienti direttamente dalla bocca della verità, quella che sta sotto il naso del Presidente ucraino Zelensky. Confidenze riportate ancora una volta da “Il Messaggero”, che in data 19 gennaio 2023 regalava ai suoi lettori e alle tante rassegne stampa televisive, griffata Zelensky, la notizia delle notizie: “Non è sicuro che Putin sia ancora vivo. Potrebbe essere una sua controfigura quello che compare sugli schermi”.

Comunque in questo clima di “verità strane” una cosa certa c’è: gli americani hanno scelto Trump, hanno scelto l’America, hanno abbandonato la follia della vaccinazione globale, si sono sfilati dai tentacoli dell’O.M.S., hanno preteso di essere risarciti dall’Ucraina e in un sol colpo si sono liberati di personaggi, ad essere buoni, poco lucidi, come Joe Biden e Nancy Pelosi, che nel ruolo di terza carica del Governo statunitense nell’agosto del 2022, qualcuno lo ricorderà, non esitò a recarsi a Taiwan con l’obiettivo dichiarato di “onorare l’impegno incrollabile dell’America nel sostenere la vivace democrazia taiwanese”, cosa che provocò la dura reazione diplomatica della Cina nei confronti di Washington. 

In questo clima di “verità strane”, da quando è iniziata la guerra tra Ucraina e Russia, leggendo quotidiani, settimanali ed ascoltando le televisioni, s’intende, solo i media deputati a trasmettere e scrivere le “verità vere”, quelle ufficiali, sappiamo che Putin ha avuto una ventina di differenti tipologie di tumore, che è stato prossimo alla morte almeno una decina di volte, che è stato seppellito in silenzio e che, però, questo non l’hanno né detto, né scritto, seppur ormai evidente, respira senza fatica, sta bene, è lucido e addirittura, è vivo.  

In questo clima di “verità strane” abbiamo comunque maturato una certezza, alla fine, se Putin è stato male, non è stato così male e soprattutto, ormai, credo possa essere riconosciuto da tutti, non è morto. Per fortuna! Pensate se Zelensky avesse avuto ragione, ora sarebbe resuscitato! E cosa non sarebbe successo nel mondo. Pensate, la Casa Bianca di Mosca sarebbe diventata luogo di pellegrinaggio per centinaia di milioni di fedeli tra l’imbarazzo dei media mainstream e quello dei politici europeisti, tutti sedicenti cristiani, molti anche cattolici. 

In questo clima di “verità strane” Putin pare essere l’unico lucido e presente, attento a far si che la corda non si spezzi, seppur a suo tempo esageratamente tirata da Biden e ancora oggi, pericolosamente tesa dai guerrafondai europeisti. Gli stessi che vorrebbero una “grande armata europea”, capace di evocare la “Grande Armée” di napoleonica memoria. Gli stessi che un giorno sì e l’altro pure volevano Putin prossimo ad essere destituito da colpi di stato assortiti, magari organizzati nei fine settimana da ufficiali scontenti o da oligarchi festaioli, tra un bicchiere di vodka e una bottiglia di champagne.

Insomma, nulla è andato come la narrativa ufficiale garantiva che sarebbe andato ed ora, perché mai le cose dovrebbero essere diverse? Forse perché al duo Draghi-Prodi, tornati insieme dopo anni di carriere separate, si è aggiunto, dietro il modico compenso di circa un milione di euro, anche Roberto Benigni?

Ci mancavano, forse, due ore di utopia europeista, quella che ci è già costata tanto e che presto ci costerà altri 800 miliardi?

Ci mancava, forse, il “sogno” di Benigni, la sua “lectio magistralis” sull’elogio dell’unità europea e la condanna dei nazionalismi, a suo dire, lo stesso dire di Ursula von der Leyen, portatori d’odio?

Non so come sia stato possibile, probabilmente nell’attesa dell’uso su larga scala dell’intelligenza artificiale, molti hanno colto la palla al balzo ed hanno anzitempo spento il cervello, ma vorrei ricordare, che la tanto decantata Europa Unita sin qui ha masticato e sputato diritti, libertà, democrazia. Cose sostituite da paura, ossessione, discriminazione e dispensazione d’odio per le diversità.

Come altro giustificare, infatti, l’assoluto menefreghismo mostrato dalle istituzioni europee di fronte al massacro quotidiano a cui erano sottoposte le popolazioni del Donbass prima dell’intervento militare russo?

Come spiegare l’ostentata vicinanza con Benjamin Netanyahu, nonostante questi stia cercando di cancellare dalla faccia della terra il popolo palestinese?  

Come giustificare l’ossessione per le mascherine, acquistate per il fabbisogno dei prossimi 14 anni e costate ben nove miliardi di euro?

Come giustificare, ancora oggi, l’omertà sulle reazioni avverse dei vaccini anti covid quando, ad esempio, solo lo scorso 14 febbraio, Donald Trump firmava un ordine esecutivo contro l’uso degli stessi, mettendo nero su bianco, che qualsiasi scuola li avesse richiesti sarebbe stata punita con il blocco dei fondi federali?

Come spiegare il comportamento di politici, giornalisti, opinionisti e “testimonial” di professione, che oggi si atteggiano a indomiti guerrieri e non molto tempo fa si cagavano addosso se gli si passava vicino senza indossare la mascherina?

Come riuscire a dare un senso ai ragionamenti strampalati di quelli che hanno passato tre anni terrorizzati da raffreddori e colpi di tosse e che ora vogliono fare la guerra alla Russia?

Come dimenticarsi quel 2009, quando il Presidente statunitense Barack Obama, passeggiando in mezzo alle macerie dell’Aquila distrutta dal terremoto, prometteva aiuti mai arrivati, mentre Putin, a telecamere spente donava sette milioni di euro per la ricostruzione, avvenuta, di Palazzo Ardinghelli e della Chiesa di San Gregorio Magno?

Come riuscire ancora a dar credito a personaggi dannosi e pericolosi come Draghi, il “grande economista prestato alla politica”, che oggi ci avverte del pericolo di un’invasione russa, mentre solo tre anni fa assicurava che l’embargo nei confronti di Mosca aveva avuto un effetto dirompente, tanto dirompente, aggiungo io, che in Russia il Pil ha fatto segnare un più 4% e gli stipendi sono aumentati del 18%?

Ci mancava, ci mancava davvero, ora sappiamo, perché l’ha detto Draghi, “esperto” di tutto, di economia, finanza, politica ed ora, anche di difesa e strategie di guerra, che gli 800 miliardi saranno ben spesi, per il nostro bene e la nostra sicurezza. Insomma, il Draghi che il mondo ci invidia, le tasche, le sue, sicuramente le ha riempite a dismisura, ma sinceramente, trovare una sola cosa, anche piccina, che negli anni ha fatto per il bene dell’Italia, soprattutto a vantaggio degli italiani, è cosa decisamente impossibile. Un parere favorevole sull’operato di Draghi può solo arrivarci dalla stessa gente che sin qui ci ha ammorbato con notizie false sulla salute di Putin e dell’esercito russo.

Purtroppo, però, la storia della nostra Italia, soprattutto quella recente, ci racconta che da noi gli “esperti” hanno sempre ragione. Gli “esperti” non sono mica “esperti” per caso, nossignori, sono i media a presentarceli come tali; sono i politici che se ne avvalgono per dare fondatezza alle loro decisioni, ai loro progetti e più in generale, alle loro minchiate. Gli “esperti” hanno “studiato” tanto, forse, comunque hanno capito che il sapere non riempie né la pancia né il conto in banca e non a caso hanno scelto di fare gli “esperti”. Un po’ come all’epoca della pandemia da covid-19, quando in televisione non c’era un medico, ma solo “scienziati”, tanto da chiedersi, “ma dove minchia la danno la laurea da scienziato?”. Ecco, l’esperto è addirittura più di uno scienziato, perché lui è “esperto”, lo dicono tutti, quindi, bisogna fidarsi. Cosa conta, poi, se il Mario Draghi, grandissimo “esperto”, verrebbe preso a calci dai suoi clienti se facesse il commercialista, lui è un “esperto” e quelle cose non le fa. Lui ha imposto agli italiani di vaccinarsi contro il covid, pena la perdita del posto di lavoro e poi, dopo aver raccontato alla Nazione che si era vaccinato anche lui perché “chi non si vaccina si ammala e muore”, aveva reso noto che si era ammalato di covid, ovviamente in maniera lieve.  In ogni caso tutti i grandi “esperti”, molti già figli di “esperti”, hanno capito che fare gli “esperti” paga bene se fatto al servizio di chi detiene potere e denaro. 

Gli “esperti” hanno fatto un mucchio di cose “belle”, ci hanno “regalato” il progresso; hanno creato la bomba atomica; hanno creato la crisi economica; hanno distrutto la natura; hanno creato gli OGM, il cibo industriale, chimico, morto e tossico. Guardando solo a casa nostra, abbiamo avuto “esperti” che avvallarono, nonostante i residenti avessero avvisato del pericolo, la costruzione della diga sul Vajont, rendendosi responsabili di una strage che costò la vita a circa 2000 persone e per la quale nessuno ha mai pagato. Ci sono stati gli “esperti” che hanno coperto il Paese di eternit e altri esperti che hanno cercato di farlo rimuovere da ogni dove. Ci sono stati, in tempi recenti, gli “esperti” che hanno consigliato ai Comuni di ricorrere ai derivati per avere liquidità, decretando di questi, inevitabilmente a carico dei cittadini, un indebitamento costante e senza fine. Ci sono stati “esperti” di finanza e di mercati, i già citati e “pluridecorati” Mario Draghi e Romano Prodi, ma anche Gianni Letta e Mario Monti, gente che ha ideato e portato avanti la liquidazione dell’intero Paese, facendo ricadere sull’intera popolazione la cancellazione di diritti garantiti dalla Costituzione e tagli inqualificabili allo stato sociale. Ci sono stati, in tempi ancor più recenti, esperti, sedicenti scienziati, che hanno preteso, con risultati disastrosi, di curare casi di polmonite bilaterale somministrando tachipirina e consigliando vigile attesa.

Insomma, "Dio ci scampi e liberi dagli “esperti!” A ben vedere e ben sentire, “esperti” di niente, le bocche da fuoco al servizio del potere economico e politico, capaci di mentire, inventare, esagerare e stravolgere passato e presente. Ci sono eserciti di esperti e non passa giorno senza che ne vengano arruolati di nuovi. 

Al momento, messi un attimo da parte “scienziati”, "virologi", “infettivologi”, “cantanti” e “presentatori”, pare che il potere economico e politico sia alla ricerca di personaggi meno specializzati, più poliedrici, capaci di spaziare tra diversi generi e discipline, dalla recitazione all’imitazione, dal canto alla musica, dalla danza al circo. Servono i “performer”, i giullari, i “pifferai”, capaci di portare in scena pelose “verità” e inutili, non richieste, lezioni di storia, abili nel "suonare il piffero", nel "ballare" e nel far "ballare".

Si sta andando ben oltre l’indecenza intellettuale e l’Italia, sebbene da noi se ne parli sempre meno, ovunque conosciuta per le stragi senza colpevole, per gli strani suicidi eccellenti, per la loggia P2, per la mafia e per gli scandali di ogni tipo, anche questa volta, confidando nella corruzione, malattia insita nella nostra società, che si manifesta nelle parole e nei comportamenti, sembra sia stata al centro di una scelta geopolitica internazionale, tradotto: “Se un Benigni qualsiasi riesce a convincere 50 milioni di persone che le armi sono indispensabili per la pace e che l’Unione Europea è la più grande istituzione realizzata dall'essere umano negli ultimi 5000 anni, allora è fatta, Benigni se ne trovano ovunque, quanti ne servono.” 

Si parla di guerra e di riarmo come si parlasse di calcio, di musica o di cinema e intanto dal prossimo aprile per i 66.000 dipendenti delle istituzioni europee scatterà il settimo aumento di stipendio degli ultimi tre anni, questo mentre in Italia dal 2014 la retribuzione lorda è aumentata mediamente del 15%, che tradotto, tenendo conto dell’aumento dei prezzi, significa che gli italiani guadagnano meno di dieci anni fa. 

In ultimo, visto che nessuno lo dice o lo scrive, vorrei far presente, soprattutto a chi pende dalle labbra degli “esperti”, meglio se anche “scienziati”, “Che un importante studio scientifico ha dimostrato, senza nessuna possibilità di replica, che il risultato di qualsivoglia studio scientifico dipende interamente dalla provenienza del finanziamento”.

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