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Maurizio Milano a Rivarolo: “Il pifferaio di Davos e il suicidio dell’Europa”

Grande partecipazione all’incontro organizzato da Liberinsieme. L’economista cuorgnatese smonta la narrazione ufficiale su crisi, controllo e Agenda 2030

Maurizio Milano a Rivarolo: “Il pifferaio di Davos e il suicidio dell’Europa”

Maurizio Milano

Rivarolo C.se, ancora una volta, grazie alla sapiente organizzazione del gruppo spontaneo “Liberinsieme”, già distintosi negli ultimi tempi per aver portato nella cittadina canavesana importanti convegni e importanti relatori come Carlo Minetti, docente del “Centro Studi Riconquista”, membro e fondatore dell’Associazione John Henry Newmann, che aveva visionato il conflitto fra Ucraina e Russia libero dallo strabismo dell’informazione “ufficiale” o il ricercatore Daniele Vallino, che aveva sapientemente sfogliato l’Agenda 2030 portando all’attenzione del pubblico canavesano le tante verità nascoste in essa, ha ospitato, lo scorso venerdì 14 marzo, un altro importante evento.

Nel salone dell’Oratorio San Michele Arcangelo, Maurizio Milano, economista, analista dei mercati finanziari, membro dell’associazione “Alleanza Cattolica e del “Collegio degli Autori dell’Osservatorio Internazionale Card. Van Thuận”, collaboratore della “Nuova Bussola Quotidiana”, ha presentato la sua ultima fatica letteraria “Il pifferaio di Davos-Il suicidio dell’Europa e il ciclone Trump”.

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Detto dell’impeccabile organizzazione, frutto dell’impegno della dott.sa Anita Leone e di tutto il gruppo “Liberinsieme”, quello che è balzato all’occhio è la voglia di sapere e di conoscere, chiaramente manifestata dal numeroso pubblico intervenuto. Evidentemente sono sempre più numerosi gli italiani che non si accontentano dell’indottrinamento dispensato dai media nazionali. 

A tal proposito Maurizio Milano si è mostrato un sapiente relatore, capace di regalare alla platea temi ai più poco conosciuti, sempre affrontati in maniera superficiale e ideologica dalla politica e dall’informazione nostrana. Silenzio e ascolto hanno caratterizzato la serata, che l’autore del libro ha voluto iniziare partendo da lontano, dai primi anni 70 del secolo scorso, riuscendo a ricucire i sottili fili della memoria sino ai giorni nostri in cui il “World Economic Forum di Davos”, community caratterizzata dalla cooperazione ai massimi livelli tra colossi industriali e finanziari, importanti leader politici mondiali, realtà sovranazionali, banche centrali, primarie fondazioni, accademie, media e influencer globali, ha imposto al mondo, soprattutto all’Unione Europea, la sua “Agenda”. L’obiettivo del W.E.F., ormai apertamente dichiarato, secondo Maurizio Milano è quello di: “superare il modello economico-finanziario in parte ancora fondato sulla libertà economica della piccola e media impresa privata e su basi prevalentemente nazionali, giudicato non più sostenibile, per definire una governance politica ed economica sovranazionale, basata sulla pianificazione e sul controllo”. L’economista, cuorgnatese di nascita, ha messo a nudo la narrazione “ufficiale”, evidenziandone le parole d’ordine, i pericoli e le bugie: “Siamo immersi da alcuni anni in una Grande Narrazione, che alimenta la percezione di crisi ed emergenze continue, dalla “pandemia” sanitaria alla “pandemia” climatica, dalla crisi energetica alle crescenti tensioni geopolitiche. La narrazione di crisi esistenziali e senza precedenti nella storia umana, è funzionale a rendere accettabili gli enormi sacrifici richiesti dall’iniziativa di Davos in termini di privacy, proprietà privata e libertà”. 

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Maurizio Milano ha anche chiarito, mostrando grande disponibilità nei confronti di un pubblico molto attento, ma altrettanto desideroso di spiegazioni che: “La paura consente il controllo e la paura è stata sin qui sapientemente dosata nelle masse attraverso la politica e gli organi d’informazione complici o sudditi del W.E.F.. L’agenda riguarda ogni aspetto della vita dell’uomo: dagli investimenti all’energia, dalle automobili all’organizzazione urbana, dalle abitazioni all’alimentazione, dai consumi al denaro, dall’identità alla sanità, dalla famiglia alla vita sociale”. L’economista piemontese non si è fatto pregare neanche quando dal pubblico gli è stato chiesto del “grande reset” ed ha spiegato che: “Il Grande Reset muove dall’ideologia climatista e dalla digitalizzazione per coinvolgere non solamente le molteplici attività umane ma addirittura l’uomo a tutto tondo, aprendo a prospettive transumane per ricreare da zero un mondo nuovo: sostenibile, inclusivo e resiliente”. Per poi chiarire che: “L’accettazione obbediente di draconiane e spesso irrazionali misure di confinamento, controllo e limitazione dei diritti più elementari durante la gestione politica della recente emergenza sanitaria ha dimostrato che con una narrazione adeguata si può facilmente modificare il comportamento umano dei più. L’epidemia covid-19, non a caso, è stata fin da subito considerata dal WEF una grande opportunità da cogliere, e da cogliere in fretta”. In ultimo, alla classica domanda “Esiste una via d’uscita?” Ha risposto: “Urge una contro-narrazione per rompere l’incantesimo, mostrare che il Re è nudo e scendere finalmente dalla Montagna Incantata di Davos per un salutare ritorno al reale, prima che il reale ci presenti il conto”.

Devo dire, una bella serata, un relatore canavesano di cui avevo sentito parlare, ma non conoscevo, un “verbo” diverso da ascoltare, molto apprezzato dai presenti, che non elogia la resilienza, l’accettazione e la passività, ma che vuole indicare la necessità di ripensare un futuro diverso da quello prospettato e indicato dal W.E.F. e dall’Agenda 2030. Fa piacere che ci sia ancora il Pensiero e che grazie a “Liberinsieme” Rivarolo abbia saputo mostrare il suo cuore pulsante, caratterizzato dal grande interesse partecipativo della sua comunità.

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