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Brandizzo, Decathlon chiude il polo logistico: 125 lavoratori a rischio

La chiusura del magazzino Decathlon di Brandizzo lascia 125 lavoratori senza impiego, tra razionalizzazioni e incertezze future

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Brandizzo, Decathlon chiude il polo logistico: 125 lavoratori a rischio

La notizia della chiusura del polo logistico Decathlon di Brandizzo, avvenuta 31 marzo 2025, ha scosso profondamente la comunità locale e i 125 dipendenti impiegati nello stabilimento. L'annuncio, dato durante un'assemblea aziendale il 22 aprile 2024, ha colto di sorpresa molti lavoratori, nonostante alcune voci circolassero già da settimane. 

Inaugurato nel 2016, il magazzino di Brandizzo si estende su 21.000 metri quadrati e dispone di 32 punti di carico. Ha svolto un ruolo cruciale nella distribuzione di articoli sportivi per i negozi Decathlon situati in Piemonte e Liguria. Tuttavia, la decisione di chiudere il sito si inserisce in un più ampio piano di razionalizzazione che coinvolge altri tre centri logistici in Europa, tra cui quello di Siviglia, in Spagna, chiuso il 31 dicembre 2024, con la perdita di 110 posti di lavoro.

I lavoratori del polo di Brandizzo, molti dei quali con un'età media di 35 anni e assunti con contratti part-time, ora affrontano un futuro incerto. I sindacati, tra cui la UILTuCS, rappresentata da Luca Sanna, stanno cercando soluzioni per la ricollocazione del personale nei punti vendita e in altri depositi dell'azienda.

La chiusura del polo logistico ha sollevato preoccupazioni anche tra le autorità locali e regionali. Gianna Pentenero, assessore del Comune di Torino, e il consigliere regionale Alberto Avetta hanno espresso critiche nei confronti della gestione regionale, evidenziando come questa vicenda metta in luce le difficoltà economiche del territorio del Canavese e del Chivassese, già provati da processi di deindustrializzazione.

Il destino del grande capannone di Brandizzo rimane incerto. Nonostante i tentativi di coinvolgere gli enti locali nella ricerca di nuove aziende interessate a subentrare, al momento non ci sono notizie di possibili acquirenti o nuovi progetti per l'area. Il rischio è che il sito resti inutilizzato, diventando un simbolo silenzioso delle sfide economiche e occupazionali che il territorio sta affrontando.

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