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02 Aprile 2025 - 10:32
Nella bassa Val di Susa, tra i Comuni di Buttigliera Alta e Rosta, lungo un tratto dell’antica via Francigena, sorge uno dei monumenti più affascinanti del Piemonte: la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, oggi di proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano. È proprio questo complesso architettonico ad accendere i riflettori della rubrica Storie metropolitane, curata dall’Ufficio stampa della Città metropolitana di Torino, in occasione di un anniversario straordinario: i 650 anni dalla nascita di Giacomo Jaquerio, il grande maestro del gotico internazionale.
La celebrazione, prevista per sabato 5 e domenica 6 aprile, vedrà coinvolti i Comuni di Buttigliera Alta, Rosta e Avigliana, insieme alla Fondazione. La nuova puntata della rubrica, disponibile sul canale YouTube ufficiale (link), racconta il valore storico, artistico e simbolico di Ranverso, e il legame profondo con la figura di Jaquerio, tra i più importanti pittori piemontesi del tardo Medioevo.
Sulla statale del Moncenisio, in direzione Avigliana, un viale alberato conduce a un luogo sospeso nel tempo. “Il toponimo attuale – spiega Marta Fusi, direttrice della Fondazione Ordine Mauriziano – deriva dal nome del canale, ‘ri invers’, che scorre a ridosso del complesso. Il cuore della Precettoria è la chiesa, con la sua splendida facciata asimmetrica con trionfo di ghimberghe in terracotta e pinnacoli che, insieme all’abside slanciata, rappresentano l’esempio più evidente dell’anima gotica di Ranverso”.
Fondata nel 1198 su iniziativa di Umberto III di Savoia, la Precettoria era luogo di cura dell’anima e del corpo: accanto alla chiesa, infatti, sorgeva un ospedale per il trattamento del cosiddetto Fuoco di Sant’Antonio. Oggi, il piccolo portico d’ingresso con volte a crociera, capitelli scolpiti e decorazioni zoomorfe è uno degli elementi più affascinanti per i visitatori, insieme ai resti della facciata dell’antico spedale, datata XV secolo.
Ma il vero tesoro di Ranverso è nascosto tra le pareti affrescate. “Nel presbiterio e nella sacrestia – commenta la direttrice Fusi – si conservano gli affreschi più importanti di Giacomo Jaquerio, pittore piemontese attivo dalla seconda metà del XIV secolo sino al 1453, anno della sua morte. Nel presbiterio a sinistra si trovano affreschi, uniche opere firmate dal pittore, come la Madonna in trono con Bambino e altri ritratti di profeti. A destra invece scene della Vita di Sant’Antonio attribuite ad una più generica ‘scuola di Jaquerio’, nelle quali vengono spesso rappresentati maiali”. L’animale era simbolo ricorrente nell’iconografia antoniana, per via dell’uso del suo grasso nelle cure dermatologiche medievali.
“Anche la cappella della sacrestia conserva affreschi di Jaquerio – prosegue Marta Fusi –. Sulla volta sono raffigurati i quattro Evangelisti, ognuno dei quali è identificabile, grazie al simbolo che gli è proprio; sulla parete sud sono effigiati i santi Pietro e Paolo, a est l’Annunciazione, a nord la Salita al Calvario, a ovest la Preghiera nell’Orto degli Ulivi”.
A completare il percorso, sull’altare maggiore si trova un autentico gioiello: un polittico di Defendente Ferrari, l’ultima opera del maestro attivo tra il 1510 e il 1530. Al centro, la Natività, affiancata da San Rocco, San Bernardino da Siena, Sant’Antonio e San Sebastiano.
Ma Ranverso non è solo memoria: è anche progetto per il futuro. “Occuparsi di un bene così prezioso è una bella sfida e una grande responsabilità. Noi lavoriamo per i figli dei nostri figli”, sottolinea Fusi. “Operare per un luogo storico, artistico e culturale come la Precettoria tocca molteplici aspetti: da una parte occorre garantire l’apertura e l’accessibilità della parte museale, e dall’altra trovare risorse per il restauro e la conservazione”.
Grazie a importanti finanziamenti pubblici, è stato già restaurato l’intero tetto della manica conventuale e stanno per partire i lavori sul Corridoio degli Stemmi. Inoltre, con un investimento di 5 milioni di euro della Regione Piemonte, saranno recuperati l’antico Ospedaletto e la Cascina Bassa, destinati a diventare strutture ricettive, punto ristoro, foresteria e area parcheggio per i pellegrini della via Francigena.
Un percorso di valorizzazione che conferma Ranverso come crocevia di storia, arte e spiritualità, capace di parlare al passato ma anche al presente e al futuro.
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