AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
01 Aprile 2025 - 23:50
Immagine generata con l'intelligenza artificiale
Un’occasione per promuovere la parità di genere o l’ennesima ostentazione del “politicamente corretto”? Ha generato un acceso dibattito il 31 marzo, durante l’ultima seduta del Consiglio comunale di San Mauro Torinese, una mozione presentata dalla maggioranza di centro-sinistra per “promuovere una toponomastica con parità di genere” in città, al fine di favorire l’intitolazione di nuove piazze, vie o strutture pubbliche a donne illustri.
Partiamo dai dati. A San Mauro Torinese sono solo tre le vie intitolate a delle donne: Maria Goretti (santa vissuta tra fine ‘800 e inizio ‘900), la Madonna dei Poveri e la Consolata. Una santa e due Madonne. Nessuna donna attiva in ambito civile: un fatto degno di nota in uno Stato che si professa laico in base agli articoli 7 e 8 della Costituzione. A questi nomi si aggiungono poi quelli di altri edifici pubblici in giro per la città, come la sala comunale “Ilaria Alpi” o la biblioteca civica “Germana Bocca”. Tuttavia, per quanto riguarda le vie e le piazze, tutte le rimanenti sono intitolate a luoghi geografici o a uomini, santi compresi.
In base a ciò, undici consiglieri della maggioranza hanno presentato una mozione per «impegnare la sindaca e la presidente del Consiglio comunale, entro sei mesi dall’approvazione e col coinvolgimento della Commissione toponomastica, a individuare un numero significativo di donne a cui intitolare piazze, parchi, rotonde, parcheggi e altri luoghi pubblici», ha illustrato la consigliera Silvia Zabaldano.
Silvia Zabaldano
È scongiurata, in ogni caso, la sostituzione di nomi per vie, piazze o parchi esistenti: il provvedimento riguarderà solo aree di nuova costruzione o ancora senza nome, come – ad esempio – nel caso dei parchi in zona Pragranda e Sant’Anna, che potrebbero essere intitolati a figure femminili.
Il Consiglio comunale ha però rigettato l’emendamento del consigliere Marco Bongiovanni per sollecitare l’intitolazione del parco Pragranda a Martin Luther King. Il Comune aveva infatti espressamente richiesto, tra il 2020 e il 2021, ai ragazzi della città di scegliere dei possibili nomi per il parco e di metterli al voto tra di loro. La decisione era stata presa in quanto diversi membri del Consiglio comunale si erano opposti all’intitolazione del parco a Lea Garofalo, vittima della ‘ndrangheta, un nome suggerito dal Tavolo per la Legalità.
«Quella scelta, indicata dai ragazzi, non è mai stata portata avanti da questa amministrazione. Mi piacerebbe non deludere i ragazzi, perché gliel’avevamo promesso», ha commentato Bongiovanni. Anche la presidente del Consiglio comunale, pur avendo riconosciuto la legittimità del voto dei ragazzi, ha espresso dei dubbi sull’opportunità di intitolare l’area verde all’attivista afroamericano: «Pensiamoci bene…».
La domanda però sorge spontanea. Perché chiedere ai ragazzi di scegliere un nome e di votare se poi non si rispetta la loro volontà? Un Comune così attivo con il CCR (Consiglio comunale dei ragazzi), con la consegna della Costituzione e delle bandiere (italiana ed europea) ai neo 18enni, che messaggio di democrazia trasmette in questo modo? “Votate pure, tanto poi scegliamo noi”, verrebbe da dire. Ma allora che senso ha?
L’emendamento, complice il fatto che – a onor di cronaca – né l’amministrazione Bongiovanni né quella Guazzora si sono fatti portavoce dell’indirizzo espresso dai ragazzi con azioni concrete, è stato bocciato. Al momento non si sa se il Comune ritornerà sul nome di Lea Garofalo o prenderà in considerazione il nome scelto dai ragazzi, Martin Luther King. Quello che è certo è che la circostanza in cui se ne parlerà – sempre che si voglia affrontare nuovamente la questione – sarà diversa rispetto alla mozione presentata in Consiglio il 31 marzo.
Per quanto riguarda l’impegno dell’amministrazione comunale a promuovere maggiormente una toponomastica “al femminile”, i consiglieri dell’opposizione Carosso, Antonetto, Olivero e Pilone si sono detti contrari, per diverse ragioni.
«Questa mozione è specchio della inconcludente teoria delle quote rosa: il merito non dipende dal fatto di essere uomini o donne», ha commentato Roberto Pilone, della Lega. La sua osservazione sull’inadeguatezza delle quote rosa gli è valsa però l’accusa di «patriarcato» da parte della consigliera Nicosia del centro-sinistra, da sempre attiva su tematiche legate al femminismo e all’identità di genere.
Roberto Pilone
Le vie, le piazze e i luoghi pubblici andrebbero intitolati a personaggi meritevoli per il loro impegno civico o legale, indipendentemente dal loro genere: questa è stata la posizione condivisa dalla minoranza, che ha accusato il centro-sinistra di aver formulato una mozione figlia del politically correct, e che privilegerebbe il genere anziché il merito.
Sono comunque milioni le donne che hanno fatto la differenza nella storia: Marie Curie, Rita Levi Montalcini, Francesca Morvillo, Oriana Fallaci, Elsa Morante, Maria Montessori, Nilde Iotti… C’è solo l’imbarazzo della scelta per stilare una lista condivisa, tra maggioranza e opposizione, di donne a cui intitolare nuovi spazi a San Mauro. Tutte donne profondamente meritevoli. La questione però è: può l'essere donna la conditio sine qua non per l'intitolazione di nuovi spazi, a parità di merito?
Come illustrato dalla consigliera Zabaldano, non si tratta solo però di un’operazione di facciata, ma di una «promozione culturale» verso un genere che – dati alla mano – anche a livello nazionale è sottorappresentato nella toponomastica: «Solo il 3-5% delle vie sono intitolate a donne, prevalentemente sante o la Madonna; il 40% è intitolato a uomini».
Un problema quindi strutturale e non solo sanmaurese, ma che proprio dalle singole realtà locali potrebbe essere affrontato tramite una mozione come questa, che è stata approvata.
L’intitolazione di nuovi spazi a delle donne sarà però terreno fertile per nuove battaglie politiche? I nomi individuati saranno ritenuti divisivi? Sono molte le questioni che rimangono aperte, così come il dibattito sulla legittimità o meno di un provvedimento che favorirà di più la presenza di nomi femminili nelle strutture pubbliche, un indirizzo che però potrebbe diventare vincolante e magari sottrarre l’intitolazione di spazi a uomini illustri, come l’attivista black scelto dai ragazzi della città. Ragazzi che lo stesso Comune aveva interpellato.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.