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31 Marzo 2025 - 12:15
ISTAT: viviamo più a lungo, ma facciamo meno figli. Che sfida per il futuro dell'Italia!
Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2024 la speranza di vita alla nascita in Italia ha raggiunto 83,4 anni, segnando un incremento di quasi 5 mesi rispetto al 2023. Questo dato positivo si accompagna, tuttavia, a una continua diminuzione della popolazione residente, che al 31 dicembre 2024 contava 58 milioni 934mila individui, registrando una perdita di 37mila unità rispetto all'anno precedente. Il calo demografico, in atto dal 2014, presenta variazioni territoriali significative: mentre il Nord registra un aumento della popolazione dell'1,6 per mille, il Centro e il Mezzogiorno evidenziano decrementi rispettivamente dello 0,6 per mille e del 3,8 per mille. Le aree interne del Paese sono particolarmente colpite, con una perdita di popolazione più marcata rispetto ai centri urbani.
Un aspetto cruciale di questa dinamica è la continua diminuzione della fecondità. Nel 2024, il numero medio di figli per donna è sceso a 1,18, avvicinandosi al minimo storico di 1,19 registrato nel 1995. Parallelamente, l'età media al parto è aumentata a 32,6 anni, evidenziando una tendenza al posticipo della maternità. Questo ritardo nelle scelte riproduttive riduce l'arco temporale disponibile per realizzare progetti familiari, contribuendo ulteriormente al calo della fecondità. A livello territoriale, il Trentino-Alto Adige mantiene il primato della fecondità più elevata, con un valore di 1,39 figli per donna nel 2024, sebbene in diminuzione rispetto all'anno precedente. Al contrario, la Sardegna si conferma la regione con la fecondità più bassa, registrando un valore di 0,91 figli per donna.
Queste tendenze demografiche sollevano preoccupazioni significative per il futuro del Paese. Un tasso di fecondità inferiore al livello di sostituzione generazionale, fissato a 2,1 figli per donna, implica una progressiva riduzione della popolazione e un aumento dell'indice di vecchiaia. Secondo le previsioni, l'Italia potrebbe vedere una contrazione demografica significativa nei prossimi decenni, con implicazioni rilevanti per il sistema pensionistico, il mercato del lavoro e la sostenibilità economica complessiva.
L'invecchiamento della popolazione comporta sfide considerevoli. Un numero crescente di anziani richiede maggiori risorse per l'assistenza sanitaria e le pensioni, mentre una forza lavoro in diminuzione potrebbe limitare la crescita economica. Questa situazione sollecita l'adozione di politiche mirate volte a incentivare la natalità e a supportare le famiglie, al fine di invertire o almeno mitigare queste tendenze.
Tra le misure possibili, vi sono incentivi economici per le famiglie con figli, politiche di conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare, e investimenti in servizi per l'infanzia. Inoltre, promuovere una cultura favorevole alla famiglia e sostenere i giovani nell'accesso a lavoro stabile e abitazioni potrebbe facilitare scelte riproduttive in età più giovane.
È fondamentale che le istituzioni affrontino con urgenza queste sfide demografiche, elaborando strategie efficaci per garantire un futuro sostenibile al Paese. Solo attraverso un impegno congiunto tra governo, società civile e settore privato sarà possibile invertire la rotta e costruire un'Italia più giovane e dinamica.
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