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Virus Respiratorio Sinciziale: neonati italiani a rischio a causa di differenze territoriali

Differenze territoriali nell'accesso all'anticorpo monoclonale Nirsevimab lasciano scoperti molti neonati in Italia

Virus Respiratorio Sinciziale

Virus Respiratorio Sinciziale: neonati italiani a rischio a causa di differenze territoriali

In Italia, l'accesso alla profilassi contro il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) presenta significative disparità regionali, con tempistiche e criteri di somministrazione non uniformi. Questa situazione, evidenziata da uno studio della Società Italiana di Pediatria (SIP), solleva preoccupazioni riguardo alla protezione dei neonati dalle infezioni respiratorie causate dal VRS.

Il Nirsevimab, un anticorpo monoclonale approvato dall'Agenzia Europea per i Medicinali nell'ottobre 2022 e dall'Agenzia Italiana del Farmaco nel gennaio 2023, ha dimostrato un'efficacia superiore all'80% nel prevenire le infezioni gravi da VRS, riducendo significativamente le ospedalizzazioni nei reparti pediatrici e di terapia intensiva. Nonostante la sua comprovata efficacia, l'introduzione di questo farmaco nelle diverse regioni italiane è avvenuta in modo disomogeneo.

Alcune regioni, come Lombardia, Piemonte, Sicilia e Veneto, hanno garantito la somministrazione del Nirsevimab a tutti i nati a partire dal 1° gennaio 2024. Altre, come Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Toscana, Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta, hanno adottato criteri più restrittivi, offrendo la profilassi solo ai nati da luglio 2024 o limitandola ai bambini nati durante la stagione epidemica, che in Italia solitamente va da novembre a marzo-aprile. Questa variabilità lascia scoperti molti neonati, esponendoli al rischio di infezioni respiratorie severe.

Il professor Rino Agostiniani, presidente della SIP, ha sottolineato: "Questa prima stagione di introduzione in Italia dell'anticorpo monoclonale che previene le infezioni respiratorie da VRS conferma quanto temevamo: l'assenza di una strategia nazionale ha prodotto differenze territoriali e, di conseguenza, diseguaglianze nell'accesso alla profilassi. Ora è il momento di lavorare a una strategia comune, per arrivare alla prossima stagione in maniera coordinata e garantire a tutti i neonati la stessa opportunità di protezione".

La Valle d'Aosta ha rappresentato un caso emblematico, essendo stata la prima regione italiana a introdurre la profilassi universale contro il VRS già nel 2023. I risultati sono stati notevoli: i ricoveri per bronchiolite da VRS si sono ridotti del 62% rispetto all'anno precedente, passando da 49 a 19 casi nello stesso periodo. Questi dati evidenziano l'efficacia della profilassi nel prevenire le infezioni gravi e nel diminuire la pressione sulle strutture sanitarie locali.

Tuttavia, non tutte le regioni hanno seguito l'esempio valdostano. Raffaele Badolato, coordinatore delle sezioni regionali della SIP e curatore dello studio, ha evidenziato: "Le diseguaglianze su base regionale riguardano i nati fuori stagione. Non tutti i bambini hanno avuto la stessa possibilità di essere protetti dal VRS, perché le Regioni hanno avviato programmi molto difformi e non tutte hanno avuto accesso alle stesse quantità di dosi".

Queste differenze nell'accesso alla profilassi si inseriscono in un contesto più ampio di disparità sanitarie tra le regioni italiane. Fattori come il reddito, la residenza e le liste d'attesa continuano a rappresentare barriere significative nell'accesso ai servizi sanitari, con un impatto maggiore sulle fasce di popolazione più vulnerabili.

Per affrontare queste criticità, è fondamentale sviluppare una strategia nazionale unificata che garantisca a tutti i neonati italiani l'accesso equo alla profilassi contro il VRS. Ciò richiede una collaborazione stretta tra il Ministero della Salute, le Regioni e le società scientifiche, al fine di definire criteri uniformi per l'offerta della profilassi e assicurare una distribuzione equa delle risorse disponibili.

Inoltre, è essenziale promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte ai genitori e agli operatori sanitari sull'importanza della profilassi contro il VRS, evidenziando i benefici in termini di prevenzione delle infezioni gravi e di riduzione delle ospedalizzazioni. Solo attraverso un approccio coordinato e inclusivo sarà possibile superare le attuali diseguaglianze e garantire a tutti i bambini italiani le stesse opportunità di protezione contro il Virus Respiratorio Sinciziale.

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