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23 Febbraio 2025 - 09:45
Si chiama BOLD – Una campagna coraggiosa per il benessere oltre i disturbi alimentari e ha preso ufficialmente il via la scorsa settimana con una conferenza stampa presso la Sala Dorata del Comune di Ivrea. L'iniziativa nasce con l’obiettivo di contrastare il crescente fenomeno dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA), che colpiscono oltre tre milioni di persone in Italia, con una preoccupante incidenza tra adolescenti e persino bambini. L’evento ha visto la partecipazione di Patrizia Dal Santo, assessora alle Politiche Sociali del Comune di Ivrea, Augusto Vino, presidente della Fondazione di Comunità del Canavese, Paolo Cappato, direttore della Neuropsichiatria Infantile dell’ASL To4, e Monica Antonietto, presidente dell’Associazione In Punta di Cuore. Durante gli interventi è stata ribadita la necessità di un’azione mirata e tempestiva per affrontare un problema che, nonostante la sua gravità, resta ancora troppo spesso invisibile.
Secondo i dati raccolti dall’Ambulatorio dei Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione di II livello dell’ASL To4, il numero dei casi seguiti è in costante aumento. Nel solo 2023 sono stati presi in carico 65 nuovi pazienti, mentre nel 2024 i numeri sono già saliti a 110, di cui 68 nuovi casi. Questi numeri, già allarmanti, vanno letti con la consapevolezza che dietro ogni statistica c’è una persona, una famiglia che affronta un percorso complesso e doloroso. A questi casi si aggiungono 90 passaggi in day service e 7 ricoveri presso il Reparto di Pediatria di Ivrea. Particolarmente preoccupante è la tendenza all’abbassamento dell’età di esordio: le fasce più colpite sono preadolescenti e adolescenti, ma ci sono anche bambini tra i 6 e i 10 anni con difficoltà alimentari che richiedono un intervento specialistico. Il Centro per i Disturbi Alimentari del Dipartimento per la Salute Mentale segue invece i pazienti dai 17 anni in su, fornendo un ulteriore quadro di quanto il problema sia diffuso.
L’iniziativa BOLD nasce dalla volontà di affrontare questa emergenza con un progetto di prevenzione rivolto in particolare agli studenti delle seconde classi delle scuole medie e superiori del Canavese e ai giovani che praticano sport nelle società del territorio. “Lavorare sulla prevenzione significa offrire ai ragazzi strumenti concreti per acquisire maggiore consapevolezza di sé e del proprio corpo”, ha dichiarato la Fondazione di Comunità del Canavese, sottolineando come sia essenziale intervenire prima che i disturbi alimentari si radichino. Accanto a questo percorso di prevenzione primaria, è previsto un supporto mirato ai genitori di giovani già in cura, attraverso una serie di incontri strutturati.
Per rendere possibile tutto questo, la Fondazione di Comunità del Canavese ha avviato una campagna di raccolta fondi con l’obiettivo di raggiungere 30.000 euro in due mesi. Le donazioni potranno essere effettuate attraverso la piattaforma “Rete del Dono”, mentre sul territorio saranno organizzati eventi per sensibilizzare la cittadinanza e raccogliere fondi. “Si tratta di una cifra che ci consentirebbe di portare il progetto nelle scuole e nelle società sportive, coprendo un’ampia fascia di giovani e garantendo interventi di qualità con professionisti esperti”, ha aggiunto la Fondazione di Comunità del Canavese.
L’iniziativa ha raccolto numerose adesioni, tra cui quella del Comune di Ivrea, della Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea, dell’Associazione Aranceri a Piedi, dell’Associazione Componenti Storico Carnevale di Ivreae dell’Associazione Aranceri Carri da Getto. Segnale di una comunità attenta e pronta a sostenere una causa tanto importante.
Tra gli eventi già programmati, il 15 marzo, l’Associazione In Punta di Cuore donerà alla Biblioteca di Ivrea alcuni volumi dedicati ai disturbi alimentari, in un incontro ospitato dall’Aula Magna del Liceo Botta. Il 22 marzo, invece, il CIAC ospiterà un’asta benefica di opere d’arte di artisti locali, con una apericena solidale organizzata dalla Fondazione di Comunità del Canavese. “Questi momenti di incontro e sensibilizzazione sono fondamentali per far comprendere alla comunità l’importanza di affrontare il problema in maniera corale”, ha evidenziato la Fondazione di Comunità del Canavese.
L’obiettivo è chiaro: rompere il silenzio e dare un aiuto concreto a chi ne ha bisogno. “I disturbi alimentari non sono una moda passeggera o una fase adolescenziale. Sono malattie che possono avere conseguenze gravissime e che vanno affrontate con serietà e con il giusto supporto”, ha concluso la Fondazione di Comunità del Canavese. Un appello alla comunità affinché si mobiliti, perché solo insieme si può costruire un futuro in cui il benessere di ogni giovane sia davvero una priorità.
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