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Biodigestore imposto a Villareggia: il TAR chiude gli occhi sulle proteste dei cittadini

Il tribunale dà ragione a Città Metropolitana, ma il Comune e i cittadini non si arrendono

Biodigestore imposto

Biodigestore imposto a Villareggia: il TAR chiude gli occhi sulle proteste dei cittadini

Il TAR del Piemonte ha respinto i ricorsi presentati dal Comune di Villareggia e dal Comitato “Villareggia: Vita, Ambiente, Sviluppo Sostenibile”, confermando così l’autorizzazione alla realizzazione del biodigestore per la produzione di biometano. Una sentenza che ha deluso chi da anni si oppone a un impianto considerato troppo impattante, sia per la sua vicinanza al centro abitato, sia per l’assenza in zona di allevamenti, che costringerà al trasporto di enormi quantità di rifiuti organici da altre località, con conseguenze su viabilità, ambiente e qualità della vita.

Il progetto, presentato nel 2021 da Filiera Blu-consorzio Capac e finanziato con fondi PNRR, è stato da subito al centro di contestazioni, con segnalazioni di criticità legate a dimensioni, localizzazione e sostenibilità. Il Comune e i cittadini hanno più volte denunciato la mancata considerazione delle problematiche, accusando Città Metropolitana di Torino di aver favorito l’approvazione senza un’analisi approfondita dei rischi. Dopo l’autorizzazione concessa ad agosto 2023, due ricorsi erano stati presentati per evidenziare le carenze del processo autorizzativo, ma la sentenza del TAR ha confermato l’orientamento dell’ente, senza accogliere le richieste del territorio.

Gli oppositori sottolineano che la zona individuata è già gravata dalla presenza di un grande impianto di essiccazione, e che la realizzazione di un nuovo sito di questa portata potrebbe compromettere in modo irreversibile lo sviluppo sostenibile dell’area. Il timore è che l’incremento del traffico pesante, l’impatto olfattivo e il rischio di contaminazione della falda acquifera possano trasformare Villareggia in un’area sacrificata sull’altare della transizione ecologica mal gestita. Nonostante il verdetto, il Comitato e l’amministrazione comunale hanno annunciato che continueranno la loro battaglia, valutando nuove azioni per contrastare il progetto.

La questione si inserisce in un dibattito più ampio sul modello di produzione energetica sostenibile, dove spesso la spinta all’uso delle energie rinnovabili rischia di scontrarsi con scelte pianificate senza una reale considerazione dell’impatto sulle comunità locali. Il biodigestore di Villareggia, per chi si oppone, rappresenta un esempio di decisioni calate dall’alto, senza il giusto coinvolgimento del territorio e senza un’adeguata valutazione ambientale.

Il tema della localizzazione resta uno dei nodi centrali: costruire un impianto di questa portata in un’area che non dispone di un numero sufficiente di allevamenti locali, significa creare un flusso costante di mezzi pesanti che trasportano rifiuti organici da altre zone, aumentando emissioni e problemi logistici. Per chi sostiene la realizzazione, invece, l’impianto rappresenta un’opportunità per produrre biometano, ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e contribuire alla sostenibilità energetica. Tuttavia, senza un’adeguata pianificazione e il consenso del territorio, il rischio è che la transizione ecologica venga percepita più come un’imposizione che come un’opportunità.

La battaglia di Villareggia potrebbe diventare un caso simbolo di come le scelte in materia ambientale debbano essere bilanciate tra innovazione e rispetto delle comunità locali.

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