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Piemonte, corsa contro il tempo per salvare il tartufo

Nuove strategie per proteggere la produzione e valorizzare un’eccellenza del territorio

Piemonte

Piemonte, corsa contro il tempo per salvare il tartufo

Il tartufo è da sempre una delle risorse più preziose del Piemonte, un prodotto che unisce tradizione, cultura e un forte impatto economico sul territorio. Per garantire la tutela e la crescita del settore, la Regione Piemonte ha varato un piano di sviluppo mirato a contrastare gli effetti del cambiamento climatico, che negli ultimi anni ha reso sempre più imprevedibile la raccolta. Tra le misure adottate c’è l’indennizzo di 2.400 piante, tra cui querce e altre specie fondamentali per la crescita del tartufo, distribuite in 41 comuni piemontesi. Un’azione necessaria dopo che il 2024 ha visto un calo significativo della produzione nonostante condizioni meteorologiche apparentemente favorevoli.

Oltre alla tutela del patrimonio tartufigeno, il Piemonte punta anche sulla promozione, con un’attenzione crescente al tartufo nero. Per la prima volta, nel calendario delle manifestazioni entra un evento interamente dedicato a questa varietà: la Fiera Trifola Noir, che si terrà a Murisengo nei primi due weekend di giugno. Una scelta strategica che punta a diversificare l’offerta e ad attrarre nuovi appassionati, affiancando la storica attenzione per il tartufo bianco, universalmente riconosciuto come il più pregiato.

La crescita del settore è evidente anche nel numero di nuovi cercatori: tra il 2022 e il 2024, la Regione ha rilasciato 471 nuovi tesserini di idoneità, portando il totale a oltre 5.000. Un dato interessante riguarda la presenza femminile: tra i nuovi trifolao ci sono 92 donne, segno di un interesse sempre più ampio e trasversale. I ricavi derivanti dai tesserini ammontano a 450mila euro all’anno, somme che vengono reinvestite sul territorio per sostenere eventi, formazione e progetti di tutela ambientale.

La protezione del patrimonio tartufigeno passa anche dai controlli. Nel 2024, i Carabinieri Forestali hanno effettuato 182 ispezioni, con un’attenzione particolare alle province di Cuneo, Alessandria e Asti, dove si concentra gran parte della raccolta. Sono stati individuati illeciti amministrativi, con sanzioni per 4.500 euro e un sequestro di tartufi. I controlli servono a contrastare la raccolta nei periodi vietati e a garantire il rispetto delle normative, fondamentali per mantenere un equilibrio tra produzione e sostenibilità.

Il tartufo piemontese non è solo un prodotto di lusso, ma un vero e proprio motore economico. Ogni anno attira turisti, ristoratori e investitori da tutto il mondo, contribuendo alla crescita di settori come l’enogastronomia e l’agriturismo. Tuttavia, il futuro della tartuficoltura passa dalla capacità di affrontare sfide cruciali: il clima sempre più instabile, la necessità di innovazione e la lotta contro la raccolta illegale. La Regione, con il suo piano di sviluppo, dimostra di voler preservare questo patrimonio, investendo su tutela e promozione per assicurare al Piemonte un ruolo di primo piano nel panorama internazionale del tartufo.

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