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Stipendi d’oro ai vertici ATC mentre le case popolari marciscono

La Giunta Cirio approva aumenti per i propri nominati, mentre le famiglie aspettano alloggi e manutenzioni che non arrivano mai

Stipendi d’oro ai vertici ATC mentre le case popolari marciscono

Maurizio Marrone e Sarah Di Sabato

Nel magico mondo della Giunta Cirio, i miracoli accadono: non per chi aspetta una casa popolare da anni, né per chi vive in edifici fatiscenti con ascensori rotti e muffa alle pareti, macché....

La Giunta Cirio ha deciso: i vicepresidenti delle Agenzie Territoriali per la Casa (ATC) passeranno da 1000 a 2500 euro di stipendio mensile e i consiglieri di amministrazione vedranno il loro gettone di presenza raddoppiare da 30 a 60 euro a seduta. Un segnale di grande attenzione ai problemi abitativi del Piemonte. D'altronde, chi si occupa di case popolari ha sicuramente bisogno di un compenso più sostanzioso.

Il Movimento 5 Stelle attacca senza mezzi termini. “La Giunta Cirio dimostra ancora una volta che le sue priorità sono poltrone e stipendi”, affermano Sarah Disabato, Alberto Unia e Pasquale Coluccio. “Mentre le case popolari sono abbandonate, loro trovano il tempo per raddoppiare le indennità dei loro nominati”.

Secondo il Partito Democratico, il problema è ancora più grave: “Da quasi un anno aspettiamo un confronto sulla riorganizzazione delle ATC e sulla modifica della legge regionale sulle case popolari”, dichiarano Gianna Pentenero, Nadia Conticelli e Monica Canalis. “Non sono in grado di garantire neanche le manutenzioni ordinarie, figuriamoci le straordinarie. E qual è il primo provvedimento sulla casa? Un aumento di stipendio per uno dei membri del CdA”.

Un dettaglio non da poco: l’aumento riguarda solo i membri della maggioranza, come evidenziano i consiglieri PD: “Questo è un aumento dell’indennità ad personam”. Non solo: “Per la prima volta, la maggioranza Cirio ha deciso di escludere la minoranza dalla presidenza delle ATC”, una scelta che rompe una prassi consolidata da anni.

Intanto, altri fondi per il diritto alla casa vengono bloccati. “Sono stati bocciati i nostri emendamenti per aumentare il fondo di morosità incolpevole e il sostegno alle Agenzie sociali come Locare”, denunciano i consiglieri dem. Mentre gli alloggi popolari continuano a essere insufficienti, i tetti a perdere pezzi e le liste d’attesa a allungarsi, in Regione si pensa a risolvere ben altre emergenze: quelle dei portafogli dei propri nominati.

Il quadro è desolante. I numeri parlano chiaro: migliaia di famiglie in attesa di un alloggio popolare, edifici ATC che crollano a pezzi e quartieri popolari abbandonati a loro stessi. Eppure, il primo provvedimento concreto della Giunta Cirio sulle case popolari riguarda gli stipendi di chi le gestisce. Nessun piano per velocizzare le assegnazioni, nessun investimento per migliorare le condizioni degli inquilini, nessuna misura per fermare il degrado. Solo aumenti di stipendio per i fedelissimi del centrodestra.

Il Movimento 5 Stelle rincara la dose: “In Commissione dovremmo discutere dell’emergenza casa, del caro bollette, del problema delle occupazioni abusive e delle condizioni di degrado degli edifici, invece la Giunta Cirio dimostra ancora una volta che le sue priorità sono poltrone e stipendi”.

E il Partito Democratico non è da meno: “Da mesi leggiamo promesse dell’assessore Maurizio Marrone su sgomberi ed emergenza abitativa, ma in Consiglio non si è mai aperto un vero confronto su questi temi”.

La strategia della Giunta sembra chiara: ignorare i problemi reali e premiare la propria cerchia. Le case popolari sono un problema? Basta non parlarne. Il degrado aumenta? Si trova una soluzione nella prossima campagna elettorale. E chi ci rimette sono sempre i cittadini, quelli che una casa la aspettano da anni e che continuano a vivere in condizioni inaccettabili.

Il risultato di questa politica è sotto gli occhi di tutti: mentre gli amministratori ATC festeggiano i nuovi stipendi, chi abita nelle case popolari deve fare i conti con riscaldamenti che non funzionano, ascensori bloccati e infiltrazioni d’acqua che nessuno ripara. E la Regione? La Regione pensa agli stipendi.

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