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14 Marzo 2025 - 18:42
Il prefetto di Torino Donato Cafagna con il sindaco Vittorio Rocchietti
Un sospiro di sollievo per il Comitato Casa Chantal di Mathi: il progetto di conversione della struttura da residenza per anziani a centro di accoglienza per migranti sembra, almeno per ora, scongiurato. Infatti, l'incontro con il Prefetto, avvenuto mercoledì 12 marzo, ha portato a un risultato positivo, confermando che la struttura non sarà destinata all'accoglienza dei migranti.
"La nostra battaglia per il rispetto della volontà della comunità di Mathi sta dando i suoi frutti", ha dichiarato con soddisfazione un membro del comitato cittadino, che si è battuto fin da subito contro la decisione di trasformare la casa di riposo in un centro di accoglienza. Oltre 2.500 firme raccolte ha contribuito a far sentire la voce dei cittadini.
Tuttavia, non mancano le critiche, in particolare rivolte al sindaco Vittorio Rocchietti e al suo silenzio rispetto alla questione. "Un'assenza totale", la definisce il comitato, che si chiede come mai il primo cittadino non abbia preso posizione su un tema così cruciale per il futuro di Mathi. “Un silenzio che lascia molti interrogativi” ha commentato Monica Commisso, rappresentante legale nonché membro del Comitato.
Nonostante la buona notizia, il comitato non abbassa la guardia. "Continueremo a vigilare e a far sentire la nostra voce", assicura l’avvocata, determinata a ottenere che Casa Chantal rimanga una casa per gli anziani, come previsto originariamente. Un ulteriore incontro con il Prefetto è in programma per chiarire definitivamente la destinazione della struttura.
“I prefetti hanno il problema di dove piazzare le migliaia di persone che arrivano ogni giorno e spesso impongono ai comuni di ricevere immigrati, come successo a Chiaves” ha commentato un altro residente, che ricorda la necessità di monitorare le azioni dell’amministrazione e della Prefettura.
Il residente fa riferimento ad una questione su cui sono stati accesi i riflettori durante la scorsa estate. Il 19 agosto circa 50 persone migranti trasferite dalla Prefettura di Torino a Chiaves, un piccolo paese di circa 100 abitanti, hanno manifestato per denunciare le condizioni di isolamento e le difficoltà logistiche. Le persone, ospiti delle case di accoglienza gestite dalla cooperativa torinese Sanitalia, la stessa che è subentrata alla gestione di Casa Chantal, hanno protestato tra le vie del paese per circa 10 giorni, aprendo un acceso dibattito tra la comunità locale rispetto all’impatto di questa decisione della Prefettura.
La vicenda di Casa Chantal riporta quindi al centro del discorso il tema dell'accoglienza dei migranti e la necessità di coinvolgere le comunità locali nelle decisioni che le riguardano. È però importante fare attenzione a come viene utilizzato questo tema per altri fini. Nello specifico, nel corso dei mesi si è assistito alla strumentalizzazione di questa battaglia al fine di portare avanti una politica anti-migratoria. È il caso di Forza Nuova, che nella notte di mercoledì 22 gennaio scorso ha posizionato uno striscione di protesta all’esterno della struttura che riportava la scritta: “Immigrato=euro; anziano=0”, aumentando la tensione e traslando il discorso da un aspetto legato alla convenzione tra comune e parrocchia ad una dimensione politica.
Ricordiamo pertanto che l’oggetto del dibattito è il fatto che la convenzione non consente un utilizzo diverso da RSA. Il rischio è di confondere il tema della convenzione con una tendenza, molto cara ai militanti di destra e di estrema destra, a considerare la migrazione e le persone migranti che vengono accolte presso le strutture come un elemento negativo, come una minaccia all’ordine pubblico e ad una presunta italianità.
Il centro discorso non sta tanto nel trovare l'ennesimo capro espiatorio ai mali della società, quanto piuttosto nella necessità di adottare delle politiche migratorie che permettano una reale accoglienza, nell’ottica della costruzione di una sana convivenza interculturale.
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