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Casa Chantal: il prefetto disporrà un'ispezione

Il sindaco Vittorio Rocchietti fa chiarezza sulla vicenda e invita tutti al buonsenso

Vittorio Rocchietti

Vittorio Rocchietti

L’unica strategia deve essere il buon senso. Tutti dobbiamo remare nella stessa direzione”. Così il sindaco di Mathi, Vittorio Rocchietti, lancia un appello alla comunità, chiamata a un confronto costruttivo sulla delicata vicenda di Casa Chantal.

Ben vengano spunti e suggerimenti concreti, come il contributo dello studio legale Antisso-Commisso, ma senza alimentare divisioni e polemiche sterili.

Una comunità divisa, un sindaco nel mezzo, una struttura che per anni è stata simbolo di impegno e speranza per gli anziani di Mathi e che ora rischia di cambiare volto.

Casa Chantal, la residenza per anziani voluta da don Burzio e costruita con il contributo dei mathiesi, potrebbe diventare un centro di accoglienza per migranti.

Una notizia che ha scatenato proteste e acceso il dibattito in paese.

Il sindaco si trova in una posizione delicata, chiamato a rispondere alle istanze dei cittadini ma al tempo stesso vincolato da un quadro normativo e giuridico complesso. “Io non ho una comunicazione ufficiale da nessuno. Ciò che so mi è stato detto in prefettura, ma senza documenti ufficiali".

Il nodo della convenzione e l’impegno del Comune

Da sciogliere, ora, c’è il nodo della convezione e quell’accordo ventennale siglato tra Parrocchia di San Mauro Abate, all’epoca ancora proprietaria di Casa Chantal e il Comune nel 2019, in cui si stabiliva che la destinazione di Casa Chantal non sarebbe dovuta cambiare per 20 anni.

Ringrazio lo studio Commisso per il lavoro svolto, ma la battaglia va combattuta uniti. Noi non abbiamo piani nascosti, stiamo subendo le decisioni di altri. Non siamo noi a poter scegliere il destino della struttura”, chiarisce il primo cittadino.

Il sindaco, pur ribadendo il suo attaccamento al territorio e alla sua gente, sottolinea la difficoltà di agire in assenza di strumenti concreti: “Cosa abbiamo in mano per fare qualcosa? Nulla, se non strumenti legali che vogliamo e dobbiamo ulteriormente approfondire. Non c’è una comunicazione ufficiale né sui migranti né sulla destinazione della struttura. Quando arriverà, la porterò a conoscenza di tutti”.

L'avvocata Monica Commisso

 

Sicurezza e preoccupazioni: la risposta ai commercianti

La notizia della possibile trasformazione di Casa Chantal ha sollevato un’ondata di timori tra i commercianti di Mathi, in particolare tra quelli di Via Martiri, che hanno espresso il loro disappunto e la loro paura per l’arrivo di un elevato numero di migranti nel centro del paese.

Rocchietti ha affrontato le loro preoccupazioni garantendo l’impegno del Comune in materia di sicurezza: “Ci stiamo attivando per migliorare la videosorveglianza, collaborare con i Carabinieri e la Polizia Locale e, se necessario, chiedere un rafforzamento della presenza sul territorio”.

Tuttavia, il sindaco invita alla prudenza e a non alimentare tensioni inutili: “La questione non è migranti sì o migranti no, ma se il luogo sia idoneo ad ospitare i migranti. E, per noi, non lo è. Tuttavia, la proprietà non è del Comune, e non possiamo costringere Sanitalia a riaprire la casa di riposo, come tutti noi vorremmo”.

 L’ispezione e il futuro di Casa Chantal

Un punto fermo, almeno per ora, è l’ispezione annunciata dalla Prefettura, che vedrà coinvolti il Comune, i Vigili del Fuoco e l’ASL per valutare se la struttura sia idonea ad ospitare i migranti. “Quando ci sarà questa benedetta ispezione, ci saremo anche noi. Sarà un momento cruciale per capire cosa possiamo fare davvero”, dichiara Rocchietti.

Il sindaco ribadisce di voler agire con trasparenza e di comprendere le preoccupazioni della cittadinanza: “Se potessi decidere io, vorrei che Casa Chantal rimanesse una residenza per anziani, ma la realtà è più complessa. La struttura oggi appartiene a un privato, e il Comune deve capire con quali strumenti opporsi a una decisione legittima sul piano legale”.

 Il passato e le responsabilità

Una delle questioni più spinose riguarda il momento della vendita di Casa Chantal nel 2019. “All’epoca, si sarebbe potuto fare qualcosa per evitare che fosse acquistata da un ente privato, ma non è stato fatto nulla. Ora ci troviamo a raccogliere i cocci e a cercare di rimettere insieme il vaso”, ammette il primo cittadino, sottolineando come la vendita della struttura sia passata in sordina senza che vi fosse un adeguato dibattito in consiglio comunale.

Un appello al buon senso

Di fronte a una comunità divisa e a tensioni crescenti, Rocchietti lancia un appello alla responsabilità e alla coesione: “La nostra unica strategia deve essere il buon senso. Tutti noi vogliamo risposte, ma servono azioni basate sulla legge e non su polemiche sterili. Se Casa Chantal potrà essere recuperata per gli anziani, sarò il primo a sostenerlo. Ma dobbiamo lavorare insieme e affrontare la realtà per quella che è, senza illusioni”.

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