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"La spesa non aumenterà". La Regione rivede i criteri per le borse di studio

In seguito alle dichiarazioni di Elena Chiorino, si fa strada lo spettro di nuovi tagli. Meno peso all'Isee, di più al merito

"La spesa non aumenterà". La Regione rivede i criteri di assegnazione delle borse di studio

Il post su Instagram del collettivo Cambiare Rotta. In primo piano, Elena Chiorino

È stato discusso martedì 11 febbraio a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte, il controverso punto all'ordine del giorno per rivedere i criteri di assegnazione agli studenti delle borse di studio.

Come anticipato dalla vicepresidente della Regione, Elena Chiorino, in un'intervista a Repubblica uscita quella stessa mattina prima della seduta, la mozione presentata dalla Lega prevede un ripensamento degli attuali criteri di assegnazione delle borse di studio, onde evitare che la spesa pubblica su questo punto aumenti ulteriormente, destinando più risorse a sanità e trasporti.

Elena Chiorino

Ci saranno dei tagli rispetto agli attuali 116 mln di euro all'anno spesi dalla Regione per le borse di studio? Ancora non si sa, ma quello che è certo è che Chiorino fa sapere che «non credo siano necessari incrementi».

La proposta, che ha sollevato molte polemiche da parte del centro-sinistra e da Gianna Pentenero, è di dare meno peso al criterio Isee nei bandi in favore di quello del merito accademico, che oggi viene valutato solo dal secondo anno, ma che ora potrebbe essere introdotto già dal primo.

Su questo punto, però, la consigliere regionale Paola Antonetto, di San Mauro Torinese, ha fatto sapere che non sono ancora state prese decisioni più nello specifico, se non la volontà di dare più peso al merito. «Non possiamo però, a oggi, prevedere quante persone faranno richiesta della borsa di studio tramite bando il prossimo anno, ci sono molti fattori esterni. Oggi non è possibile prevedere quanto sarà la spesa il prossimo anno», ha commentato Antonetto.

Paola Antonetto

Un altro punto che sarà oggetto di discussione è se la Regione richiederà un co-finanziamento da parte delle università, come avviene in altre regioni italiane, per le borse di studio, evitando di gravare al 100% sulle finanze regionali.

Quello che è certo è che i nuovi criteri faranno discutere a lungo, e stanno già scatenando le proteste di diversi studenti. Se da una parte non può essere trascurata l'esigenza della Regione di distribuire i fondi nei vari settori, dall'altra è auspicabile che i criteri per la valutazione siano equi e che tengano conto di un periodo di "assestamento" fisiologico per chi inizia il primo anno di università. Specialmente per i fuori sede, interfacciarsi con una città nuova e un ambiente nuovo può costituire un ostacolo iniziale agli studi, senza contare che alcuni esami del primo anno possono essere particolarmente ostici o anche "di sbarramento" (non se ne possono dare altri prima di averli passati) per tutti, fuorisede e non. Ne consegue che vada trovato un giusto equilibrio tra il profitto accademico e delle difficoltà che nel primo anno si possono spesso incontrare.

I nuovi criteri saranno comunque oggetto di analisi più approfondite e vedranno forse un coinvolgimento degli atenei piemontesi nel finanziamento. Al momento non è però possibile prevedere quale sarà la spesa nel settore per il prossimo anno accademico.

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