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Frana sulla provinciale 73, la strada resta chiusa. Giro d'Italia a rischio

Massi e rocce hanno bloccato il collegamento tra Bienca e la 419 della Serra. Disagi per pendolari e rischio per il passaggio del Giro d’Italia

Frana sulla provinciale 73, la strada resta chiusa. Giro d'Italia a rischio

Fausto Francisca

La frana che ha colpito la provinciale 73 tra il bivio per Bienca e quello per la 419 della Serra continua a creare disagi significativi alla viabilità e potrebbe avere ripercussioni ben oltre il traffico locale. Il cedimento del versante si è verificato nella serata di mercoledì 5 marzo, poco dopo le 21, quando sono stati allertati i vigili del fuoco, i carabinieri e l’amministrazione comunale di Borgofranco d’Ivrea per la presenza di rocce e massi precipitati sulla carreggiata nei pressi di Rio Bersalone.

Il sindaco Fausto Francisca, in un aggiornamento pubblicato sui social pochi minuti dopo la chiusura della strada, ha confermato che la Città Metropolitana di Torino sta predisponendo i lavori di messa in sicurezza. Il periodo di chiusura, però, non è ancora stato definito, in attesa degli esiti dei sopralluoghi condotti dai geologi e dagli ingegneri.

La chiusura della strada sta già causando disagi notevoli a pendolari, studenti e lavoratori. Chi proviene da Biella e deve raggiungere la Valle d'Aosta, o dirigersi verso Chiaverano e Nomaglio, è costretto a passare per Settimo Vittone, allungando il tragitto. Per chi parte da Borgofranco in direzione Biella, il percorso alternativo prevede il passaggio attraverso Biò, poi lungo la strada provinciale 74, fino a Bienca e alla 419 della Serra, per poi proseguire attraverso la Galleria della Serra. Il traffico è stato dirottato su strade secondarie, spesso non attrezzate per sostenere un flusso così elevato di veicoli, e la situazione è resa ancora più complessa dalla conformazione del territorio, caratterizzata da carreggiate strette e difficili da percorrere, soprattutto per i mezzi pesanti.

Il problema non riguarda solo la viabilità locale, ma rischia di avere conseguenze anche sul Giro d’Italia, che il 30 maggio dovrebbe transitare proprio su questo tratto di strada per la tappa Biella-Champoluc. I tempi per la riapertura dell’arteria stradale restano incerti e il rischio che la corsa rosa debba trovare un percorso alternativo si fa sempre più concreto. Il Giro d’Italia è uno degli eventi sportivi più seguiti a livello nazionale e internazionale, con milioni di spettatori e un indotto turistico considerevole per le località coinvolte. Per il territorio si tratta di una vetrina importante, che garantisce visibilità e promozione per le attività locali. Una deviazione forzata significherebbe perdere un’occasione preziosa, oltre a creare difficoltà logistiche per gli organizzatori.

La Città Metropolitana di Torino ha avviato le operazioni per la valutazione dei danni e la messa in sicurezza del versante. Gli esperti dovranno stabilire se vi siano ulteriori rischi di crollo e pianificare gli interventi necessari per la riapertura della strada. Al momento non esiste una stima precisa sui tempi di ripristino, ma se le condizioni geologiche del versante richiederanno interventi più lunghi e complessi, la strada potrebbe restare chiusa ben oltre i tempi sperati, con conseguenze pesanti per la viabilità e l’economia locale.

Non è la prima volta che il territorio deve affrontare situazioni di questo tipo. Il versante morenico che caratterizza l’area è particolarmente fragile e soggetto a fenomeni di dissesto idrogeologico, che negli anni hanno causato frane e smottamenti, spesso con ripercussioni pesanti per la popolazione e il traffico locale. L’assenza di interventi strutturali nel tempo ha aggravato la situazione, trasformando ogni evento atmosferico significativo in una potenziale emergenza. La necessità di monitoraggi costanti e lavori preventivi per ridurre il rischio idrogeologico è un tema che torna a farsi urgente ogni volta che un episodio come questo si verifica.

La frana sulla provinciale 73 non è solo un problema per chi deve spostarsi ogni giorno tra Biella e il Canavese. Se i lavori di messa in sicurezza non verranno completati in tempi rapidi, il rischio è che il territorio perda un’opportunità importante e che i disagi si protraggano a lungo.

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