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"Abuso" di fascia tricolore: in Giunta a Chivasso se la passano di mano senza rispettare il regolamento

Sarebbe solo del sindaco o del suo vice, così come da regole messe proprio da Castello & co. Ma poi Castello & co. sono i primi a non rispettarle...

"Abuso" di fascia tricolore: in Giunta a Chivasso se la passano di mano senza rispettare il regolamento

Cristina Varetto in Regione con la fascia tricolore al petto a rappresentare la città di Chivasso

La questione che vi andiamo a raccontare è spiccia, ma indicativa delle brutte abitudini di chi si fa una regola e poi non la rispetta. Sentite un po' qua...

"Chi fa il sindaco oggi? Io! Io! Io!"... A Palazzo Santa Chiara, a Chivasso, da qualche tempo a questa parte sembra questa la tendenza tra gli amministratori comunali. "Chi fa il sindaco oggi? Io!"

C'era una volta un cerimoniale, approvato nel 2016 e poi ritoccato nel 2024 dall’amministrazione guidata da Claudio Castello, che stabiliva chi potesse indossare la fascia tricolore: il sindaco, il vice e, per non far torto a nessuno, il presidente del Consiglio comunale con la sua fascia personalizzata.

Tutto chiaro, tutto regolato. Ma poi, tra un happening e l'altro, arriva la classica eccezione che conferma la regola.

E l'eccezione, questa volta, ha un nome e un cognome: Cristina Varetto, assessora alle Politiche Sociali e, a quanto pare, anche nuova portatrice non ufficiale della fascia tricolore.

Nei giorni scorsi l'assessora ha portato in giro le maschere del Carnevale chivassese per Torino, con tanto di fascia tricolore al petto.

Il tutto immortalato nelle splendide foto ricordo della visita delle maschere chivassesi in Regione Piemonte, dove la Varetto compare con la fascia bene in vista, a fianco degli esponenti di Fratelli d’Italia, tra cui l'assessore Maurizio Marrone e la consigliera Paola Antonetto, e in Città Metropolitana. 

Un lapsus istituzionale? O forse un incantesimo carnevalesco, in cui le regole del cerimoniale si dissolvono come coriandoli nel vento?

Va ricordato che il cerimoniale comunale non è un semplice vezzo burocratico, ma ha uno scopo ben preciso.

Come si legge nel documento ufficiale, esso serve a garantire “l’ordinato svolgimento delle manifestazioni pubbliche, delle visite ufficiali, degli incontri istituzionali e di ogni evento che imponga l’attuazione di regole di cerimoniale”. In altre parole, è stato creato per mettere ordine nelle rappresentanze istituzionali ed evitare situazioni imbarazzanti, come quella a cui abbiamo assistito. E la regola sull’uso della fascia è stata introdotta proprio dall’amministrazione Castello nel 2024, restringendo le maglie di una norma che in passato era più permissiva. Insomma, hanno deciso loro di limitare l’uso della fascia tricolore, ma poi, puntualmente, si sono dimenticati di applicarla.

Claudio Castello sindaco di Chivasso

A questo punto, sorgono spontanee alcune domande.

Chi ha autorizzato l’uso della fascia? Il sindaco Castello era troppo impegnato per rappresentare il Comune e ha delegato? E allora perché non il vicesindaco? Oppure si tratta di una versione aggiornata del gioco delle tre carte, in cui la fascia tricolore passa di mano a seconda della convenienza del momento?

Se poi volessimo dare un’interpretazione più politica alla vicenda – e noi siamo certi che i lettori di Chivasso abbiano l’acume per farlo – potremmo ipotizzare che il sindaco e il suo vice abbiano preferito evitare l'imbarazzo di un’apparizione ufficiale con Fratelli d'Italia a Palazzo Lascaris, lasciando la patata bollente nelle mani dell'assessora Varetto. Una bella mossa strategica: meglio mandare qualcun altro, purché noi della vecchia guardia del Pd si resti lontano da quelle foto...

Ora la questione è: ammesso che non ci sarà alcuna sanzione, perché di semplice opportunità e buon senso stiamo parlando, ma qualcuno avrà il coraggio di dire che la fascia non era dovuta e che magari la prossima volta sarebbe il caso di rispettare il regolamento?

O tutto finirà in una scrollata di spalle e un buffetto sulla guancia dell’assessora, con un “Ma sì, dai, non facciamone un caso di Stato!”?

Il cerimoniale comunale parla chiaro, ma a quanto pare vale solo quando fa comodo. Per il resto, a Chivasso si conferma un principio ormai consolidato: le regole valgono per tutti, tranne che per chi comanda.

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