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05 Marzo 2025 - 12:07
Rifiuti pericolosi a Chivasso: il coraggio di chi ha detto no
L’Europa attende un Churchill. Circondata dalle tre potenze militari dominate da autocrati – Russia, Cina, USA di Trump – la piccola penisola occidentale del continente euroasiatico attende un eroe.
La storia dell’Europa e della cultura europea è ricca di eroi: da Ulisse che liberò la sua isola e la sua famiglia dagli usurpatori, all’Inghilterra di Churchill che resistette da sola ai bombardamenti della Lutwaffe.
Ma sappiamo tutti che qui in basso, nella vita di tutti i giorni, ci sono tanti piccoli e grandi eroi che non arrivano ai grandi “media”, ma che i giornali locali scovano e dei quali narrano le piccole ma grandi gesta.
Nel novembre 2010 in Comune si tenne una riunione del “tavolo tecnico” sulla discarica dei Pogliani. C’erano il sindaco Bruno Matola, l’assessore all’ambiente Enzo Falbo, il capo dell’ufficio tecnico ingegner Francesco Lisa. Per la Provincia c’era il chimico dottor Gian Luigi Soldi, per ARPA il geologo Massimo Moretto. Per l’associazione “Terrasana” quattro residenti della frazione. Fra essi Rudi Arduino.
I partecipanti si confrontavano su un tema importante: era già stato concordato che la società delle discariche avrebbe messo a disposizione del Comune una somma. Sarebbe servita a pagare un tecnico di fiducia di Terrasana, scelto da Terrasana con l’assenso di Comune e Provincia: un tecnico, probabilmente un geologo che avrebbe avuto il compito di assistere i poglianesi.
Si era quasi giunti a concludere l’accordo, ma le parti rimasero impigliate nella questione seguente: Matola, Falbo e Lisa sostenevano che questo tecnico di fiducia degli ambientalisti avrebbe dovuto limitarsi a esaminare i rapporti di Provincia e di ARPA e aiutare gli ambientalisti a decifrarne il linguaggio tecnico. Rudi Arduino e gli altri di Terrasana invece chiedevano che il loro tecnico avesse il diritto di andare di persona in discarica, con pala, piccone e provette, a eseguirvi materialmente dei prelievi, per verificare che i controlli di ARPA e Provincia fossero esaustivi. Anche gli scrupolosissimi Soldi e Moretto potevano incappare in qualche svista: la carenza di organico li costringeva a lavorare di corsa. Apriti cielo! Sindaco, assessore e ingegnere si indignarono: ma come, Rudi, TU NON TI FIDI DELLE ISTITUZIONI ??? Non ti fidi di Provincia e ARPA? Ma dove siamo?
Non so come sia finita. Non so se giuridicamente il tecnico degli ambientalisti avrebbe avuto il diritto di sopralluogo e di prelievo. Comprendo anche il rappresentante della Provincia che un po' si sentì offeso. Lo capisco: Soldi era un tecnico capace e scrupoloso. Per non parlare del geologo di ARPA, il mitico Massimo Moretto, che arrivava in discarica con gli stivali, misurava, sondava, e non faceva sconti a nessuno: mandava alla Provincia dei rapporti tali che anche la timorosa Provincia era costretta e emettere diffide contro la società della discarica.
Comunque, Rudi si beccò i rimbrotti degli amministratori: TU NON TI FIDI DI ARPA E PROVINCIA! Non ci si comporta così. Oggi nella Casa Bianca gli avrebbero anche ingiunto: “e per cominciare togliti le dita dal naso e vestiti meglio”. Chi aveva ragione? Fidarsi o non fidarsi delle istituzioni?
La discarica di Chivasso
La risposta arrivò l’anno dopo. Una notte Rudi fu svegliato dal rumore di autocarri. Strano, gli autocarri arrivavano a scaricare rifiuti di giorno, non di notte. Rudi chiamò i carabinieri, i quali chiamarono chi di dovere. E quelli di dovere, cioè le istituzioni, si accorsero solo allora che i camion portavano nella discarica il “nerofumo”: erano i rifiuti provenienti da Pioltello, dove si stava effettuando la bonifica di una industria chimica. Avrebbero dovuto venire stoccati nelle apposite discariche per sostanze di tale pericolosità, e non a Chivasso. Ma portandoli a Chivasso si risparmiava. Non si sa da quanto tempo avveniva il trasporto. Dove erano le istituzioni, che non si accorsero di nulla finché Rudi non le costrinse a muoversi? Però l’anno prima Matola e Lisa gli avevano fatto il cicchetto perché non si fidava delle ISTITUZIONI…
Partì una indagine della Procura della Repubblica milanese. I magistrati emisero una ordinanza di carcerazione, parte in prigione parte ai domiciliari, che coinvolse un bel po’ di dirigenti della società: dall’amministratore delegato della discarica di Chivasso su su fino ai vertici della holding.
Come è finita? Fini in prescrizione… I legali della holding riuscirono a far trasferire il processo al tribunale di Roma, quello che veniva chiamato il “porto delle nebbie”. Il dirigente della discarica di Chivasso nel frattempo era stato promosso ed era arrivato ai vertici della holding.
Nessuno ha pagato per il nerofumo di Pioltello. Che è ancora lì: ARPA e Provincia osservarono che, per andare a trovarlo sotto gli altri rifiuti e poi portarlo via, si sarebbe arrecato un danno all’ambiente superiore ai benefici.
Intanto, l’Associazione Terrasana si prese un momento di respiro. Erano volontari, si erano levati la pelle per seguire la discarica togliendo tempo e attenzione alle famiglie. Erano persone di mezz’età, con il lavoro, i figli da crescere e gli anziani che cominciavano ad ammalarsi. Tirarono temporaneamente i remi in barca.
Ma Rudi Arduino non mollò. Da solo cercò di contrastare gli avvocatoni della società. Si faceva assistere da avvocati d’ufficio, il gratuito patrocinio: alcuni legali lo seguivano di malavoglia, ascoltandolo da un orecchio solo mentre patrocinavano pratiche più lucrose. Alcuni si presero a cuore la vertenza: forse ammiravano quell’omino testardo che non voleva arrendersi.
Intanto dov’erano le mitiche istituzioni di Matola e Falbo? Quelle di cui Rudi avrebbe dovuto fidarsi? Il Comune si costituì in giudizio? No, non lo fece. Rudi fu lasciato solo.
Finì come abbiamo detto: in prescrizione nel porto romano delle nebbie. Nel frattempo forze nuove poglianesi hanno ripreso a controllare la discarica, perdendo ore di sonno per leggere i documenti.
Non so che vita faccia oggi Rudi Arduino e come stia. Ma, ovunque sia e come stia, gli mando un saluto e un ricordo di ammirazione. Al grande piccolo eroe dei Pogliani.
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