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Allarme obesità infantile: 427 milioni di bambini in sovrappeso nel mondo, l'Italia tra i peggiori in Europa

Il 28,8% dei bambini italiani tra gli 8 e i 9 anni è in sovrappeso o obeso. Il Sud Italia registra i dati più critici, mentre la Giornata Mondiale dell’Obesità accende i riflettori su una delle sfide sanitarie più urgenti

Allarme obesità infantile

Allarme obesità infantile: 427 milioni di bambini in sovrappeso nel mondo, l'Italia tra i peggiori in Europa

Il sovrappeso e l’obesità stanno diventando una vera emergenza sanitaria globale. Nel mondo, sono 427 milioni i bambini e adolescenti in eccesso ponderale, mentre in Italia, il problema riguarda 4 adulti su 10, con 3 persone in sovrappeso e 1 obesa.

I dati del Sistema di Sorveglianza PASSI dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) evidenziano come l’eccesso ponderale continui a colpire maggiormente il Sud Italia, dove alcune regioni, come Molise, Campania, Basilicata e Puglia, sfiorano il 50% della popolazione residente con problemi di peso. Tuttavia, il divario tra Nord e Sud si sta lentamente riducendo rispetto a 15 anni fa, a causa di un incremento dell’obesità anche nelle regioni settentrionali.

La situazione tra i bambini è altrettanto preoccupante: nel 2023, il 28,8% dei bambini tra gli 8 e i 9 anni era in sovrappeso o obeso, con il Sud che continua a detenere il primato negativo.

La Campania (43,2%), il Molise (37,8%) e la Calabria (37,8%) registrano le percentuali più elevate, mentre le province autonome di Bolzano (15,3%), Trento (16,5%) e la Valle d’Aosta (19,5%) risultano le più virtuose. Secondo l’Unicef, il problema è aggravato dalla facile accessibilità a cibi poco sani e a basso costo, che porta soprattutto i bambini in condizioni di povertà ad adottare una dieta scorretta, con conseguenze devastanti per la loro crescita e la loro salute. Le ripercussioni dell’obesità si traducono in un rischio più elevato di sviluppare malattie croniche, come diabete, ipertensione, patologie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore, riducendo la speranza di vita e compromettendo la qualità della vita stessa.

L’obesità è più diffusa tra gli uomini (52%) che tra le donne (34%), tra le persone con difficoltà economiche (52% vs 39%) e tra coloro con un basso livello di istruzione (63% vs 32%). Inoltre, la tendenza aumenta con l’età, passando dal 27% tra i 18-34enni al 53% dopo i 50 anni, raggiungendo il 58% tra i 65-74enni, per poi diminuire progressivamente dopo i 75 anni. Il problema non è solo sociale, ma anche sanitario, eppure la risposta del sistema medico appare insufficiente: secondo i dati PASSI, meno della metà delle persone in eccesso ponderale riceve dal proprio medico il consiglio di perdere peso.

L’attenzione dei sanitari si concentra principalmente su chi è già obeso, trascurando chi è solo in sovrappeso, nonostante il rischio di progressione verso una condizione più grave. Inoltre, il consiglio di praticare attività fisica, fondamentale per contrastare il problema, viene fornito con ancora meno frequenza.

L’educazione alimentare, la promozione di stili di vita sani e un maggiore coinvolgimento del sistema sanitario potrebbero fare la differenza. La Giornata Mondiale dell’Obesità, che si celebra il 4 marzo, è un’occasione per accendere i riflettori su questa crisi e per sottolineare l’urgenza di un’azione concreta. Senza un intervento deciso, l’obesità continuerà a rappresentare una minaccia crescente per la salute pubblica, co

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