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07 Febbraio 2025 - 11:07
Dimesso il poliziotto ferito a martellate sull’Ivrea-Santhià: “Ora serve tempo per recuperare”
È tornato a casa nella serata di ieri il poliziotto della Stradale aggredito nella mattinata del 7 febbraio durante un controllo in una stazione di servizio lungo la bretella autostradale Ivrea-Santhià. Il suo volto porta ancora i segni della violenza subita: una ferita lacero-contusa alla testa, suturata in ospedale, e una prognosi di quindici giorni. Una ferita che, per fortuna, non ha avuto conseguenze più gravi, ma che racconta la brutalità dell’attacco.
L’aggressione, che ha lasciato sotto shock l’intero corpo di polizia, è avvenuta all’improvviso. Un giovane francese di 26 anni, senza alcun apparente motivo, ha colpito il poliziotto con un martello, ferendolo gravemente. Il collega, vista la situazione, ha reagito con l’uso della pistola di ordinanza, ferendo l’aggressore a una gamba per fermarlo. Il giovane si trova ancora ricoverato al CTO di Torino, dove sarà sottoposto a un intervento chirurgico per l’estrazione della pallottola. La sua prognosi è di trenta giorni.
L’altro agente coinvolto, che aveva riportato una ferita di striscio da un colpo di rimbalzo, è stato medicato all’ospedale di Ivrea e non ha avuto bisogno di ulteriori cure.
È tornato a casa nella serata di ieri il poliziotto della Stradale
Il rientro a casa del poliziotto ferito segna un primo passo verso la normalità, ma il trauma dell’aggressione resta. Episodi come questo sollevano nuovamente la questione della sicurezza per le forze dell’ordine, costantemente esposte a situazioni imprevedibili.
"Poteva andare molto peggio, il collega è stato colpito alla testa con un’arma improvvisata. Episodi del genere dimostrano quanto sia rischioso il nostro lavoro”, commentano fonti vicine alla Polizia Stradale.
L’episodio ha scatenato reazioni anche a livello istituzionale. Sindacati e rappresentanti delle forze dell’ordine chiedono maggiore tutela per chi opera in prima linea, mentre le indagini proseguono per ricostruire il profilo dell’aggressore e capire se il suo gesto sia stato frutto di un raptus o se dietro possa esserci un movente più complesso.
Nel frattempo, il poliziotto dimesso avrà bisogno di tempo per riprendersi, sia fisicamente che psicologicamente. Una vicenda che, ancora una volta, mostra quanto sia sottile il confine tra routine e pericolo per chi indossa una divisa.
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