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Cronaca

Santhià: sorpresi con mazze e piccone nell'ex outlet, sei denunciati

L’ex outlet del mobile continua ad attirare esploratori urbani, ma l’intervento dei carabinieri svela un caso sospetto

Sorpresi con mazze e piccone

Santhià: sorpresi con mazze e piccone nell'ex outlet, sei denunciati

Un intervento dei carabinieri ha messo fine all’ennesima incursione nell’ex outlet del mobile di Santhià, un luogo ormai in stato di abbandono, ma che continua ad attirare appassionati di urbex (urban exploration), la pratica di esplorare edifici dismessi e fatiscenti. Sei persone, tutte provenienti dalla provincia di Bergamo, sono state fermate mentre si aggiravano nei pressi della struttura con attrezzi considerati potenzialmente pericolosi: una mazza da baseball, una mazza martello, un tirapugni, un piccone e un piede di porco in ferro.

L’operazione si è svolta nella mattina di mercoledì 31 gennaio, quando i carabinieri di Santhià hanno notato movimenti sospetti attorno all’ex outlet. Fermati per un controllo, i sei hanno dichiarato di essere semplici appassionati di urbex, interessati a esplorare e documentare il sito abbandonato. Tuttavia, quattro di loro risultavano già gravati da precedenti di polizia e, dato il possesso ingiustificato di strumenti atti a offendere, sono stati denunciati. Per tutti e sei, invece, è scattata l’accusa di invasione di terreni o edifici.

Un intervento dei carabinieri ha messo fine all’ennesima incursione nell’ex outlet del mobile di Santhià

Un’area abbandonata e pericolosa

L’ex outlet del mobile di Santhià è da tempo una delle mete preferite degli esploratori urbani. L’edificio compare in numerosi video pubblicati sulle piattaforme social, dove gli appassionati di urbex condividono le loro avventure in luoghi dismessi. Tuttavia, questi siti presentano spesso rischi significativi, tra cui il pericolo di crolli, presenza di materiali pericolosi e possibili episodi di vandalismo. Per questo, le forze dell’ordine continuano a monitorare l’area per prevenire accessi non autorizzati e possibili episodi di criminalità.

L’urban exploration è una pratica che si è diffusa negli ultimi anni grazie alla popolarità dei social media, attirando curiosi e fotografi in cerca di scenari suggestivi. Tuttavia, l’accesso a edifici abbandonati può configurarsi come reato, specialmente quando si tratta di proprietà private o strutture considerate pericolose. La vicenda di Santhià è solo l’ultimo esempio di come questa passione possa sfociare in problemi con la legge, specialmente se accompagnata dal possesso di oggetti atti a offendere.

Le autorità stanno ora cercando di capire se il gruppo avesse intenzioni diverse dall’esplorazione, dato l’armamentario sequestrato. Non è la prima volta che episodi simili si verificano in edifici abbandonati del vercellese, motivo per cui i controlli continueranno nelle prossime settimane per scongiurare nuovi ingressi non autorizzati.

L’episodio rilancia il dibattito sulla sicurezza e sulla tutela di questi spazi abbandonati: se da un lato l’urban exploration affascina sempre più giovani, dall’altro l’accesso senza permesso e il potenziale rischio di danni o attività illecite non possono essere sottovalutati.

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