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Caos Casa Chantal, la rivolta delle commercianti: "Non vogliamo un centro migranti!"

In una lettera inviata al primo cittadino e all'amministrazione comunale, i negozianti del paese, tra cui molte donne, dicono chiaramente di aver paura dell'arrivo dei profughi

Caos Casa Chantal, la rivolta delle commercianti: "I migranti? Non li vogliamo!"

Mathi, un paese di neppure 4.000 abitanti, si trova al centro di una bufera che sta dividendo la comunità. Il destino di Casa Chantal, storica residenza per anziani, è incerto e con esso cresce l'ansia tra i commercianti della zona, molti dei quali donne, che vedono nell'ipotesi di una riconversione della struttura in centro di accoglienza per migranti una minaccia per la sicurezza e la stabilità economica del paese. Dall'altro lato, il Comitato Chantal RSA, che si batte per la riapertura della struttura come casa di riposo, evita il tema degli immigrati e si concentra sulla necessità di mantenere fede alla vocazione originaria della residenza, voluta dal vecchio parroco don Burzio. La polemica è esplosa nelle scorse settimane, culminando in una lettera inviata al sindaco Vittorio Rocchietti, accusato di immobilismo e mancanza di chiarezza sulla vicenda. Non a caso, da più parti è stato soprannominato "Re Tentenna".

Sono circa una cinquantina i commercianti che si sono mobilitati e che, attraverso il loro gruppo WhatsApp, hanno discusso della questione. La lettera indirizzata all'amministrazione comunale esprime chiaramente la paura di un aumento dell'insicurezza dovuto all'arrivo in massa di immigrati e il rischio di un impatto negativo sull'economia locale.

"Siamo quasi tutte donne, lavoriamo qui ogni giorno e chiudiamo i nostri negozi la sera, spesso da sole. L'idea di dover affrontare una situazione del genere senza sapere chi arriverà ci spaventa", racconta una commerciante di via Martiri, la strada su cui si affaccia Casa Chantal. In quella via si trovano una merceria, una panetteria, due fiorai e altri piccoli esercizi commerciali, la maggior parte gestiti da donne. "Abbiamo paura. Non sappiamo cosa succederà al nostro paese", aggiunge un'altra.

Non solo timori per la sicurezza, ma anche un forte allarme economico. Casa Chantal, fino a poco tempo fa, ospitava anziani ed era un punto di riferimento per molte famiglie del territorio. Il timore dei commercianti è che la chiusura definitiva della RSA e il cambio di destinazione d'uso portino a una svalutazione degli immobili e a un calo del giro d'affari per le attività locali.

Se i commercianti mettono in primo piano la paura dell'arrivo dei migranti, il Comitato Chantal RSA adotta una linea diversa. Per loro, il vero problema è che Casa Chantal non deve perdere la sua funzione originaria.

"Questa residenza è stata voluta dal nostro vecchio parroco, don Burzio, per dare una casa ai nostri anziani. Il paese non può permettersi di perdere un servizio così importante", spiega una rappresentante del comitato. Il gruppo ha raccolto firme e protestato apertamente contro la possibilità che la struttura venga destinata ad altro uso. "La nostra battaglia non è contro nessuno, ma per il rispetto della volontà della comunità", aggiunge.

A rendere la situazione ancora più tesa è la sensazione diffusa di essere stati abbandonati dall'amministrazione comunale. Nonostante le richieste pressanti, il sindaco non ha ancora convocato un'assemblea pubblica per chiarire la questione con la cittadinanza. L'unico incontro ufficiale previsto si terrà venerdì sera alle 21 con Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega in Consiglio Regionale, organizzato dagli stessi commercianti per cercare risposte nel vuoto lasciato dal Comune.

Nel frattempo, i consiglieri comunali Fariello e Bianco hanno chiesto un consiglio comunale aperto per sabato 8 febbraio alle 10:30, ma finora non hanno ricevuto alcuna risposta dall'amministrazione. Il clima di incertezza si fa sempre più pesante.

Casa Chantal non è solo un edificio, ma un simbolo per la comunità mathiese. Per anni ha funzionato come RSA, accogliendo anziani del paese e garantendo loro assistenza e cure. La struttura, inizialmente di proprietà della parrocchia, è stata ceduta nel 2022 alla cooperativa Sanitalia Service, per sanare un debito di 900mila euro. L'accordo prevedeva che la destinazione rimanesse socio-assistenziale per almeno cinque anni, ma oggi, a distanza di appena due anni, la situazione sembra prendere una piega completamente diversa.

Sanitalia ha infatti chiesto all'ASL una riconversione temporanea della struttura, dichiarando di non avere le risorse per ristrutturare la RSA e riaprire l'attività per gli anziani. L'ipotesi ha scatenato un'ondata di indignazione, con il Comitato Chantal RSA che ha chiesto a gran voce che la residenza continui a ospitare anziani, come previsto dall'accordo iniziale.

Mentre la comunità attende risposte ufficiali, all'interno di Casa Chantal i lavori sono iniziati.

"Hanno oscurato le finestre per non far vedere cosa succede dentro. Inoltre hanno sistemato il giardino, tagliato alberi e fatto pulizia, ma nessuno sa con certezza cosa stiano preparando", racconta un'altra commerciante della zona. Il timore diffuso è che la struttura venga convertita in un centro di accoglienza senza che il Comune abbia informato adeguatamente i cittadini.

Quel che è certo è che il malcontento cresce e i commercianti, insieme a molti cittadini, sono determinati a farsi sentire. La petizione con le firme raccolte è solo il primo passo di una mobilitazione più ampia che, se non riceverà risposte concrete dall'amministrazione, potrebbe portare a manifestazioni più incisive.

La comunità di Mathi si trova oggi divisa tra la paura per un possibile centro d'accoglienza e la volontà di difendere Casa Chantal come RSA. Il futuro rimane incerto, ma una cosa è chiara: i cittadini non intendono restare in silenzio.

LA LETTERA DEI COMMERCIANTI

Con la presente vogliamo sottoporre all’Amministrazione comunale, e in prima persona al sindaco Vittorio Rocchietti, la preoccupazione di tutti noi commercianti e dell’intera comunità mathiese a seguito delle voci di queste ultime settimane sul futuro di Casa Chantal.

Se si verificasse davvero, com’è emerso dagli ultimi incontri, la possibilità dell’arrivo di un numero ancora imprecisato di migranti all’interno della struttura, che si trova nel centro del paese, questo potrebbe causare problemi di sicurezza e di ordine pubblico. La preoccupazione è che si possa verificare un aumento di episodi di microcriminalità e vandalismo, com’è già avvenuto di recente in altri Comuni non troppo lontani da noi.

Ci teniamo a ricordare che la popolazione di Mathi è composta principalmente da persone anziane e bambini, che oggi sono preoccupati per la propria serenità. E noi siamo preoccupati per le nostre attività commerciali, perché una delle forze economiche trainanti del paese è proprio il commercio locale, e il rischio è quello di un calo della clientela che potrebbe portare alla chiusura di locali e attività, senza tralasciare l’eventuale svalutazione degli immobili, sia commerciali che civili.

Inoltre, è bene evidenziare che Casa Chantal è stata costruita materialmente e sostenuta economicamente da molti mathiesi. E, una volta venduta dalla Curia alla cooperativa Sanitalia Service, la struttura avrebbe dovuto mantenere lo scopo di residenza per anziani per almeno cinque anni.

Dopo l’incontro della scorsa settimana con la proprietà della struttura, dal momento che non abbiamo ancora alcuna comunicazione ufficiale in merito ai contenuti della riunione, chiediamo di sapere quali misure cautelari l’Amministrazione comunale intende attuare per la sicurezza e per l’ordine pubblico. Chi ha scelto di abitare e lavorare a Mathi lo ha fatto per vivere in un paese tranquillo, lontano dalla frenesia della città, non certo per avere paura per la propria incolumità e quella dei propri cari.

L'ex casa di riposo Casa Chantal

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