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25 Gennaio 2025 - 17:22
Una voce unanime si alza da Mathi: Casa Chantal deve tornare alla sua originaria vocazione di struttura per anziani, senza cambiare destinazioni d’uso, decisione che, secondo molti, tradirebbero la volontà della comunità e la storia di questo luogo.
Oggi, sabato 25 gennaio, nella sede comunale, le 2500 firme raccolte in appena una settimana sono state consegnate al sindaco Vittorio Rocchietti dal Comitato Chantal RSA, rappresentato da Roberto Pontelli e dall’avvocata Monica Commisso, paladina di questa battaglia civica.
Quello delle firme raccolte è un numero enorme, considerato che gli abitanti di Mathi sono 3.700 e che il sindaco Vittorio Rocchietti, il 15 maggi del 2023 è stato eletto con 936 voti.
Una sala gremita, con pubblico fino alle scale, ha fatto da cornice alla consegna delle firme. La raccolta è stata organizzata in pochi giorni grazie a un post sui social lanciato da Pontelli, che ha rapidamente radunato cittadini non solo di Mathi ma anche dei paesi vicini. Come ha spiegato l’avvocata Commisso, la mobilitazione è partita dal bisogno urgente di tutelare gli anziani temporaneamente trasferiti a Villa Lina a Corio, per garantire il loro ritorno a Casa Chantal, come da contratto fatto firmare alle famiglie.
L’avvocata ha letto una lettera destinata al sindaco, sottolineando l’importanza simbolica delle firme: “Queste firme rappresentano la voce della comunità, un’espressione concreta e sentita della volontà popolare che desidera preservare Casa Chantal come casa di riposo”.
Durante l’incontro, il sindaco Rocchietti, definito da alcuni cittadini come "Re Tentenna", ha cercato di difendere la propria posizione dichiarando di non essere stato informato ufficialmente della possibile destinazione d’uso della struttura per l’accoglienza degli immigrati. Tuttavia, il Comitato ha sottolineato che Sanitalia, l’attuale gestore, ha già richiesto autorizzazioni all’ASL per questo scopo. Per l’avvocata Commisso, “è singolare che un sindaco non si muova formalmente senza istanze ufficiali, quando la comunità gli ha affidato una questione così importante”.
La vicenda di Casa Chantal è intricata. L’immobile, che in passato apparteneva alla parrocchia, è stato ceduto nel 2022 a Sanitalia attraverso una transazione per sanare un debito contestato di circa 900mila euro. Non si tratta di una vendita, ma di una cessione di ramo d'azienda che, però, di fatto trasferisce in capo a Sanitalia la proprietà dell'immobile. Tuttavia, l’accordo include una clausola di destinazione d’uso che vincola la struttura a scopi socio-assistenziali per cinque anni, rendendo improbabile un cambio d’uso per ospitare migranti.
L’avvocata Commisso ha suggerito al sindaco di inviare una lettera di diffida a Sanitalia, coinvolgendo anche la Prefettura, la Procura e il Ministero dell’Interno. “Con le firme raccolte, Rocchietti ha in mano una grande opportunità: può dimostrare di agire nell’interesse pubblico e uscire rafforzato da questa vicenda”, ha dichiarato. L’avvocata ha anche sottolineato che il contratto sottoscritto tra le famiglie degli anziani e Sanitalia specifica chiaramente il carattere temporaneo del trasferimento a Villa Lina, e che la struttura deve restare destinata agli anziani non autosufficienti.
L’atmosfera nell’aula comunale era carica di partecipazione e speranza. Tutti i consiglieri comunali erano presenti, insieme a cittadini preoccupati per il futuro di Casa Chantal. “Se non ci sono le condizioni per ospitare gli anziani, come possono esserci per accogliere i migranti?”, si sono chiesti molti partecipanti, denunciando quella che appare come un’ingiustizia per gli anziani trasferiti.
Il Comitato, con Pontelli e l’avvocata Commisso in testa, ha promesso di portare avanti questa battaglia fino in fondo. “Non possiamo permettere che interessi privati o speculazioni cambino la vocazione di un luogo nato per servire i più fragili”, ha concluso Commisso, guadagnandosi l’applauso della sala.
Mathi, con le sue 2500 firme, ha lanciato un messaggio chiaro: Casa Chantal appartiene agli anziani, alla storia e alla dignità di questa comunità.
"Egregio Signor Sindaco,
in qualità di rappresentante del Comitato Chantal, siamo qui oggi per consegnare simbolicamente le firme raccolte presso la comunità di Mathi Canevese. Queste firme rappresentano la voce della cittadinanza, un’espressione concreta e sentita della volontà popolare che desidera preservare Casa Chantal come casa di riposo, nel rispetto della sua vocazione originaria e del vincolo di destinazione che su di essa grava.
La nostra azione non ha pretese di ufficialità nei numeri, ma vuole essere uno strumento simbolico per evidenziare la rilevanza sociale, storica e affettiva che questa struttura rappresenta per la nostra comunità. Questo luogo non è soltanto un edificio: è un simbolo nato dalla visione e dall’impegno di Don Burzio, che con lungimiranza ha dedicato la sua vita al servizio della comunità. È un’eredità concreta, costruita grazie al contributo di tanti cittadini che, con sacrificio e dedizione, hanno reso possibile la realizzazione di Casa Chantal.
Siamo consapevoli delle sfide e delle responsabilità che l’Amministrazione Comunale deve affrontare in questo contesto, ma siamo altrettanto certi che l’interesse pubblico a mantenere Casa Chantal destinata all’assistenza degli anziani sia superiore a qualunque altra ipotesi di utilizzo.
Dal punto di vista normativo, riteniamo che il Comune disponga di strumenti adeguati per esercitare le proprie competenze in materia urbanistica, valutando con attenzione ogni richiesta di cambio di destinazione d’uso. In presenza di un vincolo di destinazione e di un interesse pubblico prevalente, siamo certi che il Comune possa non solo opporsi, ma anche rafforzare la propria posizione con il sostegno unanime dei cittadini.
Consegniamo dunque queste firme non solo come gesto simbolico, ma come incoraggiamento e supporto alla Sua Amministrazione per difendere un diritto della comunità, quello di avere un luogo dedicato ai nostri anziani, un punto di riferimento essenziale per le generazioni passate, presenti e future.
Ci auguriamo che questa voce venga ascoltata e che insieme si possa trovare una soluzione che rispetti il bene comune e preservi Casa Chantal nella sua funzione originaria".
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