AGGIORNAMENTI
Cerca
Cronaca
29 Gennaio 2025 - 11:58
Addio a Fabio Postiglione: il giornalismo perde una firma brillante
Una tragedia ha scosso il mondo del giornalismo: Fabio Postiglione, noto cronista napoletano, è morto a 44 anni in un incidente stradale in moto. Il dramma si è consumato lungo la A51 di Milano, all’altezza di Cologno Sud, lasciando sgomenta la comunità giornalistica e tutti coloro che lo conoscevano.
Fabio Postiglione aveva iniziato il suo percorso giornalistico con il quotidiano Il Roma, per poi approdare nel 2020 al Corriere della Sera, entrando a far parte della redazione di Milano. Colleghi e amici lo ricordano come una persona capace, competente e sempre disponibile, un professionista che si distingueva per la sua passione per il mestiere e per la sua umanità.
«È successa una cosa terribile, è morto il nostro Fabio Postiglione. Ha avuto un incidente». Una frase, poche parole in un messaggio del caporedattore. E la sensazione di un abisso raccontano sui social.
L'avevamo salutato la sera prima, dopo la chiusura delle pagine, dopo aver fatto il punto sulla riunione per impostare il lavoro dell'indomani. Pensieri, spunti, idee. Come sempre. Erano le 22.30, Fabio ha spento il computer, si è intabarrato, ha preso il casco e ha alzato la mano: «Ragazzi, a domani». Moto e via, verso Cernusco sul Naviglio, dove abitava con sua moglie Valentina Trifiletti, collega di Mediaset.
Addio Fabio Postiglione
Questa, in sintesi, la cronaca dell'incidente. Una cronaca che Fabio, 44 anni, ha scritto mille volte nei primi anni della sua carriera. A Napoli, dove si occupava di nera e giudiziaria per Il Roma, dove è diventato professionista nel 2009. Poi, il passaggio nel 2016 al Corriere del Mezzogiorno, dove ha diretto l'edizione lucana.
Cronista di razza, entusiasta, coraggioso, Fabio si è occupato presto di criminalità organizzata. E a Napoli, criminalità organizzata significa camorra. Per tutta risposta, aveva ottenuto intimidazioni, minacce, avvertimenti. "Fabio Postiglione, uno che dà fastidio ai clan", titolava il sito di Articolo 21.
Era il 2015 quando il suo nome emergeva in un'intercettazione tra un boss della camorra e i suoi familiari. "Quel giornalista va sistemato", dicevano. E da lì, la scorta.
Alla sua macchina hanno rotto tutto: specchietti, lunotto, gomme, antenna. Al motorino, hanno manomesso il meccanismo di blocco del volante. Lo hanno inseguito fin sotto casa, contromano.
Fabio raccontava che la cosa più pesante non erano le minacce, ma la solitudine. «La cosa che fa più rabbia è la mancanza di indignazione. È il peso psicologico che devi sopportare. Vieni violato nella tua intimità, solo per aver fatto il tuo dovere».
Ultima tappa: Milano, Corriere della Sera. Fabio ha portato con sé esperienza, determinazione e un'allegria contagiosa. Un giornalista brillante, un collega solare, sempre pronto a sdrammatizzare con una battuta.
Amava Napoli, il Napoli, Maradona. E Valentina, sua moglie. Appena poteva, prendeva un volo e tornava giù. Negli ultimi tempi anche per assistere la madre malata. Ma non aveva perso la sua ironia: «Come va laggiù in fondo?», scherzava con juventini, interisti e milanisti a ogni vittoria del Napoli.
Napoli era sempre nel suo cuore, così come la sua grande passione per il calcio e per il Napoli, squadra di cui era tifosissimo. Un tratto che lo rendeva ancora più vicino ai suoi amici e colleghi, con cui condivideva la passione per il giornalismo e per lo sport.
La notizia della sua scomparsa ha colpito profondamente chi ha avuto la fortuna di lavorare con lui. Messaggi di cordoglio stanno arrivando da tutta Italia, testimoniando il rispetto e l'affetto che Fabio aveva saputo guadagnarsi nel corso della sua carriera. "Ciao Fabio, che la terra ti sia lieve", scrivono in molti, unendo dolore e gratitudine per aver condiviso un pezzo di strada con lui.
La sua perdita lascia un vuoto enorme, non solo tra i colleghi, ma anche tra gli amici e i tanti che lo hanno conosciuto. Il giornalismo italiano perde una voce autorevole, un professionista appassionato e una persona straordinaria. Fabio Postiglione resterà nel cuore di chi lo ha conosciuto, con il ricordo del suo sorriso, della sua generosità e del suo talento indiscusso.
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.