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23 Gennaio 2025 - 11:39
L'inviato di Striscia la Notizia Brumotti
Piove e s’allaga il sottopasso della stazione ferroviaria di Chivasso. È successo ieri, mercoledì 22 gennaio, e come sempre accade in questi casi, il gruppo Facebook “Cittadini di Chivasso” si è trasformato in un’arena digitale. La stazione ferroviaria, ormai da anni al centro delle cronache cittadine per le sue condizioni strutturali, per la sicurezza discutibile e per le frequentazioni che preoccupano i residenti, è diventata il teatro di un dibattito infuocato.
Tra i protagonisti, come da copione, non poteva mancare l’assessore di Sinistra Ecologista, Fabrizio Debernardi, sempre attento a quello che si scrive sui social, tanto da sembrare un moderatore non ufficiale del gruppo.
Ma partiamo dai fatti, ché qui la sceneggiatura la scrivono i chivassesi stessi.
Il sottopasso allagato diventa lo sfondo perfetto per un dibattito che, come da tradizione, non risparmia nessuno.
La stazione ferroviaria, già croce e delizia di una città che non smette di sognare grandi progetti mentre si sgretola un pezzo alla volta, diventa ancora una volta il simbolo di un degrado che grida vendetta.
L'allagamento alla stazione ferroviaria di Chivasso
Ed eccolo qui, Debernardi, assessore di Sinistra Ecologista, a lanciare il suo proclama digitale tirando in ballo il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, con un post che ha sollevato un polverone: "La stazione di Chivasso non è gestita dal Comune, mi pare ovvio. Nonostante ciò sono state segnalate più volte ad RFI tutte le criticità presenti e non risolte direttamente al Ministro. A giudicare dalle cronache sembra che Salvini non abbia intenzione né il tempo di dedicarsi a questi problemi."
Un affondo al governo che non passa inosservato. Peccato che i cittadini abbiano la memoria lunga e la pazienza corta.
Lara, per esempio, non ci sta e punta il dito: "Cosa aspetta il sindaco Castello a venire in stazione e controllare? Ah già, più importante il carnevale con la bella tolera". Touché.
Anche Giuliana non perde tempo a riportare la questione su un piano di responsabilità più ampio: "Scusate ma questi problemi c'erano già prima dell'arrivo di Salvini."
Il che dà il via a una lunga serie di botta e risposta con Debernardi, che replica deciso: "I problemi esistevano già anche con il precedente governo quindi smettiamola di dire sempre che è colpa di Salvini e fatevi un esame di coscienza."
Ma la rete è spietata, e Domenico non molla la presa: "Caro Fabrizio, queste problematiche sono ultradecennali. Queste favole la sinistra le può solo raccontare a creduloni". Insomma, l'assessore viene "trollato" senza pietà.
Nonostante i tentativi di resistere: "Le tifoserie le lascio ad altri, come amministratori parliamo a nome di tutti i chivassesi. Non mi importa nulla di ciò che era, oggi la responsabilità e le risorse per 'fare' sono in mano al Ministro delle Infrastrutture, punto."
E mentre il botta e risposta tra tifoserie politiche continua, c’è chi, come Teresa, alza il livello dell’ironia: "Le foto si commentano da sé! Un’amministrazione che presenta progetti 'spaziali' per parchi e turismo, mentre Chivasso cade a pezzi. Ma mi chiedo: pensate di far volare le persone come Elon Musk? Costruite una pista di atterraggio, piuttosto!".
Mentre Lara invoca l'intervento di Brumotti, inviato di "Striscia la Notizia": "Bisogna chiamare Brumotti e fare portare una... (cacca, ndr) al Comune di Chivasso e al sindaco Castello".
Ora, non si può dire che l’amministrazione comunale non abbia fatto nulla. Qualcosa, in effetti, ha tentato.
Il sindaco Claudio Castello, tempo fa, aveva denunciato pubblicamente lo stato indecoroso della stazione in un post corredato da foto eloquenti: pilastri con l’intonaco che cade a pezzi, muffa che spunta ovunque e un verde spontaneo degno di un parco naturale. “Queste immagini continuano a mortificare non solo un'infrastruttura importante di Chivasso, ma l'intera città”, aveva scritto. Parole che, però, non hanno prodotto risultati concreti. Segnalazioni a RFI, lettere al Ministero, incontri istituzionali: tutto finito in un buco nell’acqua.
Perché, diciamolo chiaramente, il post del sindaco sembrava più il grido d’aiuto di un cittadino qualunque che lo sfogo di chi, teoricamente, dovrebbe avere gli strumenti per agire.
E intanto, a ogni pioggia, il sottopasso si allaga, la stazione cade a pezzi e il dibattito sui social si ripete, uguale a se stesso. A Chivasso, evidentemente, la politica funziona così: tra un commento e un’alluvione, si naviga a vista. E sempre a pelo d’acqua.
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