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Il caso
05 Dicembre 2024 - 17:59
Claudio Castello ha vietato la possibilità di portare bottiglie di vetro e di vino in piazza Garibaldi e in piazzale XII Maggio
Provvedimento shock a Chivasso: non ordinate il vino per cena da "Amazon Fresh" se vivete in piazza Garibaldi o in piazzale XII Maggio 1944. Rischiate la denuncia. Addirittura? Sì, addirittura. E avete capito bene.
Per effetto dell'ordinanza firmata oggi - giovedì 5 dicembre - dal sindaco Claudio Castello e dal comandante della Polizia Municipale Marco Lauria, è vietato portare bottiglie in vetro e bottiglie contenenti alcolici nelle due piazze dalle ore 16.30 fino al mattino successivo. Perché? Ve lo spieghiamo di seguito.
La rissa del 16 novembre scorso nei pressi della stazione ferroviaria ha lasciato il segno: l’ordinanza emessa oggi dal sindaco Castello e dal comandante Lauria vieta, a partire dal 6 dicembre e fino al 9 febbraio 2025, la vendita, la somministrazione e il possesso di alcol e contenitori in vetro nelle piazze Garibaldi e XII Maggio 1944 dalle 16.30 alle 6 del mattino successivo.
Ecco i divieti imposti:
Piazza Garibaldi a Chivasso
Quindi? Quindi residenti costretti a riflettere su come fare la spesa senza incappare nelle maglie di un provvedimento che, diciamocelo, ha più buchi di un colabrodo e che ricorda l'epoca del proibizionismo americano.
“Abbiamo a cuore la sicurezza e il decoro urbano”, ha dichiarato il primo cittadino. E, per conservarli, bando agli alcolici.
Sicurezza che, evidentemente, passa anche dal bloccare la signora Maria che torna a casa con la salsa di pomodoro in bottiglia di vetro comprata al market, o il giovane studente che osa portare una bottiglia di vino in dono a cena dagli amici. Il crimine perfetto, verrebbe da dire. Sì, perché l'ordinanza colpisce (e punisce) erga omnes.
E sta già facendo discutere mezza città.
Secondo Liberamente Democratici, per bocca della consigliera Claudia Buo, l’ordinanza è “priva di logica e di reale applicabilità”. Perché, viene da chiedersi, il semplice possesso di una bottiglia di vetro – magari vuota, magari inoffensiva – dovrebbe essere considerato una minaccia? E come si concilia la sacrosanta necessità di sicurezza con il diritto dei residenti di vivere normalmente, magari senza dover fare il contrabbandiere per portare a casa un prosecco o una marmellata in vasetto?
La ciliegina sulla torta è la tempistica: il divieto scatta al calar del sole, lasciando spazio a interpretazioni degne di una spy story.
L’ordinanza, che teoricamente dovrebbe colpire i colpevoli della rissa del mese scorso, finisce per punire indistintamente tutti.
Piazzale XII Maggio e piazza Garibaldi sono state oggetto di numerosi interventi delle forze dell’ordine per sedare comportamenti “antigiuridici o molesti”.
Sacrosanto garantire la sicurezza, meno sacrosanto pretendere che le bottiglie di vetro diventino un simbolo del crimine. Si sa, le soluzioni creative hanno il loro fascino, ma questa sembra un po’ troppo “sperimentale” per essere efficace e ci ricorda un po' quel tale, Ponzio Pilato, di cui sappiamo tutti da cosa derivi la notorietià...
In attesa di risposte (e di vedere come sarà applicata questa ordinanza), non resta che chiedersi: in un momento in cui il buon senso dovrebbe regnare sovrano, perché complicare la vita ai cittadini rispettosi delle regole? E, soprattutto, chi spiegherà al signor Luigi, enologo per passione, che non può più tornare a casa con la sua ultima scoperta acquistata in enoteca?
Forse il prossimo provvedimento sarà il divieto di sorridere in pubblico: potrebbe turbare Castello & co... E d'altronde non costa nulla, vietarlo.
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