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Sicurezza a Settimo: il PD risponde, ma le giustificazioni non bastano

Un comunicato che celebra telecamere e Forze dell’Ordine, ma dimentica i timori dei cittadini

Emergenza Sicurezza a Settimo Torinese: Scontro tra PD e Centrodestra sulle Paure dei Cittadini

La sindaca Elena Piastra

Toh guarda, anche a Settimo Torinese la sicurezza è uno dei temi più caldi del dibattito politico. Non sorprende, quindi, che il Partito Democratico abbia deciso di prendere carta e penna per rispondere alle accuse mosse dai consiglieri comunali di Lega e Fratelli d’Italia, che parlano di una “nuova emergenza sicurezza” in città.

Peccato che il comunicato diffuso dal PD, anziché chiarire, solleva più dubbi di quanti ne risolva.

Il documento si apre celebrando le Forze dell’Ordine per il loro impegno, un riconoscimento sacrosanto, ma che suona quasi strumentale: il messaggio sottinteso è che i recenti episodi di cronaca non sarebbero altro che il risultato di interventi efficaci e non il sintomo di un problema più grande.

Una narrazione che, però, non convince chi ogni giorno vive la città e percepisce un clima di crescente insicurezza. Se davvero la sicurezza fosse aumentata, come suggerisce il comunicato, perché i cittadini continuano a lamentarsi, anche sui social?

Il Partito Democratico non manca di accusare il centrodestra di “gettare fumo negli occhi” e di “giocare sulla paura”dei cittadini, ma evita accuratamente di affrontare il nodo centrale: la paura, per quanto strumentalizzabile, è reale.

È facile liquidare le preoccupazioni come propaganda, più difficile è trovare risposte concrete. Il comunicato sottolinea che per parlare di emergenza sicurezza servirebbero dati oggettivi, ma dimentica che la percezione di insicurezza non si misura con le statistiche. Non è necessario un aumento esponenziale dei crimini per far sentire una comunità meno sicura; basta una serie di episodi, magari concentrati in un breve periodo, per alimentare il senso di precarietà.

Un’altra bandiera sventolata con orgoglio dal PD è quella della videosorveglianza, il cui incremento del 115% rispetto al 2019 viene presentato come una grande conquista. Ma davvero una telecamera in più può far dormire sonni tranquilli ai cittadini?

È vero, la videosorveglianza può rivelarsi utile per le indagini, ma da sola non basta a risolvere il problema. Le telecamere registrano, non prevengono. E allora viene spontaneo chiedersi: perché tanto entusiasmo per uno strumento che, da solo, non è in grado di garantire sicurezza?

 

Il comunicato, infine, insiste nel precisare che la sicurezza e l’ordine pubblico sono di competenza della Prefettura e del Ministero dell’Interno, mentre la Polizia Locale ha un ruolo limitato alla presenza sul territorio con funzioni amministrative.

Senza addentrarci più di tanto, la precisazione non è tanto corretta sul piano tecnico e rischia di suonare solo come una giustificazione.

Morale? Se la giunta comunale si limita a ribadire ciò che non può fare, che cosa sta realmente facendo per affrontare le preoccupazioni dei cittadini? Delegare tutto a Roma non sembra una strategia vincente, soprattutto quando la percezione di insicurezza è così radicata.

Insomma, nel tentativo di difendere la sindaca Elena Piastra, il PD finisce per adottare un tono autocelebrativo che appare fuori luogo. Rivendica il coordinamento con le Forze dell’Ordine e l’implementazione di strumenti utili, ma queste dichiarazioni non bastano a dissipare i dubbi di una comunità che si sente abbandonata. Accusare l’opposizione di irresponsabilità senza fornire soluzioni concrete non aiuta a ristabilire la fiducia dei cittadini, anzi, rischia di alimentare ulteriormente il senso di distacco tra amministrazione comunale e popolazione.

La verità? Il comunicato del Partito Democratico sembra più preoccupato a difendere l’immagine della giunta comunale che di affrontare i problemi di sicurezza percepiti dai settimesi.

La città non ha bisogno di numeri o percentuali, ma di interventi concreti e di un’amministrazione che sappia ascoltare davvero le preoccupazioni della gente. Perché mentre la politica discute, i cittadini continuano a chiedersi chi si stia davvero occupando di loro.

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