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Il verde pubblico è morto. L'assessore innaffia o non innaffia?

Promesse, annunci e piani faraonici, mentre i cittadini vivono tra ceppi abbandonati, sterpaglie e alberi secchi. Il disastro del verde pubblico fa ancora scandalo

L'assessore Alessandro Raso

L'assessore Alessandro Raso

C’è un post dell’Amministrazione comunale che sembra scritto per una serata di "teatro comico" e guai a chi si mette a ridere.

Titolo: “Cura del verde, partiti gli interventi sugli alberi”.

E giù con un elenco di promesse: potature, abbattimenti, nuove piantumazioni e un piano dettagliatissimo per il futuro. A leggerlo, sembra quasi di vivere in un'altra città, in un altro tempo o, addirittura, su un altro pianeta.

Basta affacciarsi alla finestra, infatti, per capire che la realtà è ben diversa. E non serve l’immaginazione: serve una falciatrice. E non servono i proclami: serve l'olio di gomito. E non serve chiacchierare e postare: serve fare...

La verità è che Settimo Torinese sta vivendo un disastro ambientale di proporzioni quasi bibliche ed è tutto a cielo aperto. Parliamo di un verde pubblico talmente malconcio che metterlo a posto è da considerarsi quasi impossibile. Ci vorrebbe un miracolo ma la sindaca Elena Piastra in questi ormai più di 5 anni l'unica cosa che è riuscita a produrre sono quei 20 quintali di farina costati 52 mila euro. Nient'altro!

Figuriamoci che questa estate il degrado è stato talmente clamoroso che è finito in TV.

Erba alta, sterpaglie ovunque e, in sottofondo, un assessore che si lancia in una delle spiegazioni più surreali mai sentite prima: «È per favorire l’impollinazione». La natura ringraziava, ma i cittadini un po’ meno.

E non dimentichiamo il capolavoro del Parco Berlinguer, una landa desolata che conta centinaia di alberi morti. Così abbandonato a sé stesso che perfino Legambiente, di solito molto diplomatica, ha dovuto prendere posizione per denunciare il disastro.

«Fino a marzo opereremo sulle alberate, poi partiranno gli sfalci con una programmazione differenziata da tre a sette tagli a seconda delle zone», spiega l’assessore Alessandro Raso.

Suona bene, vero? Peccato che i cittadini siano abituati alle promesse disattese. Parliamo dei 200 nuovi alberi? Fusti di 10-12 cm di diametro e altezza di 2,5 metri. Il problema non è piantumarli è innaffiarli sennò, caro "Raso che non rasa", faranno la stessa fine degli alberi già secchi, lasciati a marcire tra le erbacce?

E i ceppi? Anche quelli sono al centro del piano miracoloso: rimozioni e sostituzioni, dicono. Ma quante volte abbiamo sentito storie simili? Quanti ceppi sono lì da anni, monumenti silenziosi di un’amministrazione che pota più le speranze che gli alberi.

Insomma, ci risiamo. Un post su Facebook non basta per nascondere le colpe di un'Amministrazione comunale che peggio di così la città non ne ha mai avute.

Alla fine, la vera domanda è: quante altre estati con l’erba alta ci aspettano prima che qualcosa cambi davvero?

Per ora, l’unica certezza è che il verde pubblico di Settimo Torinese continuerà a far parlare di sé, per i motivi sbagliati.

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