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19 Gennaio 2025 - 19:54
Elena Piastra
Il futuro delle infrastrutture piemontesi è sempre più incerto. I ponti di Castiglione Torinese, Borgo Revel, Carignano e Preti di Strambinello si trovano in una situazione critica, minacciati da un intreccio di ritardi burocratici, scadenze stringenti e inefficienza politica. Nonostante l’importanza strategica di queste opere per la viabilità e la sicurezza del territorio, infatti, i lavori sono bloccati e i fondi destinati rischiano di andare persi.
A lanciare l’allarme erano stati quest’estate i consiglieri regionali Alberto Avetta del Pd e Mauro Fava di Forza Italia, quest’ultimo promotore di una raccolta firme su Change.org a sostegno dell’emendamento al decreto milleproroghe, firmato dal senatore Roberto Rosso. Obiettivo: prorogare al 31 dicembre 2025 i termini per l’utilizzo delle risorse, salvando così milioni di euro destinati alla realizzazione di infrastrutture essenziali.
La situazione si è aggravata dopo che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) aveva dichiarato di non poter prorogare oltre il termine fissato al 31 dicembre 2024.
Tra le opere a rischio, spicca il nuovo ponte sul fiume Po tra Castiglione Torinese e Settimo Torinese, un progetto avviato nel 2019 grazie al Decreto Ponti per garantire un collegamento più efficiente tra la tangenziale di Torino e gli snodi autostradali. A dicembre 2023, la Regione Piemonte aveva stanziato 12 milioni di euro per un’infrastruttura moderna e sicura, dotata anche di una pista ciclabile.
Poi c’è il Ponte Preti, costruito nel 1920 sul torrente Chiusella. È un collegamento cruciale tra Strambinello e Baldissero Canavese, ma le sue condizioni rappresentano un grave pericolo per la sicurezza stradale. Il nuovo progetto prevede un ponte in acciaio con un investimento di 34 milioni di euro. A novembre 2024, oltre 40 sindaci chiamati a raduno dal sindaco di Ivrea Matteo Chiantore, si sono riuniti in un flash mob all'imbocco del ponte, un gesto che ha evidenziato la loro esasperazione.
Anche il ponte sulla Dora Baltea a Borgo Revel a Verolengo (investimento da 13,7 milioni) e il ponte di Carignano sul Po, necessitano di interventi di manutenzione e ammodernamento.
:Il consigliere regionale Mauro Fava e il Ministro Matteo Salvini
Secondo il MIT, la responsabilità dei ritardi ricade sulla Città Metropolitana di Torino, quindi sul sindaco di Torino Stefano Lo Russo, accusata di inefficienza nella gestione dei progetti. Tuttavia, questa posizione è stata duramente contestata dal deputato del Movimento 5 Stelle Antonino Iaria.
“Il Ministero delle Infrastrutture dimostra ancora una volta di ignorare le necessità dei territori. Questa decisione impedisce la realizzazione di opere essenziali come la ricostruzione del Ponte Preti, lasciando il Piemonte privo di infrastrutture sicure e funzionali”, aveva dichiarato.
Grazie alla mobilitazione lanciata dal consigliere regionale Mauro Fava, sono già state raccolte migliaia di firme, che dimostrano quanto la questione stia a cuore ai cittadini.
“Non possiamo permetterci di vanificare anni di lavoro e progettazioni - commenta e attacca - La sicurezza dei ponti è una priorità nazionale, e siamo certi che il Ministro Salvini vorrà supportare il Piemonte in questa battaglia”, commenta Fava.
In un curioso cambio di passo, tra gli amministratori "preoccupati" si è aggiunta in queste ultime ore, anche la sindaca di Settimo Torinese, Elena Piastra, alla disperata ricerca di una ribalta provinciale, regionale, nazionale magari anche mondiale... Anche lei sulle pagine de La Stampa di Cuneo s'è messa a chiedere una proroga.
“Meglio tardi che mai”, verrebbe da dire, ma il silenzio mantenuto fino a questo momento su una questione così cruciale per il territorio appare difficile da giustificare. Tant'è!
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