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12 Dicembre 2024 - 11:38
Il Ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini e i ponti Preti e Sant'Anna
La questione del Ponte Preti, infrastruttura strategica per il Canavese, subisce un altro colpo. E con lei anche il futuro dell'allargamento del ponte sulla Dora di Borgo Revel, frazione di Verolengo, e il nuovo ponte di Castiglione Torinese. In risposta a un’interrogazione urgente presentata dal deputato del Movimento 5 Stelle Antonino Iaria, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha annunciato che non ci sarà alcuna proroga per i termini di aggiudicazione dei lavori, fissati al 31 dicembre 2024.
La responsabilità, secondo il Ministero, dei ritardi nella progettazione dei lavori sui tre collegamenti ricadrebbe interamente sulla Città Metropolitana di Torino, accusata di inefficienza nell’avanzamento dei progetti.
Ma procediamo con ordine e partiamo dal Ponte Preti.
Nel suo intervento, il deputato Antonino Iaria aveva chiesto al Governo di intervenire per garantire una proroga dei termini, al fine di evitare la perdita dei fondi stanziati attraverso il Decreto Ponti del 2019. “La realizzazione del nuovo ponte rappresenta un’opera strategica e attesa dal territorio da decenni”, ha dichiarato Iaria, ricordando il proprio impegno, in qualità di consigliere metropolitano alle infrastrutture, per ottenere quei finanziamenti.
Secondo Iaria, il nuovo ponte è essenziale per migliorare la mobilità e la sicurezza di migliaia di cittadini. “La realizzazione del ponte non può essere ostacolata da scadenze prorogabili. È il momento che le istituzioni agiscano per dimostrare attenzione e vicinanza alle esigenze reali del territorio”, ha aggiunto.
Nella giornata di ieri, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha risposto ufficialmente all’interrogazione di Iaria: “Con specifico riferimento agli interventi di competenza della Città Metropolitana di Torino segnalo che l’amministrazione provinciale ha comunicato lo scorso 30 settembre l’impossibilità di giungere all’aggiudicazione di tre interventi qualificati come nuove opere nel termine sopra richiamato del 31/12/2024. Tra questi è incluso quello relativo alla ricostruzione del Ponte Preti sul torrente Chiusella nei Comuni di Baldissero Canavese e Strambinello. Ad ora, dunque, non sussistono le condizioni per prevedere un’ulteriore proroga in considerazione dei vincoli straordinari come definiti con il provvedimento sopradetto".
Le parole del Ministero vanno estese anche ai casi del ponte sulla Dora di Borgo Revel e al nuovo ponte di Castiglione Torinese.
La risposta del MIT ha suscitato una dura reazione da parte di Iaria, che ha accusato il Governo di ignorare le esigenze del territorio e di scaricare le colpe sull’amministrazione locale: “Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dimostra ancora una volta di non avere a cuore le necessità dei territori. Nella risposta al question time di oggi, invece di concedere una proroga indispensabile per l’assegnazione degli appalti, scarica subdolamente la colpa sull’amministrazione provinciale, accusandola di inefficienza”.
Iaria ha poi denunciato le conseguenze di questa decisione: “Non solo: questa decisione impedisce la realizzazione di opere essenziali come la ricostruzione del Ponte Preti, lasciando la Città Metropolitana di Torino priva di infrastrutture sicure e funzionali, e preferendo dare priorità a progetti più costosi e inutili.”
Il deputato pentastellato ha anche puntato il dito contro l’immobilismo delle istituzioni locali: “A tutto ciò si aggiunge il silenzio assordante del presidente Cirio e dei parlamentari di maggioranza del Canavese, incapaci di farsi portavoce delle esigenze del territorio. Mentre il Ponte Preti rischia di rimanere un’opera incompiuta, chi dovrebbe tutelare i cittadini resta immobile e indifferente.”
La situazione del Ponte Preti si inserisce in un quadro di ritardi e difficoltà burocratiche che da anni ostacolano il progetto. Il Ponte Preti, situato sul torrente Chiusella tra Baldissero Canavese e Strambinello, rappresenta un’infrastruttura strategica per collegare il Canavese occidentale con quello orientale. Progettato per sostituire il vecchio ponte, ormai inadeguato, il nuovo tracciato è fondamentale per garantire la sicurezza e migliorare la viabilità della zona.
Il 15 novembre scorso, oltre 40 sindaci si sono riuniti sul Ponte Preti per manifestare contro il rischio di perdere i fondi. Sotto la scritta “Il Canavese vuole il nuovo Ponte Preti”, i rappresentanti locali hanno chiesto al Governo di concedere una proroga per rispettare i tempi di aggiudicazione dei lavori. “Non possiamo rinunciare a un’opera così importante”, aveva dichiarato il sindaco di Ivrea Matteo Chiantore.
Parallelamente, diversi esponenti politici, tra cui il consigliere regionale Mauro Fava (FI) e il senatore Roberto Rosso (FI), sostenute trasversalmente anche dal Pd con il consigliere regionale Alberto Avetta, hanno presentato proposte per inserire la proroga nel decreto mille proroghe. Nonostante le iniziative politiche e la pressione dal territorio, il Governo ha scelto di non intervenire.
Con la scadenza del 31 dicembre 2024 ancora in vigore e senza la possibilità di una proroga, il destino del Ponte Preti appare sempre più incerto. La decisione del Ministero, unita alla complessità burocratica e ai ritardi accumulati, rischia di trasformare un’infrastruttura strategica in un simbolo dell’immobilismo politico. Per il Canavese, resta alta la preoccupazione che anni di lavoro e risorse possano essere vanificati, lasciando il territorio senza una soluzione adeguata alle proprie esigenze.
Il ponte Sant’Anna di Verolengo, costruito tra il 1884 e il 1886 sulla Dora Baltea, è un’infrastruttura strategica che collega le province di Torino e Vercelli. Negli anni, è divenuto un simbolo dell’immobilismo politico e dei ritardi burocratici, nonostante sia al centro del dibattito da oltre 40 anni. Progettato originariamente per un traffico limitato, oggi sopporta il transito di circa 7.000 mezzi al giorno, tra cui numerosi camion, rendendo l’ampliamento del ponte una necessità inderogabile per garantire sicurezza e funzionalità.
Le prime discussioni sul raddoppio del ponte risalgono agli anni ’90. Nel tempo, il progetto ha subito rallentamenti dovuti a difficoltà burocratiche e finanziarie. Solo nel 2020, la Città Metropolitana di Torino ha approvato il progetto definitivo, che prevede il consolidamento del ponte storico per il traffico in direzione Crescentino e la costruzione di una nuova struttura parallela per il traffico opposto.
Tutte le autorità, compresi i sindaci locali, in posa lo scorso anno per annunciare il finanziamento del progetto del nuovo Ponte Sant'Anna
Il progetto include anche l’adeguamento delle strade di accesso, la costruzione di una rotatoria e la creazione di una pista ciclabile per migliorare la mobilità complessiva. Tuttavia, l’aumento dei costi legato all’adeguamento dei prezzi (in particolare dopo la pubblicazione del nuovo prezzario della Regione Piemonte nel 2022) ha fatto lievitare il budget iniziale, fissato a 13,7 milioni di euro, fino a 21 milioni. Questo aumento ha portato a un nuovo stallo fino al 2023, quando ulteriori 4 milioni di euro sono stati stanziati per completare il finanziamento.
La situazione del ponte Sant’Anna non è solo un problema di viabilità, ma una questione di sicurezza. Negli anni, il ponte è stato teatro di numerosi incidenti, alcuni dei quali mortali, che hanno riacceso il dibattito sulla necessità di interventi. Solo lo scorso luglio, un altro incidente ha bloccato il traffico, fortunatamente senza feriti gravi, ma evidenziando ancora una volta l’urgenza di completare i lavori.
Le amministrazioni locali, guidate dal sindaco di Crescentino Vittorio Ferrero e dal sindaco di Verolengo Rosanna Giachello, pochi mesi fa avevano espresso con una lettera aperta la propria preoccupazione. “Il raddoppio del ponte è un’opera strategica che questo territorio attende da almeno 40 anni,” ha dichiarato Ferrero, aggiungendo che il progetto esecutivo è ancora in fase di validazione e potrebbero servire ulteriori fondi per coprire i costi. “Se non avremo risposte concrete, siamo pronti a bloccare il ponte insieme ai cittadini”, ha avvertito.
L’importanza del ponte Sant’Anna va oltre la viabilità locale: esso rappresenta un nodo cruciale per il traffico commerciale tra Torino e Genova. Il percorso alternativo lungo la SP 31bis, sebbene economico per gli autotrasportatori rispetto ai pedaggi autostradali, è diventato un incubo per la sicurezza. La carreggiata attuale non consente il passaggio simultaneo di due tir, e spesso gli “incroci pericolosi” sono causa di incidenti.
Nel 2023, l’annuncio dei fondi necessari al completamento dell’opera sembrava il punto di svolta. Durante una cerimonia sul ponte, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’allora sindaco di Verolengo Luigi Borasio avevano promesso una rapida realizzazione del progetto. Tuttavia, un anno e mezzo dopo, poco o nulla si è mosso. La Città Metropolitana di Torino è stata accusata di non volersi assumere la direzione dei lavori, contribuendo ulteriormente a rallentare il processo.
Nonostante le promesse, il completamento del raddoppio del ponte Sant’Anna rimane un obiettivo lontano. La mancanza di fondi aggiuntivi e la lentezza burocratica continuano a essere ostacoli insormontabili.
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