AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
15 Gennaio 2025 - 00:10
Infermieri stanchi
Dopo sette mesi di trattative serrate e quando sembrava che si fosse ormai giunti al rush finale, è arrivata invece la temuta fumata nera sulla firma del contratto nazionale di lavoro del comparto sanità 2022-2024. Un contratto che riguarda più di 580mila lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale – dagli infermieri ai tecnici, fino al personale non medico – resta dunque sospeso, lasciando i lavoratori in una situazione di incertezza e, per molti, di frustrazione.
Nell’ultimo confronto all’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), i sindacati si sono divisi in modo insanabile. Da un lato, Nursind, Fials e Cisl hanno dato il loro assenso all’accordo. Dall’altro, Cgil, Uil e Nursing Up hanno scelto di non firmare, bloccando di fatto il raggiungimento della maggioranza necessaria per concludere il negoziato.
La bozza di contratto prevedeva un aumento lordo di 172 euro mensili per 13 mensilità, accompagnato da altre misure normative: il riconoscimento del buono pasto in smart working, l’introduzione sperimentale della settimana corta, nuove tutele per il personale in età avanzata e adeguamenti specifici per il personale dei pronto soccorso. Misure considerate però insufficienti da una parte consistente del fronte sindacale.
Per Andrea Bottega del Nursind, la mancata firma rappresenta "un'occasione persa". Secondo lui, "i protagonismi danneggiano i lavoratori" e il vero punto di forza del contratto non erano tanto le risorse – giudicate comunque insufficienti – ma la possibilità di aprire immediatamente la nuova negoziazione per il triennio 2025-2027, sfruttando i fondi già previsti nella legge di Bilancio. L’assenza di un accordo penalizzerà in particolare il personale dei pronto soccorso, che attende ancora l'adeguamento dell'indennità previsto dalle risorse stanziate a giugno 2023.
Anche la Cisl Fp si dice fortemente critica verso la decisione di bloccare il contratto, definendola "grave" e sottolineando come tocchi direttamente "le tasche di chi ogni giorno garantisce il diritto alla salute dei cittadini". La Cisl evidenzia che l'accordo avrebbe migliorato la qualità della vita lavorativa introducendo misure innovative come la settimana corta e il buono pasto in modalità di lavoro agile.
Di diverso avviso è la Fp Cgil, che boccia senza appello l’intera bozza. Per il sindacato, le risorse erano insufficienti a incrementare in modo adeguato gli stipendi e non affrontavano i nodi cruciali come le indennità e la valorizzazione di carriera. Una posizione condivisa anche da Nursing Up, che parla di contratto "decisamente inadeguato" e si dice contrario a "compromessi al ribasso". Anche la Uil Fpl si scaglia contro la proposta, sottolineando che l’aumento previsto coprirebbe appena un misero 6% lordo a fronte di un’inflazione che ha eroso oltre il 17% del potere d’acquisto dei lavoratori.
La protesta è arrivata fino alle porte dell’Aran, dove l’Usb (Unione Sindacale di Base) ha manifestato contro un contratto definito "l'ennesimo attacco al Servizio Sanitario Nazionale pubblico". L’accusa al governo è di essere più interessato a finanziare "l'economia di guerra" che a risolvere i problemi dei lavoratori.
Sul fronte istituzionale, il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, ha espresso delusione per il mancato accordo. "C’erano tutte le condizioni per firmare e avviare rapidamente la trattativa per il successivo contratto 2025-2027", ha dichiarato Naddeo, sottolineando che la bozza proposta non solo introduceva risorse, ma anche innovazioni che avrebbero migliorato da subito le condizioni di lavoro. Il fallimento della trattativa apre ora a uno scenario di incertezza, con tempi più lunghi per un eventuale nuovo accordo.
Il mancato rinnovo del contratto lascia sul campo non solo l’amarezza delle istituzioni e la spaccatura tra i sindacati, ma anche la frustrazione di migliaia di lavoratori che vedono sfumare l’ennesima possibilità di miglioramento delle proprie condizioni lavorative. Una situazione che, come sottolineano gli stessi sindacati, rischia di compromettere ulteriormente la già precaria tenuta del Servizio Sanitario Nazionale.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.