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28 Dicembre 2024 - 17:06
Nella foto: Andrea Gianotti, Diego Borla e Renzo Galletto
Il Carnevale di Montalto si farà o no? È questa la domanda che agita il paese, un luogo dove neppure il meteo riesce a dividere la comunità quanto un comitato scaduto.
Sì, perché la situazione è più intricata della trama di una telenovela sudamericana. Da una parte c’è il comitato uscente, presieduto da Vera Cafasso, che ha ufficialmente terminato il mandato il 31 ottobre. Dall’altra, c’è un gruppo di eporediesi che scalpita per subentrare, guidato da Andrea Gianotti e sostenuto da Giuseppe Esposito, Dario Savio, Annalisa Malisan e Diego Borla.
Foto archivio carnevale di Montalto
Il risultato? Un caos degno di una commedia degli equivoci, con riunioni inconcludenti e scadenze posticipate.
Il 23 dicembre si è tenuto un incontro che avrebbe dovuto risolvere la situazione, ma, sorpresa delle sorprese, non c’erano i numeri per costituire un nuovo comitato. Ora si aspetta il 3 gennaio, data entro cui il Comune saprà – si spera – chi ha davvero voglia di organizzare la festa.
Nel frattempo, il sindaco Renzo Galletto lancia il suo appello alla pace: “L’ideale sarebbe che i due gruppi uniscano le forze...”.
Un desiderio tanto nobile quanto improbabile, almeno a sentire il gruppo di Andrea Gianotti, che non si risparmia critiche.
“Ai primi di ottobre ci siamo presentati al sindaco Galletto con una proposta precisa - ci dicono in coro - Sapevamo che, come da statuto, il comitato uscente sarebbe scaduto il 31 ottobre. Oltre ai nuovi nomi, abbiamo portato due novità importanti: spostare il Carnevale alla domenica successiva a quello di Ivrea, per evitare sovrapposizioni, ed eliminare la tradizionale questua casa per casa, proponendo un sistema moderno per la raccolta fondi. Forse queste idee hanno creato troppa agitazione, perché da quel momento si è iniziato a temporeggiare. Alla fine, abbiamo perso due mesi inutilmente”.
Un’accusa che getta ulteriore benzina sul fuoco in un paese che, a quanto pare, non disdegna una buona dose di conflitti.
Del resto, la storia insegna: il Carnevale di Montalto è già stato teatro di polemiche epiche.
Nel 1972, ad esempio, il comitato decise di rivoluzionare le figure tradizionali, abolendo la Mugnaia e sostituendola con la Castellana, e facendo fuori il Generale per introdurre il Trovatore.
Il risultato? Scene da far impallidire i reality show: insulti, litigi, offese.
Alla fine, il Carnevale fu sospeso per un anno intero. Quando riprese, l'amministrazione comunale riscrisse lo statuto con regole ferree, e si decise di mantenere la Castellana accanto al Generale Napoleonico e al suo Stato Maggiore.
Ma se pensate che questa sia la più grande faida nella storia di Montalto, aspettate di sentire dello scisma del 1956.
Sì, avete letto bene: uno scisma, e non di quelli simbolici.
All’epoca, l’arrivo di un giovane prete per sostituire il parroco anziano fece esplodere il paese. Dopo due anni, il Vescovo Paolo Rostagno decise di sostituire il giovane sacerdote con un altro. Apriti cielo: parte della popolazione scese in piazza per protestare. E non si limitarono alle parole. Qualcuno, per sottolineare il dissenso, arrivò persino a tirare una bomba.
Ma non finisce qui. La situazione degenerò al punto che un gruppo di dissidenti decise di separarsi dalla Chiesa cattolica romana per unirsi al Patriarcato ortodosso russo. Fu costruita una chiesa dedicata a questo nuovo culto, e la frattura durò ben 22 anni. Solo negli anni ’70 i ribelli tornarono all’ovile, e la chiesa di Sant’Egidio, epicentro dello scisma, fu riadibita al culto cattolico, per poi essere sconsacrata nei primi anni 2000 e, infine, venduta.
E ora? Tornando al Carnevale, il rischio è che il paese debba assistere a un’altra faida degna di entrare negli annali. A Montalto, soprannominata la “Bulgaria del Canavese” per il suo amore per le lotte intestine, si litiga con la stessa passione con cui si prepara la fagiolata. Insomma, una tradizione è una tradizione, e il conflitto sembra essere la più amata di tutte.
Riusciranno i due comitati a mettersi insieme e a salvare il Carnevale? O ci aspetta un altro anno di polemiche e rinvii? Una cosa è certa: a Montalto non ci si annoia mai.
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