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Ombre su Torino

Sparita nel nulla. Dov'è finita Sabina Badami?

Una tragedia lunga quasi quarant'anni d'oblio.

Sparita nel nulla. Dov'è finita Sabina Badami?

10 settembre 1986.

Sono le 22,30 e una ragazza è al telefono con sua sorella. Ha 27 anni ed è arrivata a Torino nel 1982 da Prizzi, in provincia di Palermo. È salita perché ha vinto un concorso alle poste ed è stata assegnata all’ufficio di Corso Tazzoli 235. La giovane, che si chiama Sabina Badami, racconta alla parente di aver preso due giorni di permesso per andare al giuramento di un loro cugino militare a Falconara Marittima.

Partirà la sera dell’11, dopo il turno. Sabina non arriverà né a lavoro né nelle Marche. Sparisce nel nulla, senza lasciare una traccia, senza portare via niente da casa. La giovane viene descritta, come quasi sempre, incredibilmente, in questi casi, in maniera particolarmente banale: con pochi amici quasi tutti colleghi, riservata, puntuale, senza motivi per fuggire, suicidarsi o temere per la vita.  

Sabina Badami

Nessun indizio, nessun testimone, nessuna pista concreta. Niente, per quasi un anno.

Poi tutto si colora di rosso sangue.

8 maggio 1987, ore 9. La disperazione, l’angoscia, l’arteriosclerosi e la voglia giustizia di Giuseppe Badami, il padre di Sabina, si riversano sui vicini di casa. Si presenta alla loro porta armato di fucile e fa strage di Sebastiano Castelli, della moglie Teresa e della madre di quest’ultima, Ernesta Drago.

Finita la mattanza, si presenta in caserma ancora con l’arma in spalla e si costituisce. Qualche mese prima era finito in pretura col Castelli (di cui una volta era amico e testimone di nozze) dopo aver litigato per il confine dei propri cortili. Sabina prese le parti del genitore e avrebbe poi riferito alla famiglia di essere stata minacciata dall’altro uomo. “Vi farò sparire uno alla volta” avrebbe detto.

Il padre dirà di aver fatto giustizia. Passerà anni a ripetere che li ha uccisi tutti perché sa che sono loro ad aver assoldato un killer a Torino per ammazzare la figlia. Anche questa pista, tuttavia, non porterà a niente se non la galera per un anziano in preda a una umanissima follia.

Poco aggiungerà anche la testimonianza, arrivata nel 1989, di un impiegato di Aeritalia che avrebbe dato un passaggio a Sabina in zona Grugliasco, la mattina dell’11 settembre 1986. L’uomo riferirà di averla vista confusa ma ricorda di aver parlato con lei del padre malato e del lavoro alle poste di corso Tazzoli. Spiegherà di averla lasciata in un bar di corso Marche ma lì nessuno l’ha vista.

Sabina Badami viene dichiarata morta nel 1992. Chissà dove, come e perché.


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