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18 Dicembre 2024 - 16:24
Le stazioni da incubo in Italia: ecco quali sono (foto di repertorio)
Legambiente, nel suo nuovo report Pendolaria 2025, lancia un allarme sullo stato del settore, evidenziando finanziamenti inadeguati, gli effetti della crisi climatica, ritardi e disservizi cronici. Il risultato? Una rete ferroviaria e metropolitana che fatica a stare al passo con le necessità dei cittadini, amplificando le disuguaglianze tra Nord e Sud del Paese.
Nel 2024, i fondi destinati al trasporto pubblico locale (TPL) ammontano a soli 5,2 miliardi di euro, con un esiguo aumento di 120 milioni nella proposta di Legge di Bilancio 2025. Questi numeri, però, non bastano: rispetto al 2009, i finanziamenti sono calati del 36% in termini reali, considerando l'inflazione degli ultimi 15 anni. E mentre il sistema ferroviario arranca, il progetto del Ponte sullo Stretto continua a drenare risorse: 1,6 miliardi sono stati recentemente dirottati dai fondi per Calabria e Sicilia, con oltre l’87% degli stanziamenti infrastrutturali fino al 2038 destinati esclusivamente al ponte.
Legambiente denuncia: “La continua rincorsa a grandi opere distoglie l’attenzione dai veri problemi di chi viaggia ogni giorno. Servono investimenti adeguati per treni moderni, servizi efficienti, interconnessioni e una mobilità accessibile, soprattutto nelle aree più vulnerabili”.
Negli ultimi 15 anni, il trasporto pubblico ha subito pesanti ripercussioni a causa di 203 eventi meteo estremi, tra cui piogge torrenziali, frane e venti forti. Questi fenomeni hanno provocato interruzioni e ritardi su treni, metropolitane e tram, colpendo in particolare le città di Roma (36 eventi), Napoli (12) e Milano (11). Secondo il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, i danni annuali alle infrastrutture causati dai cambiamenti climatici potrebbero raggiungere i 5 miliardi di euro entro il 2050, se non verranno adottate misure di adattamento.
Tra le linee ferroviarie più problematiche troviamo le storiche ex Circumvesuviane, la Roma Nord-Viterbo, con oltre 5.000 corse soppresse nel 2024, e la Catania-Caltagirone-Gela, ferma da più di 13 anni. Nuove entrate negative includono la Avellino-Benevento, dove i lavori di elettrificazione sono in ritardo dal 2021, e la Firenze-Pisa, segnalata per affidabilità insufficiente.
Il Sud Italia resta il grande dimenticato: l’età media dei treni è 17,5 anni, quasi il doppio rispetto al Nord, e molte linee, come la Palermo-Trapani via Milo, sono chiuse da oltre un decennio. Anche il Sistema Ferroviario Metropolitano di Torino mostra segni di peggioramento, con livelli di puntualità e frequenza in calo.
Nonostante le criticità, emergono alcuni segnali positivi: l’apertura della linea M4 a Milano, che collega l’aeroporto di Linate al centro città, e della linea 6 a Napoli. Inoltre, in Valle d’Aosta è stato introdotto un abbonamento unico da 20 euro al mese per l’intera rete regionale, mentre in Emilia-Romagna prosegue il successo del sistema di trasporto integrato.
Per risollevare il trasporto pubblico, Legambiente propone al Ministro Matteo Salvini tre interventi prioritari:
Come sottolineato dal presidente di Legambiente, Stefano Ciafani: “Il 2024 è stato un anno difficile per la mobilità sostenibile. Serve una vera cura del ferro per migliorare la qualità della vita, l’aria e raggiungere gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi”.
Il report Pendolaria lancia un appello chiaro: il trasporto pubblico italiano ha bisogno di una strategia concreta e di investimenti mirati per colmare divari territoriali, ridurre l’impatto climatico e offrire servizi degni di un Paese moderno.
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