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Cronaca
08 Dicembre 2024 - 18:14
Vandali (foto di repertorio)
Monteu da Po, un piccolo centro che si è sempre distinto per l’impegno dei suoi cittadini e dell’amministrazione comunale nel creare una comunità viva e accogliente, si risveglia con un’amara sorpresa. Le decorazioni che colorano il paese, simbolo di un impegno collettivo, sono state danneggiate da vandali. Un gesto che non è passato inosservato alla sindaca Elisa Ghion, che ha reagito con un post al vetriolo sui social, scatenando il dibattito e, soprattutto, la rabbia di chi ogni giorno si spende per il bene comune.
Il post di Elisa Ghion sulla sua pagina FB
Nel suo messaggio, la sindaca non usa mezzi termini. Parla di “imbecilli certificati”, ragazzi annoiati e privi di rispetto per il lavoro altrui, capaci solo di “lanciare immondizia nel rio” e distruggere ciò che altri hanno costruito con passione. “Vergognatevi, che non sapete nemmeno fare una O col bicchiere!” è la sintesi di un’esplosione di frustrazione più che giustificata.
E come darle torto? Monteu da Po non è un luogo dove manchino iniziative o opportunità per i giovani. Come la stessa sindaca sottolinea, qui si cerca continuamente di coinvolgere tutti, di costruire una comunità dove nessuno possa sentirsi lasciato indietro. “Non diamo colpa alla società, o almeno non qui, a Monteu, dove se vuoi puoi non annoiarti”, ha scritto Ghion, ricordando gli sforzi fatti per animare il paese. Ma c’è un limite alla pazienza, e quando quei pochi che partecipano si lasciano andare all’indifferenza o, peggio, al vandalismo, è difficile non perdere le staffe.
La sindaca parla anche a nome di tutti i volontari, di quelle persone che sottraggono tempo alla famiglia, al lavoro, al riposo, per dedicarsi al paese. “C’è gente come me che sottrae ore ai propri affetti, prende freddo, si impegna”, scrive. E aggiunge un’accusa pesante: chi vandalizza non solo manca di rispetto alle decorazioni, ma insulta tutto quello che rappresentano – l’impegno, l’amore per la comunità, il desiderio di creare un luogo migliore.
E allora cosa resta da fare? Di certo, Monteu non si arrenderà. La rabbia della sindaca è quella di una persona che tiene troppo al suo paese per lasciarlo in balia di “quattro rincoglioniti”. Ma è anche un monito: il rispetto per ciò che ci circonda non è opzionale. Se oggi distruggiamo una decorazione, domani cosa sarà? Una panchina, un murales, una scuola? Il confine tra il dispetto e il degrado è sottile, e Monteu da Po non ha intenzione di lasciarlo superare.
Elisa Ghion
Alla fine del post, Elisa Ghion non fa sconti. Si scaglia contro l’ignoranza e la superficialità di questi “cari bro di sto c…o”, ricordando che non c’è giustificazione per chi agisce così. E forse è proprio questa la lezione più importante: il cambiamento parte dal rispetto, e il rispetto si costruisce con l’esempio. Ma quando l’esempio viene ignorato, la tolleranza non può essere infinita.
Monteu si rialzerà, come sempre. Ma oggi, chi si è macchiato di questi atti dovrebbe solo fare una cosa: vergognarsi.
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