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Paolo Volponi e Adriano Olivetti: a Londra un tributo ai 100 anni

All’Istituto Italiano di Cultura una conversazione su “La macchina mondiale” e il legame tra letteratura e progresso sociale

Paolo Volponi e Adriano Olivetti: a Londra un tributo ai 100 anni

Il centenario della nascita di Paolo Volponi, uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento, è stato celebrato in grande stile presso l’Istituto Italiano di Cultura a Londra. L'evento, intitolato 'Volponi, Olivetti e La macchina mondiale', ha offerto una riflessione approfondita sull’impatto culturale e sociale dell’autore, nonché sul legame indissolubile tra la sua produzione letteraria e l’illuminata visione di Adriano Olivetti, uno degli industriali più innovativi della storia italiana.

Organizzato sotto la direzione di Francesco Bongarrà, l’Istituto di Cultura ha accolto una platea internazionale che ha ascoltato gli interventi di personalità di spicco come Francesca Limana, esperta di comunicazione e curatrice di importanti progetti della Fondazione Olivetti, David Albert Best, direttore della sezione linguistica dell'Université Libre de Bruxelles, e Richard Dixon, traduttore della recente edizione inglese di 'La macchina mondiale' ('The World Machine') pubblicata da Seagull Books in collaborazione con la University of Chicago Press.

Paolo Volponi

Il focus dell’evento è stato il romanzo 'La macchina mondiale', capolavoro filosofico con cui Volponi vinse il Premio Strega nel 1965. Oltre a questo, si è discusso del contributo di Volponi nell’ambito della letteratura e del suo ruolo come ponte tra la cultura contadina e il mondo industrializzato. Centrale nella conversazione è stata la figura di Adriano Olivetti, fondatore della celebre azienda di Ivrea, il primo produttore al mondo di un computer desktop.

Volponi incontrò Olivetti nel 1949, un incontro che cambiò la sua vita e il suo pensiero. L’imprenditore, sempre attento al benessere dei suoi lavoratori e alla sostenibilità, scorse nel giovane poeta marchigiano una mente brillante e innovativa. Laureato in giurisprudenza e di origini umili, Volponi fu incaricato di ideare strategie per migliorare le condizioni di vita della forza lavoro, composta in gran parte da migranti del sud Italia in cerca di opportunità.

Nel 1956, Olivetti lo nominò direttore dei Servizi Sociali nello stabilimento di Ivrea, un ruolo che Volponi mantenne anche dopo la morte prematura del suo mentore, avvenuta nel 1960.

L’evento ha evidenziato come gli otto romanzi pubblicati da Volponi tra il 1962 e il 1991 offrano un ritratto affascinante delle trasformazioni sociali e delle contraddizioni tra il mondo contadino e l’era industriale. In particolare, 'La macchina mondiale' continua a rappresentare una lettura fondamentale per comprendere le tensioni e i conflitti di un’Italia in piena evoluzione.

La discussione ha messo in luce anche il contributo visionario di Olivetti nel creare un modello d’impresa a misura d’uomo, un tema che Volponi riprese e approfondì nelle sue opere. Il legame tra letteratura e progresso sociale, così come il dibattito su questioni ancora oggi attualissime, ha trovato nell'evento londinese una cornice ideale per ribadire il valore del pensiero di Volponi e la lungimiranza di Olivetti.

Questo tributo internazionale non solo celebra l’eredità di un autore che ha segnato la letteratura italiana, ma invita a una riflessione più ampia su come l’arte e la cultura possano essere strumenti di cambiamento sociale e politico.

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