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San Mauro Torinese

L'assessore Fogli sgancia la bomba: "Ci vorrebbe un inceneritore a Pescarito..."

Contro il caro rifiuti e una Tari alle stelle l'assessore al Bilancio butta come soluzione l'idea di un inceneritore cittadino. Solo una battuta?

Matteo Fogli, assessore al Bilancio

Matteo Fogli, assessore al Bilancio

Caro rifiuti? Tari alle stelle? L'assessore al Bilancio della città di San Mauro Torinese, Matteo Fogli, una ricetta ce l'ha e l'ha candidamente dettata nel corso della commissione consiliare che si è riunita ieri: "L'unica soluzione sarebbe un inceneritore a Pescarito".

Proprio così: un inceneritore cittadino, nel perimetro delle mura sanmauresi, non un centimetro più in là. Poco vale che l'assessore si sia poi premurato a ricucire aggiungendo che non c'è nessun progetto a riguardo e che non si realizzerà mai perché la popolazione non capirebbe.

Quel che si capisce bene è l'orientamento dell'assessore sulla questione rifiuti. Altro che incentivare la raccolta differenziata fino ad arrivare ad annullare i solidi urbani. Altro che tariffa puntuale per incentivare a separare sempre meglio la frazione organica, la plastica, la carta, il vetro e tutto ciò che può ancora tornare nel circolo produttivo. Altro che buone pratiche come il riuso. Per Fogli l'unica via è l'inceneritore. Come se quello del Gerbido non bastasse. Come se i rifiuti non finissero già lì. Come se fosse un'operazione senza costi e ricaduti ambientali.

Benvenuti a San Mauro: la città dell'inceneritore. E già ci sembra di vedere  le foto dell'allineamento della cupola di Superga, il Monviso e nel mezzo le torri dell'inceneritore di San Mauro.

Dopo aver sganciato la bomba, Fogli si è premurato di rassicurare tutti sul fatto che la sua fosse solo una battuta. E come tale la prendiamo anche noi, sottolineando però che una "battuta" di questo tipo indica comunque il pensiero di chi la fa. Detta da un assessore che ha il preciso mandato di tracciare la linea politica predisponendo gli strumenti per raggiungere un obiettivo anziché un altro, adottando determinate strategie anziché altre, è chiaro che un po' di preoccupazione possa venire.

Per farla breve, un vero ambientalista come il consigliere Bruno Bonino, presidente proprio  della commissione Bilancio che si è riunita ieri sera, una battuta del genere non si sarebbe neppure sognato di farla perché non è proprio nei suoi pensieri una simile soluzione.

E' facile credere che al povero Bonino una battuta di questo tipo abbia fatto letteralmente drizzare i capelli sulla testa.

Analizzando i dati della raccolta differenziata a San Mauro, la situazione non è neppure così disastrosa. Tra il 2016 e il 2023 mostrano un lento, ma costante aumento della differenziata salita dal 56,51% del 2016 al 65,84% del 2023 e il dato parziale del 2024, registrato a settembre, conferma il trend.

Certo, l'obiettivo del 70% fissato per il prossimo anno è ancora molto lontano, ma non è certo con battute su un fantomatico inceneritore al Pescarito che gli abitanti saranno motivati ad un già compicatissimo colpo di reni.

Il rischio è quello di incappare in onerose sanzioni se l'obiettivo non verrà centrato. Roba da togliere il sonno a chi, come un assessore al Bilancio è chiamato a far quadrare i conti e sarà chiamato ancora una volta a scavare nelle tasse dei cittadini.

Bisogna, però, avere il coraggio politico di spiegare alle persone perché, a fonte di un aumento nell'impegno nel differenziare, la tariffa abbia continuato inesorabilmente ad aumentare, fino alla stangata di quest'anno e a quell'aumento del 10percento che ha fatto drizzare i capelli a tutti.

Capiamo che per un assessore al Bilancio buttare tutto nell'inceneritore costruendone uno "in door" sarebbe l'optimum. Ma è un pensiero, una battuta che evidenzia il fallimento della politica stessa, quella che per anni ha fatto credere ai cittadini che differenziare fosse la strada giusta e che fosse economico, oltre che etico.

Viene da domandarsi se siano questi i presupposti con i quali si vorrebbe anche passare alla tariffa puntuale.

Si sa che il futuro sarà questo e il Consorzio di Bacino ha già iniziato a lavorare in questa  direzione. Gli obiettivi dettati dall'Europa infatti si sono spostati e non si parla più di raccolta differenziata in termini percentuali, ma in termini di Chili per abitante. Si passerà a vedere quanto ogni cittadino produce di frazione di rifiuto solido urbano e su questo parametro scatteranno le sanzioni. L'obiettivo è fissato in meno di 90 chili per abitante entro il 2035 a fronte degli attuali 159 chili.

Ecco il nuovo piano regionale della Raccolta Rifiuti

Per quanto riguarda la raccolta differenziata l’obiettivo è il raggiungimento del 70% al 2025, del 75% al 2030 e dell’82% al 2035. Per la produzione pro capite annua di rifiuti indifferenziati (attualmente 159 chilogrammi) si punta a 126 chilogrammi nel 2025, 100 nel 2030 e meno di 90 nel 2035.

Sempre nel 2035 si vuole che la produzione totale (differenziato e indifferenziato) pro capite sia di 448 chilogrammi e la percentuale di conferimento in discarica scenda al di sotto del 5%.

Tornando agli inceneritori. E' nell'aria, invece, la realizzazione di una quarta linea dell'impianto di Torino. L'attuale inceneritore lavora su tre linee, ma si mormora che nel 2025 verrà ampliato per il conferimento dei rifiuti delle città di Alessandria e di Cuneo.

In questo panorama, fare anche solo una battuta su un nuovo inceneritore, non può che far drizzare le antenne. Perché se è inverosimile che si decida di realizzare un nuovo impianto a soli 20 chilometri da uno già esistente è pur vero che alla fantasia dei politici non c'è mai fine.

Ricordiamo inoltre che proprio la riqualificazione dell'area industriale del Pescarito è tra i progetti che più stanno a cuore a questa amministrazione che a tal fine ha appena partecipato ad un bando da 10milioni di euro. Qui arriverà anche il capolinea della linea 2 della metropolitana di Torino e l'area viene già attraversata dalla linea 20 degli autobus Gtt. 

A fronte di tanto interesse per un polo ex industriale quasi completamente abbandonato, ravvivato solo dall'arrivo dell'Argotec - industria italiana leader nell'aerospazio -, una battuta come quella di Fogli mette subito in modo una serie di domande che non troveranno certo risposta nel breve periodo.

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