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Ponte Preti, Salvini "non ci sente" alle richieste del Canavese: ora sono cavoli amari!

Il Governo nega la proroga: a rischio i fondi per l'ammodernamento del collegamento tra Ivrea e il Canavese Occidentale

Salvini

Il Ministro Matteo Salvini. Sullo sfondo il Ponte Preti

"Una grave occasione persa per il nostro territorio, la sicurezza delle infrastrutture e la tutela dei cittadini." A parlare è il consigliere regionale Sergio Bartoli. L'ex sindaco di Ozegna poco fa ha annunciato che il Governo ha scelto di non prorogare il termine per l’aggiudicazione dei lavori relativi al Ponte Preti, un’infrastruttura cruciale per i collegamenti tra Ivrea e il Canavese occidentale.

Bartoli, consapevole dell’importanza strategica dell’opera, si era fatto promotore di un ordine del giorno in Consiglio Regionale.

Questo impegno chiedeva alla Giunta di intervenire presso il Governo nazionale per ottenere una proroga necessaria a salvaguardare i fondi ministeriali destinati alla messa in sicurezza dei ponti piemontesi, tra cui spicca proprio il Ponte Preti.

A supporto di questa iniziativa, anche l’onorevole Daniela Ruffino si era attivata con un question time rivolto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sottolineando l’urgenza di un intervento. Ma entrambe le iniziative, quelle di Bartoli e di Ruffino, "facevano il paio" con la protesta pubblica di 40 sindaci del Canavese che un paio di settimane fa hanno bloccato il ponte per qualche minuto per sensibilizzare il Governo a concedere una proroga alla presentazione del progetto.

Nonostante queste iniziative, la risposta da parte del Governo è stata chiara e negativa: nessuna proroga oltre il termine stabilito del 31 dicembre 2024. "Questa decisione penalizza non solo il Piemonte, ma soprattutto le comunità che ogni giorno dipendono da infrastrutture come il Ponte Preti," ha dichiarato Bartoli. "Non intervenire su questa struttura, che rappresenta l’unico collegamento verso servizi essenziali come ospedali e tribunali, infligge un duro colpo alla sicurezza e alla mobilità di questa area."

Una struttura strategica da salvare

Il Ponte Preti, che attraversa il torrente Chiusella, è da anni al centro di dibattiti e preoccupazioni. La sua condizione precaria, unita alla necessità di un adeguamento strutturale, ha acceso i riflettori sull’urgenza di ricostruirlo per evitare che peggiori ulteriormente la situazione viaria ed economica dell’intera area.

La protesta dei sindaci che hanno bloccato il ponte

Progettato negli anni '20 del secolo scorso, il ponte ha da sempre rappresentato un punto nevralgico per la viabilità locale, fungendo da collegamento tra il Canavese occidentale e il resto del Piemonte. Tuttavia, il passare del tempo, unito all'aumento del traffico e alle mutate esigenze del territorio, ne ha fatto emergere i limiti strutturali. I 19,5 milioni di euro stanziati dal Decreto Ponti del 2019 avrebbero dovuto rappresentare una svolta, ma i ritardi burocratici e l’assenza di una proroga rischiano di compromettere tutto.

“Questo immobilismo burocratico rischia di mettere a repentaglio non solo la sicurezza delle persone, ma anche il futuro economico e sociale di un’intera area,” ha ribadito Bartoli, evidenziando come il mancato utilizzo dei fondi rappresenti un’occasione persa.

Ruffino: "Uno stop che il Canavese non può permettersi"

Anche l’onorevole Daniela Ruffino, deputato e commissario di Azione in Piemonte, ha espresso forte preoccupazione per la decisione del Governo. In una nota, ha dichiarato: “Pochi giorni fa ho annunciato un’interrogazione al ministro Salvini sulla necessità di prorogare i lavori per il Ponte Preti oltre la scadenza del 31 dicembre 2024, sottolineando come l’opera sia strategica per collegare Ivrea e il Canavese occidentale.”

Ruffino ha poi aggiunto: “Nonostante gli inviti a trovare una soluzione, oggi il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture comunica che non ci saranno proroghe, con il conseguente rischio di perdere i fondi e di vedere interrotti i lavori per un collegamento cruciale nel territorio. Uno stop che il Canavese non può permettersi, sia per una questione di viabilità, sia, e soprattutto, di sicurezza.”

L’onorevole ha promesso di continuare a battersi per questa causa, portando avanti le istanze dei sindaci presso il Ministero e auspicando una maggiore unità nella politica. “Mi auguro che il governo consideri nuovamente l’urgenza dell’opera, aprendo ulteriori tavoli di confronto per ottenere un risultato utile all’intera collettività.”

Un futuro incerto, ma non privo di speranza

Pur riconoscendo i limiti imposti dalla decisione governativa, Bartoli ha garantito che continuerà a lavorare per salvare il Ponte Preti e tutte le altre infrastrutture piemontesi a rischio: “Non ci fermeremo. Con il sostegno delle amministrazioni locali e delle comunità coinvolte, esploreremo ogni strada possibile per trovare soluzioni che garantiscano la sicurezza e lo sviluppo del nostro territorio.”

La vicenda del Ponte Preti, simbolo di una burocrazia che spesso blocca opere fondamentali, rimane aperta. Ma le comunità del Canavese e i loro rappresentanti non sembrano intenzionati a mollare la presa.

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