AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
15 Novembre 2024 - 17:23
Da sinistra: Alessandro Giglio Vigna, Alberto Avetta, Sergio Bartoli e Mauro Fava
Quello cui stiamo assistendo in questi mesi in Canavese ci ricorda la canzone di Annalisa che ci ha tenuto compagnia per una stagione e forse più: «Ho visto lei che bacia lui che bacia lei che bacia me… Mon amour, ma chi baci tu?».
In questa promiscuità di sentimento, c’è un Pd che sostiene Forza Italia, che va a braccetto con Fratelli d’Italia, che scarica la Lega che si mette contro il Partito Democratico. «Mon amour, ma chi baci tu?».
Proviamo a mettere un po’ d’ordine per capirci qualcosa di quello che ci sta passando sopra le teste.
Quello che s’è visto nella serie di comunicati stampa piovuti in redazione oggi dopo la manifestazione sul Ponte Preti è qualcosa di più arzigogolato e complesso del più classico dei “ménage à trois”.
Parliamo del Ponte Preti di Strambinello e di un gioco allo scaricabarile iniziato da qualche giorno e che si concluderà chissà come, quando, e perché.
Questa mattina quaranta sindaci hanno bloccato per pochi minuti il traffico sul ponte per chiedere al Governo una proroga di un anno alla scadenza per la presentazione del progetto di recupero del collegamento sul torrente Chiusella.
A manifestare, insieme ai rappresentanti locali, il vicesindaco della Città Metropolitana Jacopo Suppo, i consiglieri metropolitani, che sono anche sindaci, Pasquale Mazza di Castellamonte e Sonia Cambursano di Strambino, e tre consiglieri regionali a rappresentare quasi tutto l’emiciclo, dal Pd a Forza Italia alla civica di Cirio. Nell’ordine, si sono visti marciare sul ponte contro Governo, Alberto Avetta, Mauro Fava e Sergio Bartoli.
Tutti al di là del colore politico e dell’appartenenza, a dire la stessa cosa: «Roma non ci tolga il nuovo Ponte Preti».
Tutti uniti, dicevamo, tranne uno. O, meglio, tranne un partito: la Lega.
A stretto giro di posta (elettronica, ndr), nelle caselle dei giornali è arrivata nel primo pomeriggio di oggi la nota stampa di Alessandro Giglio Vigna, parlamentare del Carroccio, che un responsabile per il rischio del fallimento del progetto di recupero del Ponte Preti ce l’ha eccome e non è sicuramente il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
Per il leghista, unico parlamentare del Canavese, la responsabilità di questo "nulla di fatto" intorno al progetto del Ponte Preti è della Città Metropolitana di Torino, guidata dall’amministrazione di centrosinistra del sindaco Stefano Lo Russo.
«Le proteste locali non servono a nulla senza azioni concrete a livello nazionale», ha sbottato Vigna nella nota.
Cinque anni di tempo, dal 2019 quando la Giunta Cirio ha annunciato l'assegnazione di oltre 135 milioni di euro per mettere in sicurezza o ricostruire 32 ponti in Piemonte, ad oggi per presentare uno straccio di progetto all’Anas da parte della Città Metropolitana, per il parlamentare del Carroccio sarebbero stati più che sufficienti per fare qualcosa. E qualcosa, purtroppo, non s’è ancora fatto.
Troppo comodo, per Vigna, dare la colpa al decreto del Ministero delle Infrastrutture che impone che i lavori sui ponti siano appaltati entro il 31 dicembre 2024, pena la decadenza dei finanziamenti.
D’altro canto, però, immaginare ora che la Città Metropolitana, a cui è stata affidata la progettazione della variante del Ponte Preti, possa rispettare la scadenza di fine anno è un ardito esercizio di fantasia.
Soprattutto dopo che l’Anas, a cui sarà affidata la gestione del nuovo tracciato, ha chiesto modifiche sostanziali al progetto come, su tutte, la realizzazione in ferro.
Comprensibile, dunque, anche la posizione della Regione Piemonte, attraverso i suoi consiglieri regionali, che sollecitano il governo sulla proroga. Ah no, aspettate, colpo di scena.
L'assessore Marco Gabusi (Forza Italia), con una nota stampa di pochi minuti fa, annuncia che la proroga è già stata concessa dal Governo: non oggi, ma nemmeno ieri. Il 6 novembre scorso e, evidentemente, nessuno - nemmeno Fava che è del suo stesso partito - lo sapeva.
"La Regione Piemonte ha agito ben prima che il consigliere regionale Avetta lo chiedesse pubblicamente - si legge nella nota della Giunta Regionale -. Infatti l’assessore Marco Gabusi, tramite la Commissione Trasporti e Infrastrutture, nell'ambito della Conferenza delle Regioni ha proposto e fatto approvare, il 6 novembre scorso, un emendamento alla legge di bilancio 2025 che contenesse la proroga al 31.12.2025 dei termini per l’affidamento dei lavori non solo del ponte Preti, ma anche di tutti gli interventi ancora in essere compresi nel "decreto ponti"".
Bene. Non lo sapeva nessuno - nemmeno il parlamentare Giglio Vigna o il consigliere regionale Bartoli - ma meglio così.
Vi gira la testa? Non vi preoccupate: non ci capiamo più nulla nemmeno noi. E probabilmente neanche loro.
Non ce la sentiamo, comunque, di dire che la partita per il Ponte Preti sia chiusa.
Così come tutt’altro che chiusa è un’altra partita che si sta combattendo sul terreno canavesano, con identici protagonisti: quello per l’abrogazione del Parco Naturale dei Cinque Laghi di Ivrea.
Ve lo ricordate, il caso no? Bene.
Anche perché è recentissimo: nel marzo scorso, il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato l'istituzione del parco, tuttavia, pochi mesi dopo, nell’ottobre 2024, è stata presentata una proposta di legge per abrogarlo, sostenendo che la sua istituzione comporterebbe costi elevati e restrizioni, come il divieto di caccia al cinghiale, che potrebbero avere impatti negativi sul territorio. La soluzione, al momento, è in divenire.
Ma chi ha chiesto l’abrogazione del Parco dei Cinque Laghi? Sentite un po’ qua. Nientepopodimenoche il consigliere regionale Paolo Ruzzola di Forza Italia e la vicepresidente del gruppo di Fratelli d’Italia Alessandra Binzoni.
E la Lega? S’è messa di traverso, guardandosi bene dal firmare la proposta.
Diviso a Palazzo Lascaris e pure sul territorio. Una cosa è certa: il centrodestra regionale ultimamente difetta di capacità comunicative.
In attesa di un nuovo equilibrio: «Mon amour… ma chi baci tu?».
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.