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Polemica

Ponte Preti, l'onorevole della Lega contro Città Metropolitana: “Manifestare sul ponte non serve, bisogna andare al MIT"

Una voce fuori dal coro, quella del parlamentare del Carroccio Alessandro Giglio Vigna, che si scaglia contro il centrosinistra

Castellamonte

L'onorevole Alessandro Giglio Vigna e, sullo sfondo, la manifestazione dei sindaci di questa mattina

Mentre circa 40 sindaci del Canavese si riunivano questa mattina, venerdì 15 novembre, sul Ponte Preti per chiedere al Governo una proroga della scadenza del 31 dicembre 2024 e la salvaguardia dei finanziamenti già stanziati, l’onorevole Alessandro Giglio Vigna ha scelto di non partecipare, preferendo puntare il dito contro le responsabilità del passato.

A suo dire, la priorità dovrebbe essere quella di rivolgersi direttamente al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), dove, grazie al suo Ordine del Giorno approvato ad agosto, è stata riaperta una possibilità per salvare i fondi.

L’onorevole della Lega ha rivolto accuse nemmeno troppo velate alla Città Metropolitana di Torino, guidata dal sindaco Lorusso (centrosinistra), ritenendola responsabile dei ritardi accumulati negli anni, e ha ribadito la sua disponibilità ad accompagnarla nei colloqui con il Ministero. D'ora in poi.

Onorevole, perché non ha partecipato alla manifestazione dei sindaci sul Ponte Preti questa mattina?

«Semplice, perché andare sul Ponte non serve a nulla. Bisogna andare al Ministero. Non ho compreso il senso di questo incontro, come molti cittadini mi hanno chiesto fra ieri e oggi. Il vero problema è che in passato, chi avrebbe dovuto farlo, non ha spiegato al Ministero le ragioni dei ritardi, e ora la priorità è rimettere il progetto sui binari giusti».

A chi si riferisce quando parla di responsabilità?

«Città Metropolitana avrebbe dovuto spiegare al MIT dei tempi lunghi: tempi lunghi dovuti ad una differente tipologia di ponte, più difficile da progettare. È normale che i fondi non rimangano bloccati in eterno se nessuno si attiva per portarli avanti. Come già detto nel mio comunicato di inizio agosto, altri 20 ponti in tutta la nostra provincia e diversi altri progetti in tutta Italia sono stati de finanziati perché il finanziamento risaliva a più di 5 anni fa e perché il Ministero non ha visto interessamento da parte degli organi che avrebbero dovuto interessarsi dei progett».

Lei sostiene di aver riaperto la porta al finanziamento. Può spiegarci come?

«Grazie al mio Ordine del Giorno, approvato a fine agosto, ho riaperto una porta che ormai era chiusa. È stato il risultato di un intenso lavoro politico e di molte riunioni tra Camera dei Deputati e Ministero. Ora, però, tocca a Città Metropolitana. Devono andare al Ministero, spiegare le ragioni dei ritardi – che a quanto pare esistono e sono legittime – e riattivare l’iter del progetto. Io sono assolutamente disponibile ad accompagnarli, se lo riterranno necessario».

Quindi, secondo lei, la manifestazione di questa mattina è inutile?

«Inutile no, ma simbolica, e i simboli non bastano. Se vogliamo salvare il finanziamento e il progetto, l’unica strada è dialogare con il Ministero. La mia azione ha già aperto una possibilità, ma serve che Città Metropolitana faccia la sua parte, con azioni concrete e non solo manifestazioni».

Qual è il prossimo passo?

«Il prossimo passo spetta a Città Metropolitana. Devono sfruttare l’apertura che ho creato e andare al Ministero. Hanno ancora una possibilità per giustificare i ritardi e riattivare il progetto. Per parte mia, continuo a essere disponibile a supportarli, ma il tempo delle indecisioni è finito».

In conclusione, questo ponte lo vedremo mai realizzato?

«Voglio rassicurare i cittadini: nulla è perduto, ma non dobbiamo perdere altro tempo. Il Ponte Preti è fondamentale per il territorio, ma è ora di affrontare la questione con pragmatismo e decisione».

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